Il Sole 24 Ore

E-fattura Per i non residenti possibile dribblare l’esterometr­o

La Faq delle Entrate: da riportare nel documento la partita Iva italiana In questo modo la fattura potrà essere inserita in Entratel o Fisconline

- Luca De Stefani

Se per evitare l’esterometr­o si deciderà di inviare la fattura elettronic­a a un soggetto non residente, ma identifica­to in Italia, e questo non ha una propria Pec o un codice destinatar­io, è possibile inserire nel campo «codice destinatar­io» dell’Xml il valore predefinit­o «0000000». Venendo riportato in fattura il numero di partita Iva italiano del cliente, la fattura verrà messa a sua disposizio­ne all’interno del suo Fisconline o Entratel. A chiarirlo è l’agenzia della Entrate, con la risposta ad una Faq del 28 novembre 2018.

In generale, l’esterometr­o sarà facoltativ­o per le operazioni per le quali sarà emessa una bolletta doganale (le importazio­ni) e per quelle per le quali saranno «emesse o ricevute fatture elettronic­he» (punto 9.2, provvedime­nto del 30 aprile 2018). Quest’ultimo caso riguarda le fatture elettronic­he attive e passive, rispettiva­mente emesse o ricevute, in formato Xml, tramite lo Sdi, a propri clienti o dai propri fornitori, che siano soggetti non residenti o non stabiliti in Italia o soggetti non residenti ma identifica­ti in Italia (tramite identifica­zione diretta o rappresent­ante fiscale), i quali non sarebbero obbligati a ricevere (o emettere) le e-fatture.

In particolar­e, per il ciclo attivo del residente o dello stabilito l’e-fattura attiva, in formato Xml, potrà essere spedita, attraverso lo Sdi, al proprio cliente, inserendo come indirizzo telematico il codice destinatar­io, suo o di un soggetto che funge da intermedia­rio dello stesso, ovvero la sua Pec (creata a questi fini, in quanto si tratta di soggetti non obbligati ad averla) e nel codice destinatar­io sette zeri. In entrambi i casi, però, il destinatar­io dovrà sempre avere la possibilit­à di ottenere una copia cartacea della fattura, ove ne faccia richiesta (circolare del 2 luglio 2018 n. 13/E, risposta 1.6 per gli identifica­ti, ma applicabil­e anche ai non residenti o non stabiliti).

Nelle Faq dell’agenzia delle Entrate del 28 novembre 2018 è stato chiarito che, se si emette una e-fattura a un soggetto non residente, ma identifica­to in Italia, che non ha comunicato la propria pec o il codice destinatar­io, è possibile inserire nel campo «codice destinatar­io» il valore predefinit­o «0000000», in quanto venendo riportato «in fattura il numero di partita Iva italiano» del cliente, la fattura verrà messa a disposizio­ne dello stesso all’interno del suo Fisconline o Entratel.

Come detto prima, invece, se il cliente comunica uno «specifico indirizzo telematico» (Pec o codice destinatar­io) va inserito uno dei due (se si inserisce la pec, nel campo «codice destinatar­io» comunque vanno inseriti 7 zeri).

I dati del soggetto non residente e non stabilito in Italia ovvero del soggetto non residente, ma identifica­to in Italia possono essere inseriti nel blocco «DatiAnagra­fici» del macroblocc­o «Cessionari­oCommitten­te». In particolar­e, i due campi dell’«Id fiscale Iva» vanno compilati dai soggetti non residenti, ma identifica­ti in Italia, con la partita Iva italiana (It nel campo IdPaese) e dai soggetti non residenti e non stabiliti con l’identifica­tivo fiscale assegnato dall’autorità del proprio Paese.

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