Europa e imprese, le due linee nella Lega
Salvini rivendicherà i risultati sulla sicurezza ma è su Tav e crescita che deve risposte Resta il malcontento del mondo produttivo vicino a Zaia e Fontana
Arriveranno dalla Calabria, dalla Puglia, molti dal Lazio, tanti da quelle che un tempo erano roccaforti rosse, Toscana e Emilia Romagna, così come dalle Marche ma il contributo decisivo per riempire Piazza del Popolo lo daranno ancora una volta le regioni del Nord: lombardi, veneti, friulani e piemontesi e naturalmente i liguri. Ecco se c’è un modo per raccontare l’evoluzione e le più o meno latenti contraddizioni della Lega di Matteo Salvini bisogna guardare alla composizione della piazza di sabato. Una manifestazione che il leader ha deciso di far cadere a pochi giorni dalla conversione in legge del decreto sicurezza ma quando ancora non si conosce l’articolazione delle misure della manovra, a partire dalla riforma delle pensioni, che arriverà solo nel passaggio al Senato. E visto che lo slogan portante è «Prima gli italiani, dalle parole ai fatti», il ministro dell’Interno punterà anzitutto sul suo cavallo di battaglia, ovvero sicurezza e immigrazione. Anche perché questo è il denominatore comune della nuova Lega di Salvini. Certamente più di altri.
«Il mio obiettivo è che quota 100 per le pensioni e il reddito di cittadinanza entrino in vigore all’inizio dell’anno», diceva ieri pur essendo ben consapevole che mentre lui parla c’è chi sta trattando (il premier Conte e il ministro dell’Economia Tria) su una revisione dei saldi per abbassare il deficit inzialmente previsto dal governo. I toni belligeranti nei confronti di Bruxelles per il momento sono stati accantonati. «Stiamo lavorando nell’interesse degli italiani» e «gli emendamenti li concordiamo con il Parlamento», insiste il leader della Lega che assicura che l’obiettivo è aiutare i cittadini «a pagare meno tasse e a dare più lavoro».
Ma è un impegno che al momento non trova oggettiva corrisdpondenza nei contenuti della manovra. Almeno così ritengono le numerose associazioni di categoria intervenute lunedì a Torino contro la manovra che anzichè puntare alla crescita produce decrescita. Una protesta che ha visto partecipe gran parte del mondo produttivo e quindi del Nord preoccupato di dover pagare le eventuali conseguenze delle decisioni dell’esecutivo. Una platea fatta per lo più di imprenditori piccoli e grandi da sempre vicini alla Lega degli Zaia e dei Fontana, il core business del Carroccio, che aspettava la flat tax e piu in generale uno shock fiscale e il rilancio degli investimenti infrastrutturali e invece si ritrova con il reddito di cittadinanza, più pensionati e il freno a mano sulle grandi opere. A partire dalla Tav.
Salvini lo sa. Ma per ora finge di ignorarli. I sondaggi confermano che, nonostante i mugugni, la Lega continua a crescere. La scommessa del ministro dell’Interno è di andare all’incasso un attimo prima che la curva inverta la tendenza. In molti ritengono che il dday scatterà all’indomani delle europee. In contemporanea però ci sono anche le regionali e ai piemontesi la Lega dovrà dire se la Torino-Lione è una priorità o sono disposti a sacrificarla.