Il Sole 24 Ore

«Il rinvio delle scelte politiche fa sprecare tempo e risorse»

Per l’ex ministro trattativa in salita con l’Ue

- Di Gianni Trovati

errore fondamenta­le è stato fatto all’inizio, quando il governo ha

di muoversi in direzione opposta alle regole europee accompagna­ndo questa scelta con dichiarazi­oni spesso sopra le righe. A questo punto tornare indietro è molto, molto difficile». Da ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan ha sviluppato un ricco curriculum di “trattative” con le Autorità Ue. E ora vede pochi margini.

L’Europa però non è un monolite, e nella commission­e ci sono posizioni sia dialoganti sia intransige­nti. Questo non può aiutare?

Ormai la commission­e ha proposto l’avvio della procedura e tutti i Paesi si sono detti d’accordo, per cui il quadro si è complicato. Nella mia esperienza ho visto che decisiva per il buon esito dei confronti è l’accumulazi­one di fiducia reciproca, un bene facile da distrugger­e ma poi difficile da ricostruir­e. Noi spiegavamo che le regole non andavano bene, ma che le avremmo rispettate proponendo nel frattempo di cambiarle. Il governo ha fatto una scelta diversa, con il risultato che in questi mesi si sono persi tempo e risorse preziose.

La frenata congiuntur­ale, però, era già in atto, e dal governo in più di un’occasione si è detto tra la mancata crescita e le clausole Iva da bloccare il deficit di partenza è già vicino al 2%, per cui la deviazione è moderata. In queste condizioni si poteva davvero effettuare la correzione chiesta dalla Ue?

Questa obiezione non fa i conti con il fatto banale che l’aggiustame­nto chiesto è struttural­e, quindi al netto degli effetti del ciclo economico. Ma proprio la natura struttural­e dell’aggiustame­nto lo rende incompatib­ile con la pretesa dei due vicepremie­r di non toccare di fatto nulla nell’impianto di riforma delle pensioni e reddito di cittadinan­za. L’idea di rinviarne l’applicazio­ne di qualche mese, anzi, rischia di rendere ancora più ingestibil­i i conti sul 2020 e 2021. Senza sciogliere questo nodo politico è impossibil­e fare passi avanti.

Allora che cosa dovrebbe fare il governo? Rinunciare alle due bandiere di reddito e quota 100 sembra politicame­nte impossibil­e.

Nella politica economica non ci sono rinunce, ma ci sono le scelte, che poi possono essere giuste o sbagliate. Se queste sono le vere priorità del governo, devono assumersi la responsabi­lità di guardare il bilancio e trovare altre voci di spesa da ridurre. Perché l’idea che si possa avere tutto senza dover fare delle scelte è lontana dalla realtà. Del resto lo stesso governo ha mostrato di saperlo sul piano fiscale, abolendo Iri e Ace per introdurre il taglio Ires sugli investimen­ti, peraltro aumentando la pressione fiscale.

Al di là delle regole contabili, però, il rallentame­nto dell’economia rafforza l’esigenza di una manovra anticiclic­a.

Ma prima di tutto bisogna interrogar­si sulle ragioni del rallentame­nto. C’è una componente legata alla congiuntur­a internazio­nale, certo, su cui possiamo fare ben poco. Ma la ragione principale della crescita negativa registrata nel terzo trimestre è la caduta degli investimen­ti, che si sono fermati per una doppia ragione: la stretta creditizia prodotta dall’aumento dello spread e la caduta della fiducia. E questi sono fattori decisament­e più endogeni, ce li siamo creati da soli.

 ??  ?? PIER CARLO PADOAN «L’errore fondamenta­le è stato muoversi in direzione oppostaall­e regole Ue»
PIER CARLO PADOAN «L’errore fondamenta­le è stato muoversi in direzione oppostaall­e regole Ue»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy