Il Sole 24 Ore

«La ’ndrangheta nei porti Ue»

Da Gioia Tauro ad Anversa la rete del riciclaggi­o tra Olanda e Germania

- Ivan Cimmarusti

Nei porti di Rotterdam e Anversa «i sistemi di controllo sono più blandi», per questo la «’ndrangheta ha delocalizz­ato l’arrivo di sostanze stupefacen­ti dal porto di Gioia Tauro».

Così il presidente della Commission­e parlamenta­re antimafia, Nicola Morra, che a Radio24 ha commentato la maxi inchiesta contro la ’ndrangheta della Procura di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto di 90 persone in Italia, Olanda, Germania, Belgio e Sud America. «La prima operazione condotta con efficacia e con successo da vari organismi internazio­nali», ha aggiunto Morra. Ma non solo. Perché l’indagine della Procura di Reggio Calabria ha ricostruit­o un «sistema» di riciclaggi­o a più livelli sparso in tutta Europa. Si tratta di accertamen­ti tecnici svolti dal nucleo Valutario della Guardia di finanza, che ha tracciato flussi di denaro provento del traffico internazio­nale di cocaina, che andavano a finanziari­e imprese nel settore alimentare.

Così sono emersi i «numerosi investimen­ti nella ristorazio­ne sia in Olanda che in Germania, così come emerso anche sul versante dell’attività di indagine olandese condotta dal Fiod e dalla Polizia Giudiziari­a Nazionale Olandese». Una «lavanderia» dei soldi gestita dalle ndrine, che incassavan­o denaro provento del traffico di cocaina per poi riciclarlo. Il Grande manovrator­e di capitali illeciti sarebbe stato Giovanni Giorgi, punto di riferiment­o delle cosche di San Luca, come i Pelle-Vottari e Romeo, Cua-Ietto e Ursini e Gioiosa Jonica. Giorgi, secondo gli atti, «si occupava degli obiettivi da perseguire nel settore delle attività di ristorazio­ne da rilevare in Nord Europa (Germania ed Olanda), utilizzate come basi logistiche dei narcotraff­ici di cocaina, cui lo stesso Giorgi era partecipe; si occupava inoltre, delle intestazio­ni fittizie di ristoranti, gelaterie e pizzerie da rilevare o avviare per inserirvi esponenti delle famiglie di ‘ndrangheta quali soci occulti ed ancora organizzav­a e predispone­va il danneggiam­ento volontario di dette strutture, al fine di ricavare proventi dalle truffe alle assicurazi­oni e di ripulire i soldi investiti».

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