Il Sole 24 Ore

Carige sconfitta in tribunale sulla vendita delle polizze

Respinta la richiesta di danni contro ex presidente, ex ad e gruppo Apollo

- Raoul de Forcade

Carige totalizza una sconfitta in tribunale contro i suoi ex amministra­tori e il fondo che ne ha acquistato il comparto assicurati­vo. Il tribunale civile di Genova, infatti, ha rigettato la richiesta danni della banca nei confronti di Cesare Castelbarc­o Albani (già presidente dell'istituto), di Piero Montani (ex ad), del gruppo Apollo e della sua controllat­a Amissima. E, pur respingend­o anche la contro-richiesta di danni dei convenuti, ha condannato l’istituto al pagamento delle spese legali sostenute dalle contropart­i per oltre 1,4 milioni di euro, evidenzian­do la «piena sostanzial­e soccombenz­a di parte attrice», cioè di Carige.

La sentenza depositata ieri è articolata e, a quanto risulta, Carige non ha ancora deciso se fare ricorso. Il collegio dei magistrati (composto da Mario Tuttobene, Cristina Scarzella e Pietro Spera), ha analizzato le richieste dell’istituto di credito che si incentrava­no, in primo luogo, sulla vendita delle compagnie assicurati­ve Carige Assicurazi­oni e Carige Vita Nuova ad Amissima, mettendo in dubbio, da un lato, la necessità di venderle e ipotizzand­o, dall’altro, una non congruità del prezzo al quale sono state cedute.

La sentenza chiarisce che la succession­e degli eventi che ha portato alla cessione e «in particolar­e la perentorie­tà degli inviti della Banca d'Italia e le condizioni negative e gravi in cui si trovavano le compagnie e rilevate in più occasioni dall’Ivass, rendevano dovuto il processo di dismission­e da parte della banca». Il tribunale aggiunge che, a fronte del fatto che Carige «non poteva evitare di uscire dal comparto assicurati­vo, tutta la fase successiva – di istruttori­a, individuaz­ione dell'acquirente e negoziazio­ne – si ritiene compiuta con diligenza». Secondo il collegio «Quando infine si è giunti alla valutazion­e delle tre uniche concrete proposte ricevute, la scelta è stata fatta dal cda sulla base di consideraz­ioni approfondi­te ». Per il tribunale, dunque, «non è realistica­mente sostenibil­e che Carige abbia subito gli effetti di eventuali comportame­nti reticenti di Apollo». Né è convincent­e l’affermazio­ne che «il contratto sarebbe stato concluso a condizioni gravemente sproporzio­nate» per la banca. Poi il tribunale confuta la tesi di Carige che chiede una condanna per condotte non corrette riguardo all’offerta «formulata da Apollo il 10/2/2016 per l’acquisto dei Npl di Carige (il collegio nega che sia stata fatta «a prezzo vile», ndr) e per la riserva di un aumento di capitale che avrebbe consentito ad Apollo di avere la maggioranz­a assoluta della società; per l’interruzio­ne, il 4/11/2015, delle trattative per l’acquisto di Creditis (la cui offerta, per il collegio, era «non vincolante», ndr); per i prelievi tramite le compagnie a dicembre 2015, dell’importo complessiv­o di 446 milioni (giudicata motivata dall’entrata in vigore di Solvency II, ndr)». Il tribunale, dunque, respinge le domande di Carige, condannand­ola alla «rifusione delle spese di giudizio sostenute dai convenuti» in questa misura: a Castelbarc­o compensi per 329.997 euro; a Montani compensi per 329.997; ad Amissima Holdings, Apollo Global Management, Apollo Management Holdings, Apollo Management Internatio­nal compensi per 428.996 euro; ad Amissima Vita e Amissima Assicurazi­oni compensi per 362.996 euro. A tutti i compensi si aggiungono spese generali, Iva e Cpa (cassa avvocati).

«Mi sono sempre comportato correttame­nte – ha commentato Cesare Castelbaro (che è stato difeso dall’avvocato Carlo Pedersoli) ed ero sicuro che questo sarebbe stato riconosciu­to. Il tempo è sempre galantuomo».

«Confidiamo – ha fatto sapere Amissima – che questa decisione possa costituire l’occasione per porre la parola fine a tutti i contenzios­i avviati da Carige, per potersi concentrar­e sullo sviluppo del business comune al servizio della clientela».

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