Cassazione: ok sanzioni Consob a Lionella Ligresti e al gruppo
La Cassazione ha bocciato i ricorsi di Lionella Ligresti e UnipolSai contro le sanzioni per «manipolazione del mercato» irrogate dalla Consob il 20 marzo 2014 e già passate al vaglio delle Corti di Appello di Milano e Bologna. La sentenza conferma dunque la “multa” di 250mila euro che la Commissione nazionale per le società e la Borsa (congiuntamente alla interdizione di sei mesi) aveva applicato alla Ligresti perché in qualità di presidente e amministratore delegato della Fondiaria Sai (società quotata in borsa) aveva diffuso false informazioni in ordine alla rappresentazione della riserva sinistri r.c. auto nel bilancio consolidato del 2010. In tal modo fornendo al mercato «indicazioni inveritiere e fuorvianti» in merito al prezzo delle azioni. Rimangono ferme anche le sanzioni, in proprio, per 450mila euro contro la società Fondiaria Sai, nonché la responsabilità solidale dell’ente per le sanzioni a carico della Ligresti e del Manager Emanuele Erbetta (per un totale di altri 450mila euro). La Ligresti si è difesa in primis sostenendo il ne bis in idem, escluso però dalla Corte sulla base della non definitività della sentenze penali. In secondo luogo ha puntato sulla responsabilità esclusiva dell’attuario in quanto incaricato di esercitare la funzione di controllo sulle riserve. Per la Suprema corte però l’attuario è soltanto «un ausiliario tecnico» degli organi di gestione che sono «gli effettivi destinatari degli obblighi imposti dalla normativa di settore» con riguardo alla «sufficienza delle riserve» per le imprese assicurative. Ed in assenza di delega espressa verso terzi, la Cassazione ribadisce la presunzione di colpa a carico dell’organo di gestione al cui vertice sedeva appunto la Ligresti. Con riguardo invece alla responsabilità di UnpolSai, la Corte ribadisce che «è ravvisabile un interesse della società nei casi in cui, perseguendo un proprio autonomo interesse, l’autore dell’illecito realizzi, o ponga in essere una condotta idonea a realizzare anche quello dell'ente». Il che è accaduto nel caso di specie con la rappresentazione di una «condizione economico-patrimoniale della società più florida di quella (effettivamente) reale» e come tale «idonea ad orientare le scelte degli investitori».