Auto elettrica, scontro nel governo Sotto tiro la tassa sulle utilitarie
La cifra verrebbe rigirata in bonus per acquisto di auto ecologiche. Salvini: «Con me non passerà mai». Di Maio: «Si può migliorare»
Nuovo scontro nella maggioranza. Stavolta sull’ecotassa: «Con me, con il sostegno della Lega non passerà mai» avverte Salvini, che non si accontenta della promessa di Di Maio pronto a «migliorare» la norma che, a oggi, penalizza l’acquisto di auto «inquinanti» comprese le utilitarie più vendute. Un miglioramento che si vedrà semmai solo nel passaggio della manovra al Senato.
L’emendamento.
Nuovo scontro nella maggioranza. Stavolta sulla cosiddetta ecotassa. «Con me, con il sostegno della Lega non passerà mai», avverte Matteo Salvini, che evidentemente non si accontenta della promessa di Luigi Di Maio pronto a «migliorare» la norma che, a oggi, penalizza l’acquisto di auto definite inquinanti, comprese le utilitarie più vendute in Italia, come la Panda o la 500, per favorire elettriche o ibride. Un miglioramento che si vedrà semmai solo nel passaggio della manovra al Senato, visto che è stata confermata nel maxiemendamento alla legge di bilancio messo a punto in commissione in vista del voto della Camera. A confermarlo è lo stesso premier. «Abbiamo deciso di fare un supplemento di riflessione. C’è ancora tempo per gli emendamenti al Senato», ha detto Giuseppe Conte ieri.
Quale sia l’esito della riflessione è ancora presto per dirlo. «L’ecotassa è dentro la legge di bilancio al momento ed è un bonus per le auto elettriche e a metano e le ibride. Non c’è nessuna tassa sulle auto, è un bonus per chi acquista auto che non inquinano», assicura Luigi Di Maio. Il vicepremier pentastellato ha convocato per lunedì sindacati e costruttori che hanno già lanciato l’allarme sulle pesanti ricadute che potrebbe determinare la decisione del Governo. Anche perchè nonostante le rassicurazioni del ministro del Lavoro e dello Sviluppo al momento la tassa c’è e i Cinquestelle la rivendicano. L’ecotassa «è nel contratto di governo», ricorda la sottosegretaria all’Economia Laura Castelli. Lo stesso ripete il suo omologo allo Sviluppo Davide Crippa che sottolinea: «Questa non è una tassa sull’esistente ma sulle auto più inquinanti di futura immatricolazione». Nella relazione tecnica che accompagna la norma si prevede che i bonus per auto ecologiche dovrebbero ammontare a circa 335 milioni, una somma pressocché identica a quella ottenuta dalla tassa sull’acquisto di auto inquinanti che viene valutata in quasi 340 milioni. Tra uscite e nuove entrate sarebbe pari e patta. Tacciono i leghisti che però prima della sortita di Salvini non si erano opposti alla norma in commissione. Probabile a questo punto che al Senato la tassa verrà rivista “salvando” le utilitarie e contemporanemente escludendo l’incentivo all’acquisto per le auto elettriche o ibride di lusso come già anticipato da Crippa.
L’effetto comunque resta pesante per il comparto automotive italiano. «Questo provvedimento – dice Pier Luigi del Viscovo del Centro Studi Fleet&Mobility - produrrebbe un duplice risultato negativo. La contrazione delle vendite, stimabile in almeno centomila unità, in un mercato che già così faticherebbe a mantenere gli stessi volumi del 2018. Questo avrebbe un effetto immediato sull’occupazione nelle concessionarie di auto e sull’indotto, oltre che sulla filiera produttiva, fatta degli impianti Fca ma anche dei tantissimi produttori di componentistica. L’altro effetto sarebbe sull’ambiente, poiché appunto continuerebbero a circolare vetture obsolete con livelli di emissione davvero preoccupanti». Previsioni confermate anche dal Centro Studi Promotor diretto da Gianprimo Quagliano, secondo cui nel 2019 il mercato rischia di perdere 100mila immatricolazioni. Quagliano ribadisce che la strada da seguire è quella degli incentivi alla rottamazione adottati nel 1997 grazie ai quali si realizzarono maggiori entrate per lo Stato per 1.400 miliardi di lire (723 milioni di euro) , generando, secondo la Banca d’Italia,un incremento del Pil di 0,4 punti percentuali.