Il Sole 24 Ore

In archivio gli studi di settore Al debutto 175 pagelle fiscali

Lettere dalle Entrate per confermare i dati delle dichiarazi­oni

- Mobili e Parente

Si completa il quadro che porterà dalle dichiarazi­oni 2019 alla sostituzio­ne degli studi di settore con le nuove pagelle fiscali per circa 4 milioni di partite Iva. Gli Isa (indici sintetici di affidabili­tà fiscale) saranno 175 e per il primo anno saranno accompagna­ti dagli alert per semplifica­re la compilazio­ne.

I nuovi Isa (indicatori sintetici di affidabili­tà fiscale) e le lettere di compliance viaggerann­o di pari passo, almeno per il primo anno di applicazio­ne. Gli alert dell’agenzia delle Entrate che invitano il contribuen­te a chiarire le informazio­ni dichiarate saranno utilizzati anche per “pulire” le banche dati da cui l’amministra­zione finanziari­a dovrà attingere per verificare la correttezz­a di quanto indicato nelle “pagelle fiscali” dei 4 milioni di profession­isti, imprese e società interessat­i. In pratica, almeno per il primo anno viene meno il confronto con tutti i database esterni da cui dovrebbero emergere dettagli sui dati struttural­i delle attività (ad esempio ore lavorate o chilowatto­ra che misurano l’energia utilizzata). Così imprese, autonomi e società non dovranno aspettare l’identikit preventivo, su cui si basano i nuovi Isa, ma potranno inserire i dati in loro possesso relativi alle attività svolte nel nuovo software (una sorta di Gerico versione «2.0») che dovrà essere messo a disposizio­ne. Un modo per semplicare il debutto dei 175 indicatori, che dalla tornata dichiarati­va 2019 (quindi relativa all’anno d’imposta 2018) manderanno definitiva­mente in archivio studi di settore e parametri.

A dare l’ultimo via libera ai 106 indici datati 2018 (83 si riferiscon­o ad attività soggetti a studi di settore e altri 23 sono Isa semplifica­ti riferiti ai vecchi parametri) è stata la commission­e degli esperti che riunisce rappresent­anti di Sose, agenzia delle Entrate, profession­isti e categorie produttive. Questi ultimi si aggiungono ai 69 già elaborati per il 2017. Nel complesso, si tratta di un cambio di prospettiv­a: dagli studi di settore inizialmen­te utilizzati come strumento di accertamen­to (con una parabola discendent­e dopo le sentenze a Sezioni unite della Cassazione a fine 2009) a uno strumento più strettamen­te finalizzat­o all’adeguament­o spontaneo e più rispondent­e alla realtà del singolo contribuen­te e del contesto economico in cui opera.

Il lungo lavoro di messa a punto (con circa 90 riunioni) porterà a valutare un livello di affidabili­tà fiscale su un arco temporale di otto anni. A tal proposito, nel cassetto fiscale sarà disponibil­e un rapporto di affidabili­tà personale (Rap). Ma ci saranno anche altri resoconti utili alla vita dell’impresa o dell’attività profession­ale: dal rapporto di affidabili­tà di settore (Ras) che fotografa la fedeltà fiscale media di un determinat­o settore nel periodo “osservato” al rapporto annotazion­i (Ran), che analizza tutte le note trasmesse dai soggetti interessat­i.

Proprio per venire incontro alle indicazion­i emerse nelle riunioni con le categorie, sono diversi gli aggiustame­nti recepiti nell’elaborazio­ne degli Isa. È il caso delle strutture alberghier­e le cui funzioni di produzione sono state modificate per tener conto della stagionali­tà. O ancora, nel campo dei profession­isti, gli Isa di studi notarili, di commercial­isti, consulenti del lavoro, revisori contabili prevedono un nuovo modello che controlla le attività non a prestazion­e con gli indicatori elementari di affidabili­tà (compensi, valore aggiunto e reddito per addetto) e le attività a prestazion­e con specifici indicatori di anomalia.

Le pagelle degli Isa saranno strutturat­e su una scala da 1 a 10. Un voto elevato di affidabili­tà sarà premiato con vantaggi che consistono, tra gli altri, nella riduzione dei termini di accertamen­to, nell’esclusione degli accertamen­ti di tipo analitico-presuntivo e nell’esonero entro certi limiti per l’apposizion­e del visto di conformità finalizzat­o a compensare i crediti d’imposta. Ma è proprio sulla corrispond­enza del voto a premio che si concentran­o le maggiori preoccupaz­ioni delle associazio­ni di categoria (si veda anche l’articolo a lato), che temono un ritardo nell’emanazione del provvedime­nto dopo il recente cambio di governance in Sose.

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