Viaggi Atelier Sudafrica: la rinascita tra moda e safari
Creatività e safari. La rinascita di Cape Town grazie a design, moda e architettura Viaggio nei quartieri centrali di Johannesburg animati da mercati e musica dal vivo
Basta girare per il vibrante sobborgo di Woodstock a Cape Town per scorgere le opere di Faith47, tra le più note street artist del Paese. Ci raccontano il Sud Africa di ieri e di oggi: dalla ribellione contro l’apartheid e la segregazione alla tutela degli animali in via di estinzione. In un Paese in cui oltre il 45% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e la disoccupazione è tra le più alte al mondo (27%) sono ancora tante e forti le contraddizioni. Ma se la creatività è la chiave di lettura per addentrarsi nelle sue città( da Cap eT ownaJ oh annesburg, da Port Elizabeth a Durban), i safari “eco” lo sono per restare meravigliati dalla sua natura, un vero museo a cielo aperto. La si può scoprire durante tutto l’anno, ma da dicembre ad aprile è nel suo massimo splendore. In questa terra tra le più maestose al mondo perla ricchezza della biodiversità, proprio in uno dei suoi 600 parchi nazionali si possono incontrareda vicino e,inm odo sos tenibile, i«bigfi ve », magari optando per una delle proposte di African Conservation Experience (conservationafrica.net), oppure per un soggiorno in una delle strutture di Isibindi Africa Lodge (www.isibindi.co.za) che collabora con le comunità locali ed è impegnata nella preservazione delle sue aree.
Creatività, moda e design
Da alcuni anni Cape Town è attraversata da un fermento nuovo. Quest’antica città è da visitare non solo perché si affaccia su una costa magnifica (la Garden Route ), in prossimità del Capo di Buona Speranza, dove giunge il profumo di Chardonnay che si coltiva nel vicino Boland, tra le più rinomate wineland del mondo. Va visitata anche perché oggi è un riferimento mondiale per la creatività, nel design, nella moda, nell’architettura. Sulla scia della celebre fiera Design Indaba (www.designindaba.com) che dal 1995 si tiene ogni anno in febbraio, Cape Town ha vissuto una rinascita coraggiosa, trasformandosi in un laboratorio urbanistico. Li Edelkoort, fra le trendhunter più famose, seguita da brand come Zegna, Armani, Prada e Zara, ha scelto proprio il Festival Indaba 2019 per presentare le sue previsioni per il 2020. La riqualificazione di numerosi quartieri della città e l’apertura nel 2017 dello Zeitz MOCAA – Museum of Contemporary Art Africa, nel V&A Waterfront, fanno di Cape Town una meta imperdibile per gli amanti del design. Proprio nell’edificio dello Zeit, un ex granaio anni ’20 rivisitato in stile neo-brutalista, da una ristrutturazione dello studio londinese Thomas Heatherwick è nato il lussuoso hotel The Silo (www.waterfront.co.za): dal suo rooftop si ammira una delle viste migliori sulla Table Mountain.
L’ex fabbrica di biscotti
Un tempo popolato solo da magazzini e fabbriche, oggi il quartiere di Woodstock è ricco di spazi industriali restaurati, studi di design, laboratori, gallerie d’arte e negozi di nicchia: l’Old Biscuit Mill, ex fabbrica di biscotti, è diventato unos paziopoli valente dove convivono negozi di design, buona cucina e musica. E se a Woodstock Exchange si scoprono i brand locali più in voga, negli atelierenellegalleried’artedifama(StevensonGallery,SouthernGuildeGoodmanGallery)siarrivaanchetramiteuno dei tanti tour personalizzabili (li organizzaperesempioGoAfriquewww.goafrique.it).Perun’esperienzadigustosi fatappaal The Kitchenoal The PotLuck Club, ma anche a Bo-Kaap , noto anche come Quartiere Malese. Nella zona del V& A Waterfront, doveuntempoc’ erail vecchio porto turistico, si trova Watershed, altro spazio con oltre 350 marchi indipendenti ed emergenti di stilisti e designer. Proprio dal vecchio portocisi imbarca perarrivaredi frontea Robben Island, l’isola delle foche dove Nelson Mandela ha trascorso 18 anni di prigionia, oggi sito Unesco.
Il mercato del sabato mattina
Non è da meno la creatività dei giovani sud africani che stanno cambiando i quartieri centrali di Joburg. Per esempio Braamfontein, da visitare magari il sabato mattina quando si svolge uno dei mercati più divertenti della città, il Neighbourgoods Market. Ci si può ritrovare tra una folla di locali e turisti di ogni età, ad ascoltare musica dal vivo assaggiando varie prelibatezze a base di ingredienti biologici e a km zero. Per un appuntamento culturale si può fare una visita al Wits Art Museum (Wam), che ospita il più ampio patrimonio di arti africane dell’Africa australe. Anche Maboneng è diventata una delle zone più trendy di Johannesburg, frequentata soprattutto nel fine settimana quando molti si riversano all’Arts on Main e, la domenica, al Market on Main per godere la creatività delle nuove generazioni di artisti sudafricani. La location è suggestiva: un magazzino industriale di inizio ‘900 ristrutturato, che unisce l’anima del vecchio mondo al design contemporaneo.
Johannesburg e i locali jazz
Non lontano da Maboneng, gli amanti dello shopping possono optare per il 44 Stanley Avenue Precinct, una vera e propria collezione di boutique. La musica è di casa nei quartieri di Melville e Newtown Precint: negli anni dell’apartheid Melville era uno dei pochi posti in cui si poteva socializzare con colori della pelle diversi ed è sempre stata un’area alla moda e un po’ sovversiva. Il quartiere conserva ancora lo stesso spirito bohémien, offre un mix eclettico di ristoranti, bar e spazi creativi come il 27boxes (www.27boxes.co.za). Fare tappa al Bassline, sul cui palco si sono esibiti artisti come Miriam Makeba e Abdullah Ibrahim, è un must del Jazz Safari, un tour personalizzato che fa conoscere Johannesburg attraverso i migliori locali jazz, ma soprattutto portando i turisti nelle case dei musicisti.
Il museo dell’apartheid
All’Apartheid Museum ad Ormond si può trascorrere un’intera mattina per conoscere da vicino l’ascesa e il declino dell’apartheid. Uno dei 27 itinerari organizzati in occasione dei cento anni dalla nascita di Mandela parte da Johannesburg per addentrarsi nelle Midlands (a Howick il museo e la statua dell’artista Marco Cianfanelli ricordano che lì Nelson Mandela venne catturato nel 1962), dove nei piccoli borghi non mancano gallerie e laboratori artistici, per arrivare nella terra degli Zulu, il KwaZulu Natal. Punto di riferimento è Durban, la “Miami del Sudafrica” che grazie alla temperatura mite del suo mare è la patria dei surfisti che, sin dalle prime ore dell’alba, sono a caccia dell’onda, magari a Bay of Plenty . La costa a nord è tra le più belle dell’Africa: a Umhlanga Rocks beach, dall’iconico Oyster Box(oysterboxhotel.com) affacciato sul faro si viene rapiti dalla vista, indimenticabile, sull’Oceano Indiano.
á@lucillaincorvat