Il MAXXI lavora per aprirsi al mondo
Luogo di incontri e conflitti, trama di emozioni e dolori, scenario di impegno civile, antidoto alla frantumazione nel recinto virtuale. Questa è La Strada: dove il mondo si crea, la grande mostra internazionale curata da Hou Hanru assieme all’intero team dei curatori del museo con cui il MAXXI prosegue nell'esplorazione dell'universo contemporaneo. Il nostro direttore artistico ha interpellato oltre 140 autori, molti sperimentatori lontani dallo star system dell’arte contemporanea, stimolando una lettura del gesto artistico in chiave di analisi e denuncia sul futuro delle società globalizzate. Impigriti dall’abuso tecnologico, monitorati da poteri sempre meno riconoscibili, stiamo tutti costruendo una fase storica che incide in profondità sulle funzioni e sulle regole della democrazia, sulla stessa visione della vita. Una mostra, una bellissima mostra, può offrirci piste di conoscenza, suggestioni e bagliori inaspettati di trasformazioni possibili.
Essere e agire come un museo-laboratorio di linguaggi, discipline e saperi è nel codice genetico del MAXXI che stiamo costruendo da qualche tempo. Ora, con La Strada apriamo un altro orizzonte alle occasioni di dialogo e convergenza che hanno già prodotto nella programmazione degli ultimi anni esiti inediti e sorprendenti e hanno portato all’attenzione diversi artisti capaci di esprimersi con originalità, spesso controcorrente rispetto alle mode e a certe narrazioni dominanti. I nostri progetti somigliano frequentemente a traversate in “mare aperto” lungo rotte impreviste, dalle quali si può uscire però arricchiti e trasformati. In questo periodo ospitiamo, per fare un esempio, anche la mostra Low Form, le cui opere interrogano il rapporto tra arte e intelligenza artificiale e il limite che esiste – se esiste – tra algoritmo e creazione artistica. Il nostro invito è di non aver timore di conoscere, mescolare, guardare lontano, introdursi a una sorta di nuovo surrealismo del XXI secolo, il secolo dell’identità e della missione del MAXXI. In un surrealismo che, a differenza di quello novecentesco, non prende forma dalla psicoanalisi e dalla sua porta spalancata sul subconscio, ma dalle forme instabili che gli algoritmi, la tecnologia, la ricerca dati restituiscono alle coscienze.
Ecco il MAXXI di oggi: da un lato i conflitti reali, i colori della strada; dall’altro l’astrazione, la filosofia della scienza; al MAXXI la poetica civile e il futuro si incontrano, si specchiano nel quadro magmatico della storia contemporanea, affresco terribilmente tangibile nelle fotografie di Paolo Pellegrin, protagoniste di un’altra mostra in corso, che mette insieme epica umana e maestà della natura.
Ospitiamo il mondo dando voce ad artisti figli di ogni latitudine. Viaggiamo con la nostra collezione- l’anima del MAXXI- per cercare il linguaggio universale dell'arte e costruire “ponti” tra popoli e culture. Siamo un museo ambasciatore di pace, strumento di diplomazia culturale. Così, da poco abbiamo inaugurato un allestimento della collezione con molte nuove importanti acquisizioni d’arte, d’architettura e di fotografia; e nello stesso tempo una parte della collezione si trova a New Delhi con la mostra Extraordinary Visions. Italy e un’altra (Classic Reloaded) al Bardo, il museo di Tunisi ferito dalla furia terrorista.
Siamo sempre più un museo “bifocale”: arricchisce, sviluppa il suo patrimonio pubblico e si muove nel palcoscenico artistico internazionale con una spiccata vocazione “itinerante”. Teniamo molto a questa vocazione, tanto più a ridosso del nostro anniversario: nel 2020 il MAXXI celebrerà la sua decennale attività. Sarà per tutti noi – dal punto di vista istituzionale, scientifico e culturale – un traguardo e un trampolino. Immaginiamo assieme altre sfide, altre avventure. Intanto però, con gli artisti, scendiamo in Strada!
Presidente della Fondazione MAXXI