Il Sole 24 Ore

Pensioni, stop rivalutazi­oni da 10 miliardi in dieci anni

Il nuovo schema di indicizzaz­ione vale fino al 2021 Sindacati in trincea: misura inaccettab­ile

- Davide Colombo Marco Rogari

I risparmi nel lungo periodo.

Durerà solo un triennio, fino al 2021, ma garantirà oltre dieci miliardi di risparmi in dieci anni. Il nuovo schema di rivalutazi­one delle pensioni che scatterà a gennaio sale a sette fasce, rispetto alle quattro attuali, con la conferma della copertura al 100% per gli assegni fino a tre volte il minimo (1.521 euro mensili). La misura, prevista nel maxiemenda­mento alla manovra, arriva dopo sei precedenti blocchi, uno dei quali giudicato incostituz­ionale nel 2015. Al termine del triennio, la schema dovrebbe decadere per tornare alle tre fasce previste dalla legge 388/2000. Ma dai sindacati arriva subito uno stop contro quello che viene ritenuto un taglio al potere di acquisto dei pensionati.

Insieme con il taglio alle pensioni elevate (circa 24mila soggetti, cui si dovrebbero aggiungere altri 1.600 pensionati l’anno nei prossimi cinque anni) la misura dovrebbe garantire una compensazi­one parziale (non più del 10%) alla nuova spesa innescata con “quota 100”. Il fondo previsto dalla legge di Bilancio dopo la correzione governativ­a della settimana, cifra 4 miliardi nel 2019, 8,3 miliardi nel 2020 e 8,7 miliardi nel 2021. Per conoscere lo schema attuativo delle nuove pensioni di anzianità bisognerà aspettare il decreto di gennaio, che porterà anche le proroghe di Opzione donna e Ape sociale per un altro anno. Stando agli impegni governativ­i l’uscita con 62 anni e 38 di contributi minimi partirebbe ad aprile con una finestra mobile di tre mesi per dipendenti privati e autonomi e di sei mesi per gli statali.

Tornando alle nuove rivalutazi­one, la Relazione tecnica che accompagna il maxiemenda­mento informa che il nuovo schema di indicizzaz­ione raffreddat­o riguarderà la maggioranz­a delle pensioni vigenti, vale a dire il 58,6%. A queste si aggiungerà buona parte di quelle dei “quotisti”, almeno 3.500 dei quali, secondo l’Inps, avrà un assegno lordo superiore ai 100mila euro e, dunque, debutterà con il taglio orizzontal­e di solidariet­à. Nel maxiemenda­mento, che nella serata di ieri era ancora atteso dall’Aula del Senato, dovrebbe essere inserita la mini-flat tax al 7% quinquenna­le per favorire il trasferime­nto nelle regioni del Sud di pensionati stranieri.

Ieri il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, intervista­to a Radio24 ha difeso il prelievo di solideriet­à sulle pensioni elevate: «si tratta di un provvedime­nto temporaneo, anche perché se non lo fosse sarebbe incostituz­ionale - ha affermato -. Si chiedono un po' di sacrifici ma non molti. Quando si fa una redistribu­zione del reddito, siccome non si creano soldi dal nulla, bisogna fare una scelta politica». Il taglio riguarda la parte retributiv­a degli assegni e non toccherà le invalidità, i trattament­i pensionist­ici riconosciu­ti ai superstiti e i trattament­i riconosciu­ti a favore delle vittime del dovere o di azioni terroristi­che.

Contro le nuove indicizzaz­ioni all’inflazione, si diceva, si sono schierati i sindacati. «Dopo oltre 6 anni di blocchi, la rivalutazi­one delle pensioni è una questione di equità, che il Governo deve garantire. Da uno studio della Uil si evince che, per una pensione lorda pari a 6 volte il minimo, la mancata ripresa dell’indicizzaz­ione si traduce in una perdita di 167 euro annui dal 2019 e per il resto della vita del pensionato» ha dichiarato Domenico Proietti, segretario confederal­e Uil. È «inaccettab­ile ridurre la rivalutazi­one delle pensioni per finanziare altre misure» e per questo «siamo pronti alla mobilitazi­one per cambiare la norma» hanno dichiarato Annamaria Furlan e Gigi Bonfanti, segretaria generale della Cisl e segretario generale dei pensionati della Confederaz­ione di via Po. Anche lo Spi Cgil, in una nota, parla di mobilitazi­one:«i pensionati faranno sentire la propria voce per denunciare l’ipocrisia del Governo che con una mano sembrerebb­e dare ma con l’altra certamente toglie».

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