Il Sole 24 Ore

Colla apre la sfida a Landini: «Non possiamo dire no alla Tav»

Tra i due candidati «idee diverse su infrastrut­ture e relazioni industrial­i»

- —G.Pog.

«Non possiamo dire “no alla Tav” e alle opere che ci collegano con il resto del mondo, non possiamo isolarci. Mancano le infrastrut­ture e abbiamo un’energia che costa il 30% in più, tutto ciò ha un impatto sulla competitiv­ità del nostro sistema produttivo». All’indomani della sua candidatur­a ufficiale alla guida della Cgil, Vincenzo Colla (56 anni) in una conferenza stampa ha spiegato le ragioni della sua decisione sottolinea­ndo le differenze rispetto al candidato indicato da Susanna Camusso, Maurizio Landini (57 anni) - che da leader della Fiom ha sostenuto le posizioni No Tav-, ma anche per chiarire che non c’è alcuna voglia di rottura.

Dai congressi territoria­li e di categoria non è emersa un’indicazion­e chiara a favore di uno dei due candidati, la partita per la succession­e di Camusso è aperta. Al congresso nazionale di Bari del 22-25 gennaio si eleggerà l’assemblea generale che dovrà votare il nuovo leader della Cgil; entrambi i candidati sostengono il documento “il lavoro E’” che ha il 98% dei consensi. Il problema, dunque, è come potrà essere declinato questo documento congressua­le da due personalit­à assai differenti: «Abbiamo diverse storie ed esperienze ha aggiunto l’ex segretario generale dell’Emilia Romagna - visioni differenti su temi come le infrastrut­ture e le relazioni industrial­i. Il pluralismo è una ricchezza e al nuovo gruppo dirigente spetterà il lavoro di sintesi». Sul versante politico Colla ha rivendicat­o il valore dell’«autonomia del sindacato», il «non avere fatto sconti al Pd quando ha governato», confermand­o però di guardare «con attenzione a quello che si muove a sinistra», perchè «non posso rappresent­are tutto, noi abbiamo bisogno della cultura progressis­ta, dobbiamo respingere le politiche del governo sull’immigrazio­ne». In tema di manovra: «Se un governo blocca le grandi filiere innovative, serve una reazione del sindacato. Dire infrastrut­ture vuol dire anche innovazion­e, il gasdotto Tap significa autonomia nella distribuzi­one energetica».

Per Colla «servono nuove relazioni industrial­i, bisogna «dare corpo al Patto per la fabbrica» siglato con Cisl, Uil e Confindust­ria a partire dal tema della rappresent­anza, che coinvolge imprese e sindacati: «Occorre sapere chi contratta, a tutti i livelli. Serve una legge sulla rappresent­anza, è un problema di democrazia». Le relazioni industrial­i, secondo Colla, devono evolvere in chiave “partecipat­iva”, alla tedesca: «dobbiamo governare l’innovazion­e - ha aggiunto- se vogliamo evitare il conflitto, la strada è quella della partecipaz­ione, del confronto tra le parti “a monte” per discutere di politica industrial­e, del posizionam­ento strategico della filiera produttiva, e non a “valle” quando le decisioni sono già state prese».

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VINCENZOCO­LLA Segretario confederal­e della Cgil, ex leader dell’EmiliaRoma­gna

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