Ghosn, nuovo mandato d’arresto
Nuovo mandato di arresto, con accuse aggiuntive, per Carlos Ghosn. Le speranze del ceo dell’alleanza automobilistica Renault-Nissan-Mitsubishi Motors, di tornare a casa vengono così per il momento spente. Ghosn è stato arrestato una prima volta il 19 novembre a Tokyo per presunti illeciti finanziari.
I media avevano già annunciato che sarebbe rimasto in carcere fino alla fine dell'anno, o anche oltre, ma il tribunale giovedì, con un gesto raro, ha rifiutato la proposta del pubblico ministero di estendere la custodia di Ghosn. La cauzione sembrava imminente e Ghosn si era detto già pronto a «ripristinare la sua reputazione». Ma ieri è arrivato il nuovo mandato di arresto che prevede altre 48 ore per l'interrogatorio sulle nuove accuse, tra cui «la violazione della fiducia». La durata di questa custodia può poi essere ulteriormente estesa.
Un mese fa il clamoroso arresto di Ghosn, il 64enne top manager di origini libanesi, provocato dall’accusa di violazione delle norme che regolano le comunicazioni finanziarie alle autorità di Borsa, in relazione ai suoi compensi. Ghosn - chairman di Nissan, dopo aver lasciato il ruolo di Ceo l'anno scorso - è stato oggetto di una inchiesta interna segreta per molti mesi dopo le segnalazioni di un «whistleblower»: in seguito alla soffiata, è emerso che il manager avrebbe riferito, nei report agli organi di Borsa, compensi inferiori a quanto effettivamente percepito.