Appalti, dal 18 aprile e-fattura secondo standard unici europei
Un anno in più di tempo per le amministrazioni aggiudicatrici «sub-centrali»
Dal 18 aprile prossimo tutte le amministrazioni italiane «sono tenute a ricevere ed elaborare», nell’ambito dell’esecuzione dei loro appalti, fatture elettroniche costruite secondo uno standard unico europeo. Con un’eccezione, molto rilevante, per le amministrazioni aggiudicatrici «subcentrali», cioè tutti i soggetti che sono fuori dal perimetro dello Stato centrale: per loro l’obbligo, con un anno in più di tempo, decorre dal 18 aprile del 2020. È questo il cuore del decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/55/Ue, approvato in via definitiva nel Consiglio dei ministri di ieri.
Il nuovo formato, che punta a integrare i diversi regimi esistenti, sarà comune a tutti i paesi membri e sarà accettato dallo Sdi: il sistema di interscambio, allora, dovrà essere arricchito dalla funzione di traduzione delle fatture elettroniche compatibili con questo modello. L’adeguamento del Sistema di interscambio consentirà, nella pratica, di evitare che le pubbliche amministrazioni siano costrette ad attrezzarsi individualmente per la gestione dei due formati europei.
Più nello specifico, lo standard europeo consiste in un modello semantico e due sintassi utilizzabili, la Cross industry invoice Xml dell’Un/Cefact e la Ubl (Universal business language), come definito dalla norma Iso/Iec 19845:2015. Il contenuto informativo è, nella sostanza, del tutto equivalente a quello del formato nazionale «FatturaPa». Va precisato che, con il nuovo decreto, non è prevista alcuna modifica alle regole per la ricezione delle fatture e per il loro inoltro ai cessionari o ai committenti.
Da sottolineare un piccolo problema applicativo: non c’è, infatti, coincidenza perfetta tra pubbliche amministrazioni e soggetti che aggiudicano appalti in base alle regole del Dlgs 50 del 2016: succede, ad esempio, nel caso di chi gestisce reti o concessioni pubbliche. «In altre parole - spiega la relazione che accompagna il provvedimento - la direttiva 2014/55/Ue si applica anche a soggetti che non sono già obbligati per legge a gestire le fatture elettroniche in formato FatturaPa e che verosimilmente non sono attrezzati per tale gestione». In questi casi sarà necessario prepararsi. Questi soggetti, quindi, dovranno accreditarsi presso l’Indice delle pubbliche amministrazioni.