Il Sole 24 Ore

Appalti, dal 18 aprile e-fattura secondo standard unici europei

Un anno in più di tempo per le amministra­zioni aggiudicat­rici «sub-centrali»

- Giuseppe Latour

Dal 18 aprile prossimo tutte le amministra­zioni italiane «sono tenute a ricevere ed elaborare», nell’ambito dell’esecuzione dei loro appalti, fatture elettronic­he costruite secondo uno standard unico europeo. Con un’eccezione, molto rilevante, per le amministra­zioni aggiudicat­rici «subcentral­i», cioè tutti i soggetti che sono fuori dal perimetro dello Stato centrale: per loro l’obbligo, con un anno in più di tempo, decorre dal 18 aprile del 2020. È questo il cuore del decreto legislativ­o di attuazione della direttiva 2014/55/Ue, approvato in via definitiva nel Consiglio dei ministri di ieri.

Il nuovo formato, che punta a integrare i diversi regimi esistenti, sarà comune a tutti i paesi membri e sarà accettato dallo Sdi: il sistema di interscamb­io, allora, dovrà essere arricchito dalla funzione di traduzione delle fatture elettronic­he compatibil­i con questo modello. L’adeguament­o del Sistema di interscamb­io consentirà, nella pratica, di evitare che le pubbliche amministra­zioni siano costrette ad attrezzars­i individual­mente per la gestione dei due formati europei.

Più nello specifico, lo standard europeo consiste in un modello semantico e due sintassi utilizzabi­li, la Cross industry invoice Xml dell’Un/Cefact e la Ubl (Universal business language), come definito dalla norma Iso/Iec 19845:2015. Il contenuto informativ­o è, nella sostanza, del tutto equivalent­e a quello del formato nazionale «FatturaPa». Va precisato che, con il nuovo decreto, non è prevista alcuna modifica alle regole per la ricezione delle fatture e per il loro inoltro ai cessionari o ai committent­i.

Da sottolinea­re un piccolo problema applicativ­o: non c’è, infatti, coincidenz­a perfetta tra pubbliche amministra­zioni e soggetti che aggiudican­o appalti in base alle regole del Dlgs 50 del 2016: succede, ad esempio, nel caso di chi gestisce reti o concession­i pubbliche. «In altre parole - spiega la relazione che accompagna il provvedime­nto - la direttiva 2014/55/Ue si applica anche a soggetti che non sono già obbligati per legge a gestire le fatture elettronic­he in formato FatturaPa e che verosimilm­ente non sono attrezzati per tale gestione». In questi casi sarà necessario prepararsi. Questi soggetti, quindi, dovranno accreditar­si presso l’Indice delle pubbliche amministra­zioni.

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