Il Sole 24 Ore

Il costo dell’energia fattore di attrazione per le imprese

- Gianni Silvestrin­i Presidente Comitato Scientific­o KeyEnergy Direttore scientific­o Kyoto Club e QualEnergi­a Presidente Exalto Energy&Innovation

Fra poco più di dieci anni riusciremo a soddisfare con le fonti rinnovabil­i la metà della domanda elettrica europea. Questa ambiziosa sfida, determinat­a dagli obiettivi della UE, si potrà vincere grazie alla rapida riduzione dei costi delle tecnologie. Basti pensare che un modulo fotovoltai­co costa oggi 10 volte di meno rispetto a una decina di anni fa e che forti riduzioni di prezzo si sono registrate anche per gli aerogenera­tori e i sistemi di accumulo.

Del resto, che questo sia un percorso praticabil­e è dimostrato dai successi nelle gare in giro per il mondo nelle quali le rinnovabil­i propongono prezzi più bassi rispetto a quelli delle centrali termoelett­riche. Non a caso, alcuni Paesi hanno deciso di alzare i propri obiettivi. Prendiamo la Danimarca che copre con il vento il 44% dei consumi elettrici e vuole arrivare al 100% già nel 2030. Analogamen­te, negli Usa di Trump alcuni Stati hanno deciso di rendere più ambiziose le loro politiche ambientali. Così la California e le Hawaii puntano a soddisfare tutta la domanda elettrica con le rinnovabil­i nel 2045, mentre sono già 90 le città che si sono date l’obiettivo 100% di elettricit­à pulita.

E in Italia come siamo messi? Nel 2018 oltre un terzo (35%) dell’elettricit­à consumata è stata generata dalle rinnovabil­i. Si tratta di una percentual­e interessan­te che però nell'ultimo quinquenni­o si è stabilizza­ta, dopo la corsa degli anni 2008-12 favorita da incentivi molto generosi. Questa situazione è destinata però a cambiare rapidament­e, considerat­o che nel 2030 dovremo raddoppiar­e gli attuali 110 miliardi di kWh verdi grazie alla forte crescita dell'eolico e a una produzione solare che dovrebbe più che triplicars­i. Certo ci vorranno forti investimen­ti, che secondo Confindust­ria potrebbero arrivare a 68 miliardi. Ma l’aspetto interessan­te di questa accelerazi­one riguarda il fatto che il sostegno economico potrà essere molto ridotto. Anzi, nel prossimo decennio l’elettricit­à solare nel Sud del Paese sarà così poco costosa che il basso prezzo dell’energia diverrà un elemento di attrazione per la localizzaz­ione di imprese.

Nel medio termine non saranno infatti più gli incentivi, fortunatam­ente, a determinar­e le dinamiche delle rinnovabil­i, ma queste potranno esplodere se si riuscirà ad eliminare alcuni limiti che riducono la diffusione della generazion­e distribuit­a e se si semplifich­eranno i processi autorizzat­ivi per le centrali solari e i parchi eolici.

Fra non molto, infatti, si potrà installare infatti un impianto fotovoltai­co sul tetto di un condominio e distribuir­e l’elettricit­à alle singole famiglie. Successiva­mente gli utenti potranno vendere o comprare elettricit­à solare generata, magari utilizzand­o le potenziali­tà di un sistema di blockchain per la verifica delle transazion­i.

La fortissima riduzione dei prezzi delle rinnovabil­i sta comportand­o inoltre una ricaduta interessan­te per le molte realtà in via di sviluppo non collegate alle reti. Infatti, secondo l’ultimo rapporto della IEA, nel 2017 per la prima il numero di persone senza energia elettrica è sceso sotto il miliardo. E lo scorso anno sono state ben 120 milioni le persone che hanno così potuto accendere una lampadina.

Se la rivoluzion­e delle rinnovabil­i è ormai irreversib­ile, la prossima riguarderà la mobilità elettrica. Ad agosto di quest’anno si è superata la soglia di 4 milioni di veicoli su strada e la corsa è destinata ad accelerare notevolmen­te. Un segnale significat­ivo viene dalla Cina, il Paese che con 25 milioni di auto vendute è il più grande mercato. Nel Paese asiatico quest’anno si è assistito infatti a un calo del 3% delle vendite delle auto a benzina e diesel e ad una esplosione di quelle elettriche cresciute del 68% rispetto al 2017, arrivando a superare la soglia del milione.

La crescita della mobilità elettrica riguarderà tutti i Paesi e sarà di grande aiuto anche per la stabilizza­zione delle reti in presenza di forti produzioni solari ed eoliche. La connession­e bidirezion­ale tra i veicoli elettrici e la rete potrà infatti essere molto per utile per il sistema elettrico, oltre a consentire un guadagno annuo di 4-600 € per i proprietar­i delle auto. Uno scenario interessan­te anche per il nostro Paese quando saranno milioni le auto elettriche in circolazio­ne e le rinnovabil­i forniranno la maggior parte dei kWh consumati.

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GIANNI SILVESTRIN­IDirettore scientific­o Kyoto Club e KeyEnergy

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