Il Sole 24 Ore

Nuove pagelle contributi­ve contro i furbetti del «reddito»

La Gdf e l’evasione. Debuttano gli «Isac», gli indicatori in grado di valutare l’affidabili­tà di ciascun datore di lavoro nei versamenti Sostegno di cittadinan­za. I filtri anti-abusi tra auto, casa e doppi parametri economici Sempre più cruciale l’Isee:

- Pagina a cura di Valentina Melis

Doppio filtro sui conti della famiglia che chiederà il reddito di cittadinan­za. Non basta infatti avere un Isee entro 9.360 euro. Serve anche un reddito familiare sotto 6mila euro annui (per un single, che passa a 8.400 euro per due componenti e può aumentare con il crescere del nucleo). È quanto prevede la bozza di decreto sulla nuova misura di contrasto alla povertà circolata nei giorni scorsi, che dovrebbe essere approvata dal Consiglio dei ministri questa settimana, dopo il via libera della Ragi oneria dello Stato.

Due parametri economici da soddisfare, quindi, esattament­e come previsto per il reddito di inclusione - la misura già in uso dal 2017 e verso l’uscita di scena con l’arrivo del nuovo sussidio che guarda all’Isee ma anche all’Isre, indicatore della situazione reddituale. Ciò significa che, sebbene le soglie di accesso previste per il reddito di cittadinan­za siano più generose rispetto a quelle del Rei (Isee entro 6mila euro e Isre entro 3mila euro), molti richiedent­i potrebbero restare comunque esclusi dalla nuova misura, perché avranno magari un Isee adeguato (tenuto conto di franchigie e agevolazio­ni previste dall’indicatore) ma non rientreran­no nei parametri reddituali. Del resto, anche nel caso del reddito di inclusione, un richiedent­e su due risulta senza i requisiti: per 379mila famiglie di beneficiar­i attuali (circa un milione di persone), le domande presentate erano state 787.982. Significa che quelle accolte sono il 48% di quelle arrivate.

C’è un tetto anche per il patrimonio mobiliare: conti correnti, libretti di deposito, titoli. Per accedere al reddito di cittadinan­za, non bisogna superare 6mila euro, che salgono fino a 10mila euro al crescere del nucleo, con ulteriori elementi di elasticità per figli successivi al secondo o familiari con disabilità. Anche in questo caso, l’aspirante beneficiar­io dovrà fare un’analisi attenta dei requisiti, consideran­do che il patrimonio mobiliare medio, dichiarato da chi chiede l’Isee per accedere a prestazion­i sociali agevolate o altro, è di 16.927 euro. Un valore cresciuto progressiv­amente negli ultimi anni, soprattutt­o dopo la riforma dell’Isee nel 2015: la possibilit­à di usare per i controlli i dati comunicati dagli intermedia­ri finanziari all’agenzia delle Entrate ha ridotto drasticame­nte gli Isee con patrimonio mobiliare nullo. Erano l’80% nel 2011 e sono passati al 5,9% nel 2016 (ultimo dato disponibil­e). Il valore medio del patrimonio mobiliare dichiarato nelle domande di Isee è passato da 14.741 euro nel 2015 ai quasi 17mila euro nel 2016. È vero che il denaro contante non depositato e l’eventuale lavoro in nero di chi richiederà il reddito di cittadinan­za possono sfuggire al monitoragg­io, ma basta comunque un conto in banca per dover tenere conto dei paletti previsti.

Chi aspira al sussidio può avere una casa oltre quella di abitazione, purché il secondo immobile abbia una rendita entro 180 euro (la rendita corrispond­ente a un immobile con valore imponibile a fini Imu di 30mila euro). È un valore ben al di sotto della rendita media degli immobili in Italia, che è di 480 euro. Andranno monitorati quindi anche gli immobili ereditati o posseduti in comproprie­tà con persone fuori dal proprio nucleo familiare.

Stop al reddito di cittadinan­za, poi, per chi ha un’auto nuova, cioè immatricol­ata per la prima volta nei sei mesi precedenti la richiesta del beneficio (o entro i due anni precedenti se di cilindrata sopra 1.600 cc).

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STEFANO MARRA

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