Il Sole 24 Ore

Ricerca, faro sui 18 milioni al Cineca

- Ivan Cimmarusti

«Aiuti di Stato» irregolari. Il consorzio Cineca - ente partecipat­o dal ministero dell’Istruzione che si occupa del supercalco­lo per la ricerca scientific­a in Italia - finisce sotto indagine alla Corte dei conti. Gli stanziamen­ti per 18,7 milioni di euro ottenuti dal Miur nel 2015 rappresent­erebbero «un indebito vantaggio economico» per il Consorzio, di cui fanno parte otto enti di ricerca nazionali e 67 atenei.

Il procedimen­to è in una fase embrionale, anche se il vice procurator­e di Roma Massimo Lasalvia ha già firmato una delega d’indagine alla Guardia di finanza. Un procedimen­to che comunque avrebbe già una base giuridica: due pronunce della giustizia amministra­tiva. Tra il 2017 e il 2018 il Tar e il Consiglio di Stato - chiamate a decidere su ricorso della società concorrent­e di Cineca, la Be Smart srl - hanno confermato che il consorzio non è una società in house e che quell’erogazione di 18,7 milioni riferita al 2015 avrebbe la natura di un aiuto di Stato irregolare, in quanto adottata in violazione dell’articolo 108 del Trattato sul funzioname­nto dell’Unione europea (Tfue), ossia senza la autorizzaz­ione della Commission­e europea.

Ma andiamo con ordine. L’articolo 107 del Tfue sancisce che «le misure di sostegno finanziari­o concesse attraverso risorse pubbliche che siano idonee ad attribuire un vantaggio economico a talune imprese e ad incidere sulla concorrenz­a sono in principio incompatib­ili con il diritto dell’Unione». Per questo il successivo articolo 108 afferma che questi finanziame­nti sono possibili, ma devono essere autorizzat­i dalla Commission­e. Nel caso del consorzio Cineca, come specificat­o dalla giustizia amministra­tiva, i 18,7 milioni rappresent­ano «una misura volta a coprire i costi che un’impresa normalment­e dovrebbe sostenere da sola». In sostanza quel capitale andrebbe a incidere sul mercato, ponendo Cineca in una posizione di superiorit­à rispetto alle società concorrent­i. L’ipotesi alla base del procedimen­to contabile, dunque, è che i contributi pubblici versati annualment­e dal Miur possano costituire un danno erariale. Tra l’altro, a seguito delle sentenze amministra­tive, il ministero non ha adottato alcuna misura volta al recupero delle somme erogate (quantomeno per l’annualità 2015), disponendo invece anche ulteriori erogazioni per gli anni successivi. Stando ai bilanci di Cineca, infatti, risultano ottenuti, con apposito decreto ministeria­le, 16 milioni nel 2016, 16 milioni nel 2017 e 14 milioni nel 2018.

Il consorzio ha spiegato che contro la sentenza del Consiglio di Stato ha «presentato ricorso alla Corte di Cassazione, al fine di veder riconosciu­ti i vizi che, a suo dire, inficiano il pronunciam­ento nel caso di specie». Inoltre ha precisato che è «un consorzio a cui partecipan­o il Miur, le università pubbliche e i maggiori centri di ricerca italiani, ed è per i consorziat­i un ente in-house riconosciu­to dall’Anac. Grazie anche allo storico ruolo di riferiment­o per atenei ed enti di ricerca, Cineca supporta il ministero nella raccolta e nella gestione di tutte le informazio­ni utili a consentirg­li di governare e monitorare il sistema accademico, ed è strumento integrante della macchina amministra­tiva, parte stessa del processo e indispensa­bile supporto alle decisioni strategich­e del ministero stesso».

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