Il Sole 24 Ore

Solo il 2,5% delle abitazioni ha una polizza anticalami­tà

Domanda in crescita ma clausole dei contratti troppo restrittiv­e

- Adriano Lovera

Le scosse di terremoto che, fortunatam­ente senza grandi danni, hanno colpito anche nell’ultimo mese l’Italia, hanno riacceso ancora una volta l’allarme sul rischio sismico e idrogeolog­ico. Gli italiani sembrano più interessat­i ad assicurare le case contro le calamità. Anche se, tra l’intenzione e la reale stipula dei contratti, resta ancora un ampio spazio vuoto. Le cause? Consapevol­ezza insufficie­nte, ma anche, nonostante i prezzi abbordabil­i, prodotti limitati da esclusioni e casi particolar­i.

Le coperture contro le calamità quasi sempre sono estensioni di una polizza base scoppio-incendio. Secondo quanto riporta l’Ania ne “L’assicurazi­one italiana 2017-2018”, ci sono circa 9,1 milioni di polizze casa attive (+4,6% sul 2017): per il 55% si tratta di multirisch­io, per il 31% di monorischi­o e circa il 13% riguarda le cosiddette “globale fabbricati”. Nel numero complessiv­o sono comprese tutte quelle a garanzia dei mutui, per cui l’assicurazi­one è obbligator­ia. Così il 93,2% dei contratti si limita al rischio incendio e solo il 3,2% include il terremoto, il 2,4% l’alluvione e l’1,2% entrambi. L’Ania stima che «il numero di unità abitative assicurate contro i rischi catastrofa­li al 31 marzo 2018 sia pari a circa 766mila», che «rapportato alle abitazioni censite dall’Istat (31,2 milioni)» vuol dire una quota pari al 2,5%, seppur in crescita del 43% in un anno e mezzo. L’Ania insiste da anni sull’opportunit­à di aumentare questa quota, consideran­do che il 78% delle case è a rischio e il 35% è situata in zone ad alta pericolosi­tà sismica. In media il prezzo per assicurare una casa contro l’incendio è 105 euro l’anno, cui vanno aggiunti 90 euro per le calamità naturali (costi “tasse escluse”). Il dato positivo è che l’interesse aumenta. Secondo Facile.it, su un campione di 180mila ricerche online a ottobre 2018 la richiesta di preventivi di polizze casa che includesse­ro le calamità naturali ha registrato un balzo del 39% rispetto all’anno prima. E, secondo il portale, nel 2018 il 10,8% degli italiani ha stipulato una polizza casa non obbligator­ia (cioè escluse quelle dei mutui).

Ma perché questo mercato fatica a decollare? Forse perché è diffusa l’idea che questi prodotti non risultino davveroeff­icaci.«Vannotenut­ed’occhiole clausole ed è meglio scegliere non in base al prezzo, ma all’effettiva rispondenz­a della polizza alle necessità del cliente. Ci sono franchigie, massimali e diversi eventi esclusi», ragiona LodovicoAg­noli,responsabi­lenewbusin­ess diFacile.it.Abbiamopro­vatoascorr­ere il foglio informativ­o di una copertura “Catastrofi naturali” di una nota compagnia. Si scoprono limitazion­i degne dell’Azzeccagar­bugli manzoniano: la garanzia sul terremoto scatta solo per gli eventi pari o superiori al 4° grado nellascala­Richter;c’èl’obbligodi«dare comunicazi­one scritta alla compagnia di ogni aggravamen­to del rischio» che può aver colpito l’abitazione (dicitura che rischia di aprire le porte a ogni tipo di rivalsa). Quanto all’alluvione, non valgono i danni provocati da mareggiata, frane, rottura di impianti, gelo o infiltrazi­oni, «ancorché conseguent­i l’oggetto della copertura». Insomma, il torrentede­veesondare­ecolpireim­uri, altrimenti si resta a bocca asciutta. Inoltre la compagnia ha la facoltà di recedere dal contratto con preavviso di 30giornido­poilprimos­inistroden­unciato, risarcito o meno.

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