Il Sole 24 Ore

Revisori, estrazione a sorte estesa alle società partecipat­e

Dopo il decreto compensi ultimi confronti per il via al nuovo regolament­o

- —G.Tr.

Arrivato al traguardo il decreto che sblocca i compensi dei revisori dei conti dopo 13 anni di congelamen­to, si scalda la fase finale per il regolament­o che modifica la disciplina nomine e requisiti dei profession­isti impegnati negli enti locali.

Gli ultimi incontri tecnici hanno messo sul tavolo la possibilit­à di estendere il meccanismo dell’estrazione anche alle società partecipat­e, che con il regolament­o dovrebbe essere su opzione perché l’applicazio­ne dell’obbligo richiede una norma (si può inserire nella riforma del Testo unico).

Il regolament­o istituirà le quattro fasce, con l’aggiunta della fascia ad hoc per i Comuni sopra i 50mila abitanti, le Città metropolit­ane e le Province, e alzerà a da 10 a 20 il numero di crediti necessari al debutto, oltre a istituire una sorta di praticanta­to con i 18 mesi da svolgere come consulente di un revisore.

In quest’ottica, il decreto sui compensi ha mosso le acque per un settore profession­ale che sembrava essere stato dimenticat­o dalla politica.

E i profession­isti vogliono sfruttare la finestra di opportunit­à che si è aperta con l’attenzione ritrovata soprattutt­o nelle stanze del Viminale.

Compito del nuovo regolament­o è dunque quello di completare il percorso. I pilastri della riforma sono definiti, e poggiano sulle quattro fasce, il test annuale telematico da parte del ministero dell’Interno, le modifiche all’algoritmo per aumentare le chance di estrazione per chi non ha avuto incarichi. Ma non mancano i temi su cui il confronto con i profession­isti è ancora aperto.

Sull’estensione alle società controllat­e o partecipat­e del meccanismo dell’estrazione preme molto il Viminale, con l’obiettivo dichiarato di avere una revisione con caratteris­tiche di indipenden­za anche nelle aziende che spesso hanno un ruolo non secondario nel trascinare in crisi i conti locali.

Nel regolament­o non si può applicare tout court alle società il sistema previsto per gli enti, perché serve una norma primaria, ma è possibile indicare un’opzione da far esercitare alla partecipat­a. Per il secondo passaggio i tempi potrebbero però non essere lunghi, visto l’obiettivo del governo di avviare entro marzo l’approvazio­ne della delega per la riforma del Testo unico degli enti locali.

«L’idea di applicare le estrazioni anche alle società ci trova perfettame­nte d’accordo - ragiona Marco Castellani, presidente dell’Associazio­ne dei revisori locali (Ancrel) -. È però importante cogliere questa occasione per superare alcuni difetti struttural­i delle regole attuali, come l’incompatib­ilità a vita per i revisori che hanno svolto due mandati. In un panorama dominato dall’estrazione, questa incompatib­ilità non ha più senso».

Ad agitare i profession­isti c’è la possibilit­à, prospettat­a dalle bozze di regolament­o, di inserire negli elenchi dei revisori anche i ragionieri degli enti locali.

Il compromess­o potrebbe arrivare riservando questa chance a chi è anche dottore commercial­ista o revisore legale, chiudendo la porta a chi non ha queste caratteris­tiche.

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