Tim continua a salire in Borsa ma la Cassa aspetta il piano per comprare
Il titolo sale di un altro 3% Cassa depositi e prestiti aspetta il piano Bene Inwit nel 2018: ricavi a 378 milioni (+6,1%) e utili a 141 milioni (+11%)
Telecom recupera ancora terreno in Borsa, salendo del 3,19% a 0,53 euro. Scambi vivaci - 142 milioni di pezzi - ma in rallentamento rispetto a venerdì quando il titolo si era mosso sull’annuncio che Cdp era stata autorizzata a salire nel capitale della società. Non risulta comunque che la Cassa si sia già mossa né che abbia intenzione di farlo prima di conoscere il piano industriale che l’ad Luigi Gubitosi porterà giovedì in consiglio e che sarà illustrato venerdì alla comunità finanziaria. Dopo la conference call con gli analisti, poi, Gubitosi incontrerà i sindacati. Anche Vivendi - sottotraccia da una decina di giorni - aspetta di conoscere il piano.
Chiaro che l’attenzione generale è centrata sulla rete. «Se si vorrà fare un’operazione di mercato per consentire di creare un soggetto unico della connettività in Italia, abbiamo creato i presupposti normativi per farlo», è tornato sul tema ieri il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Al di là dell’indirizzo politico - che trova Cdp allineata nell’obiettivo di mettere a fattor comune gli sforzi per la costruzione di una rete in fibra con Open Fiber, di cui è azionista al 50% - ci sono però questioni tecniche e di compatibilità finanziaria da affrontare. Tant’è che è stato avviato un tavolo tra Tim e Open Fiber, con l’obiettivo minimale di mettere in fila i numeri che dall’esterno è impossibile conoscere. Una soluzione dovrà essere necessariamente condivisa. Per questo è improbabile che il piano industriale di Telecom vincoli l’esito delle discussioni a una formula unilaterale predefinita, anche se il progetto di societarizzazione della rete d’accesso è già stato avviato da un anno con l’inoltro della notifica all’Agcom che ha posto il piano in consultazione pubblica.
È comunque evidente che qualsiasi soluzione, per essere implementata, ha bisogno del supporto di tutti gli stakeholder. E, per quanto riguarda Telecom in particolare, non si può dire che la situazione di governance si sia stabilizzata. Si vorrebbe collegare, come logico, il possibile raddoppio al 10% della quota di Cdp a un ruolo di ago della bilancia in chiave stabilizzatrice. Tuttavia il semplice ingresso in un consiglio allargato da 15 a 19 componenti non garantirebbe alla Cassa questo ruolo, né risolverebbe le frustrazioni dei francesi di essere relegati in schiacciante minoranza nel board e non porrebbe fine quindi alle turbolenze.
Oggi intanto in Consob dovrebbe essere ascoltata la posizione di Telecom sulle considerazioni che hanno portato a svalutare gli avviamenti in corso d’esercizio per 2 miliardi (non si conosce ancora l’esito dell’impairment di fine anno): probabilmente il compito toccherà al cfo Piergiorgio Peluso. “Normale” attività di vigilanza, anche se sono arrivate due “segnalazioni” sulle vicende Telecom da parte di Vivendi e dell’ex ad Amos Genish.
La settimana dei conti - stanotte Tim Brasil, dopodomani Telecom è intanto iniziata con i buoni risultati di Inwit, la società quotata delle torri mobili che fa capo per il 60% a Tim. I ricavi si sono attestati a 378,5 milioni (+6,1%), realizzando un Ebitda di 215,4 milioni (+12,2%) e un utile netto di 140,8 milioni (+11,1%). Risultati che consentiranno di pagare una cedola di 0,211 euro, per un monte-dividendi complessivo di 126,6 milioni. L’indebitamento finanziario netto a fine 2018 era di 48,1 milioni, poco variato (+2,7 milioni) da fine 2017. Inwit terrà l’assemblea di bilancio il 27 marzo, mentre il 12 aprile ci sarà un’altra assemblea per la scelta dei revisori.