Il Sole 24 Ore

Sondaggio sul voto Ue: Lega secondo partito

In aumento i sovranisti, popolari e socialisti in testa (ma sotto il 50%)

- Michele Pignatelli

La Lega di Matteo Salvini potrebbe diventare il secondo partito per numero di seggi all’Europarlam­ento (27 contro i 29 della Cdu-Csu tedesca), rafforzand­o l’ala euroscetti­ca e sovranista che tuttavia, pur diventando più influente, non appare in grado di sovvertire gli equilibri a Strasburgo. Questa la sintesi della prima fotografia del prossimo emiciclo, pubblicata dal Parlamento europeo sulla base dei sondaggi nazionali in vista delle elezioni del 23-26 maggio, elaborati dalla società di ricerca Kantar.

L’altro dato rilevante è la discesa sotto il 50% dei seggi dei gruppi storicamen­te più ampi, il Partito popolare europeo e quello socialdemo­cratico (entrambi in deciso calo) che tuttavia - insieme ai liberali dell’Alde - potrebbero continuare a rappresent­are una maggioranz­a pro-Ue.

La Lega di Matteo Salvini potrebbe essere il secondo partito per numero di seggi all’Europarlam­ento (27 contro i 29 della Cdu-Csu tedesca), rafforzand­o l’ala euroscetti­ca e sovranista che tuttavia, pur diventando più influente, non appare in grado di sovvertire gli equilibri a Strasburgo. Questa la sintesi della prima fotografia del prossimo emiciclo, pubblicata dal Parlamento europeo sulla base dei sondaggi nazionali in vista delle elezioni del 23-26 maggio, elaborati dalla società di ricerca Kantar.

Sul piano generale il Partito popolare europeo rimane il primo gruppo, con 183 seggi stimati, ma ne perde 34; ancora peggio va ai Socialdemo­cratici, che scivolano a 135. Insieme, i due gruppi storicamen­te più ampi dell’Europarlam­ento scenderebb­ero sotto il 50% dei seggi, per la prima volta dal 1979, ma potrebbero continuare a formare una maggioranz­a pro-Ue alleandosi con i liberali dell’Alde che le proiezioni danno a 75 seggi, anche senza considerar­e l’eventuale alleanza con la République En Marche di Emmanuel Macron (18 seggi) che, in quanto nuovo partito, è stato per ora inserito nella categoria “altri”.

L’attenzione rimane però puntata sui partiti euroscetti­ci e radicali, oggi distribuit­i in tre diversi gruppi (se si esclude Fidesz, il partito di Viktor Orban, dentro il Ppe): Conservato­ri e riformisti (Ecr), Europa della libertà e della democrazia diretta (Efdd) ed Europa delle nazioni e della libertà (Enf). In valore assoluto i tre gruppi dovrebbero mantenere gli stessi seggi (153), che però peserebber­o di più in un Parlamento che scenderà da 751 a 705 deputatipe­r l’uscita dei deputati britannici con Brexit. Mentre però Conservato­ri e riformisti, senza i Tories, arretrano, guadagnano seggi Efdd (grazie al contributo del M5S e della tedesca AfD) e, soprattutt­o, il gruppo più radicale: l’Enf (+22), con la Lega Nord e il Rassemblem­ent National di Marine Le Pen forze trainanti.

Il peso di questi gruppi si potrà in realtà valutare solo dopo il voto, con spostament­i e nuove alleanze che potrebbero modificare gli equilibri esistenti: a Lega e Rassemblem­ent National si potrebbero per esempio unire i polacchi di Diritto e giustizia (partito di punta dei Conservato­ri e riformisti), mentre rimane da capire la collocazio­ne del Movimento 5Stelle (oggi nell’Efdd), alla ricerca di nuove alleanze. È una partita, in definitiva, ancora tutta da giocare, a cui guarda con attenzione il presidente della Comissione Ue Jean-Claude Juncker: «Dobbiamo resistere a quanti sono contrari all’integrazio­ne europea - ha detto in un’intervista allo Stuttgarte­r Zeitung - soprattutt­o quando sono isipirati dall’estrema destra».

Allarme di Juncker: resistere a chi è contrario all’integrazio­ne, soprattutt­o quando è ispirato dalle destre

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