Il Sole 24 Ore

Mondadori, intesa per l’addio ai periodici in Francia

Con Reworld concordata un’opzione put sull’asset del valore di 70 milioni

- Simone Filippetti

Mondadori dice «adieu» a Parigi. Dopo 13 anni in terra di Francia, la casa editrice della famiglia Berlusconi esce dal paese: vende tutta la divisione Mondadori France, che pubblica periodici (settimanal­i e mensili). Era il 2006, in piena euforia di mercato, quando le case editrici italiane facevano shopping all’estero (vedi Rcs con la spagnola Recoletos), e da Segrate si lanciarono nella campagna d’Oltralpe comprando la Emap France (a sua volta divisione della casa editrice inglese Emap).

Ma oggi la visione strategica di Marina Berlusconi, presidente di Mondadori, è diversa: sfoltiment­o dei periodici (settore in forte affanno) e spostament­o del baricentro sui libri. E dunque Mondadori preferisce rimpicciol­irsi (la Francia vale 330 milioni di ricavi e 18 di Mol) ma irrobustir­si. Di una vendita della divisione si parlava da tempo: l’idea originaria era un matrimonio a tre coi big Lagardere e Marie Claire, poi naufragato, e Mondadori aveva da mesi intavolato una trattativa con l’editore digitale ReWorld Media. Ieri il passo decisivo: Ernesto Mauri ha firmato un accordo per vendere (tramite un’opzione “Put”) all’editore parigino la Mondadori France. Sarà una operazione mista contantica­rta: la divisione viene valutata 70 milioni (nel 2006 fu comprata per 500 milioni il che dà l’idea della crisi dell’editoria cartacea). Se poi il prossimo anno ReWorld raggiunger­à determinat­i numeri di bilancio, per Mondadori ci saranno altri 5 milioni di incasso (clausola di earn-out).

I francesi, assisiti dalla banca d’affari Rothschild, si prendono l’asset ripulito da cassa e debiti: l’86% del prezzo, ossia 60 milioni, verrà pagato con liquidità in una prima tranche da 50 milioni alla firma e i rimanenti 10 milioni dopo due anni. Questo esborso verrà finanziato da ReWolrd con l’emissione di un bond non convertibi­le da 90 milioni (30 andranno al rifinaziam­ento del debito). Il restante 14% sarà pagato a Mondadori con azioni di Reworld Media. Mondadori diventerà azionista del gruppo francese con circa il 10%, ma i titoli che ottiene sono a un valore molto al di fuori del mercato: più del doppio del prezzo di Borsa (112%) e dunque dovrà sperare che il nuovo proprietar­io generi valore dalle sinergie tra le due aziende (ma intanto le svaluterà di circa 3 milioni). La ReWorld Media è piccola, appena 11 milioni di marginalit­à nel 2018( ma con alta profittabi­lità e una crescita del 45% sul 2017), e l’affondo su Mondadori France è Davide che si mangia Golia: il Mol proforma arriverà a oltre 35 milioni. Al netto del debito, del write-off delle future azioni Reworld e dei costi vivi dell’operazione (2 milioni), Mondadori incasserà 58 milioni. Un mini-tesoretto che servirà per andare a caccia di un editore estero di libri.

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