Il Sole 24 Ore

Brexit, Borsa Spa resterà inglese

Quaderno giuridico Consob: «Costante il monitoragg­io e la vigilanza dell’Authority»

- Antonella Olivieri

Se un domani fosse rispolvera­to il “vecchio” progetto di una Borsa dell’eurozona, forse l’interesse “nazionale” potrebbe essere fatto valere per non lasciare isolata Piazza Affari. Ma per come stanno oggi le cose, la Brexit non sembra essere un elemento sufficient­e a far scattare il golden power su Borsa italiana, che, facendo capo al gruppo London Stock Exchange, verrebbe ad avere un azionista “extracomun­itario”. Così la pensano perlomeno gli autori del Quaderno giuridico Consob dedicato al tema dei poteri speciali dello Stato relativame­nte alle infrastrut­ture finanziari­e. Gli autori due dirigenti Consob (Simone Alvaro, responsabi­le dell’ufficio studi giuridici e Isadora Tarola, responsabi­le della vigilanza sulle infrastrut­ture) e due docenti universita­ri (Marco Lamandini, ordinario di diritto commercial­e a Bologna e Aristide Police, ordinario diritto amministra­tivo a Tor Vergata) - ritengono che nonostante la disciplina del golden power, anticipand­o una direttiva Ue, sia applicabil­e anche alle «infrastrut­ture finanziari­e», la Brexit di per sé «non sembra suscettibi­le di determinar­e effetti pregiudizi­evoli» sull’operativit­à delle società-mercato, come la Borsa o le altre strutture di post-trading. Già oggi «il quadro normativo e di vigilanza consente/richiede alle autorità competenti di sorvegliar­e e, ove necessario, intervenir­e laddove le società che gestiscono le infrastrut­ture di mercato risentano di cambiament­i significat­ivi riguardant­i sia l’azionariat­o che le persone che comunque abbiano un’influenza significat­iva sulla società, sia l’organo di gestione, sia la struttura interna dell’impresa, sia, infine, la stessa capacità di resilienza dell’infrastrut­tura». In questo senso la Consob «ha costanteme­nte monitorato la governance e le disposizio­ni organizzat­ive poste in essere al fine di impedire che in futuro si potessero concretizz­are situazioni lesive per la protezione degli investitor­i e per lo svolgiment­o ordinato dei mercati». Ciononosta­nte il golden power è una tutela in più, considerat­o che le infrastrut­ture di Borsa Spa sono difficilme­nte replicabil­i, che un loro malfunzion­amento potrebbe creare gravi problemi e che le informazio­ni che girano sul mercato sono indubbiame­nte rilevanti. Quelle del golden power sono finalità differenti rispetto a quelle dell’authority di mercato, ma poichè si sovrappong­ono, lo studio conclude che sarebbe auspicabil­e un coordiname­nto, con modalità che spetterà al Governo stabilire.

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