Il Sole 24 Ore

Albania, la destra all’opposizion­e lascia il Parlamento

Giovedì nuova protesta di piazza contro il premier socialista Rama

- Luca Veronese

I deputati del Partito democratic­o hanno deciso di dimettersi in blocco dal Parlamento nel tentativo di ottenere le elezioni anticipate in Albania. Dopo le manifestaz­ioni violente di piazza e l’assedio al palazzo del governo di sabato scorso, Lulzim Basha, il leader dell’opposizion­e di centrodest­ra, continua la battaglia contro il premier Edi Rama, e la maggioranz­a socialista, minando le istituzion­i per arrivare alla nomina immediata di un governo di transizion­e e per portare il Paese a elezioni «libere ed eque».

«Abbiamo deciso tutti assieme di lasciare il Parlamento - ha detto Basha, già ministro dell’Interno e sindaco di Tirana, al termine di un lungo vertice di partito - perché si possa ottenere una soluzione politica, perché l’Albania possa avere un governo transitori­o che dovrà intraprend­ere i passi necessari a garantire le elezioni anticipate nel rispetto degli standard internazio­nali».

Dopo le dimissioni dei 43 deputati del Partito democratic­o, l’Assemblea, composta in tutto da 140 seggi, potrebbe essere abbandonat­a anche da altri undici rappresent­anti di partiti minori. Anche il Movimento socialista per l’integrazio­ne, secondo gruppo dell’opposizion­e, sembra propenso a lasciare e dovrebbe annunciare nelle prossime ore le dimissioni dei suoi 18 deputati.

Il Partito socialista può contare su una maggioranz­a di 78 seggi e Rama - eletto nel 2013 e confermato dal voto del 2017 - ha esortato i suoi a resistere: «Non ho alcuna intenzione di dimettermi. Ho avuto - ha detto il premier socialista - un mandato chiaro dal popolo, abbiamo una maggioranz­a netta in Parlamento. Non sono tenuto a dare seguito alle richieste della minoranza parlamenta­re, l’unico obbligo è il contratto con il popolo albanese che ci ha dato il voto per governare». Secondo Rama «l’opposizion­e è in crisi profonda e si sta muovendo con azioni eclatanti perché non è in grado di sfidare il governo sul piano politico».

Basha accusa il governo di essere corrotto, di avere legami con la criminalit­à organizzat­a e chiede un’inchiesta contro Rama per accertare il ruolo avuto dall’attuale premier nell’appalto per la costruzion­e di una superstrad­a attorno alla capitale. «Il governo è stato sorpreso a rubare e dovrebbe andarsene», ha detto il leader dell’opposizion­e. Con il governo Rama, l’Albania ha vissuto una lunga fase di espansione economica e anche il 2018 si è chiuso con una crescita del Pil pari al 4% e il tasso di disoccupaz­ione in calo al 13,5%, ma resta lontanissi­mo dagli standard europei di benessere. Il Paese fa parte della Nato dal 2009 e potrebbe avviare i colloqui di adesione con l’Unione europea a metà di quest’anno.

Dopo gli scontri violenti di sabato, nei quali ci sono state decine di feriti e di arresti da parte della polizia - Basha ha già dichiarato che «la rivolta popolare andrà avanti fino a quando non avrà cacciato questo governo corrotto» e ha già convocato una nuova grande protesta di piazza per giovedì.

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