Albania, la destra all’opposizione lascia il Parlamento
Giovedì nuova protesta di piazza contro il premier socialista Rama
I deputati del Partito democratico hanno deciso di dimettersi in blocco dal Parlamento nel tentativo di ottenere le elezioni anticipate in Albania. Dopo le manifestazioni violente di piazza e l’assedio al palazzo del governo di sabato scorso, Lulzim Basha, il leader dell’opposizione di centrodestra, continua la battaglia contro il premier Edi Rama, e la maggioranza socialista, minando le istituzioni per arrivare alla nomina immediata di un governo di transizione e per portare il Paese a elezioni «libere ed eque».
«Abbiamo deciso tutti assieme di lasciare il Parlamento - ha detto Basha, già ministro dell’Interno e sindaco di Tirana, al termine di un lungo vertice di partito - perché si possa ottenere una soluzione politica, perché l’Albania possa avere un governo transitorio che dovrà intraprendere i passi necessari a garantire le elezioni anticipate nel rispetto degli standard internazionali».
Dopo le dimissioni dei 43 deputati del Partito democratico, l’Assemblea, composta in tutto da 140 seggi, potrebbe essere abbandonata anche da altri undici rappresentanti di partiti minori. Anche il Movimento socialista per l’integrazione, secondo gruppo dell’opposizione, sembra propenso a lasciare e dovrebbe annunciare nelle prossime ore le dimissioni dei suoi 18 deputati.
Il Partito socialista può contare su una maggioranza di 78 seggi e Rama - eletto nel 2013 e confermato dal voto del 2017 - ha esortato i suoi a resistere: «Non ho alcuna intenzione di dimettermi. Ho avuto - ha detto il premier socialista - un mandato chiaro dal popolo, abbiamo una maggioranza netta in Parlamento. Non sono tenuto a dare seguito alle richieste della minoranza parlamentare, l’unico obbligo è il contratto con il popolo albanese che ci ha dato il voto per governare». Secondo Rama «l’opposizione è in crisi profonda e si sta muovendo con azioni eclatanti perché non è in grado di sfidare il governo sul piano politico».
Basha accusa il governo di essere corrotto, di avere legami con la criminalità organizzata e chiede un’inchiesta contro Rama per accertare il ruolo avuto dall’attuale premier nell’appalto per la costruzione di una superstrada attorno alla capitale. «Il governo è stato sorpreso a rubare e dovrebbe andarsene», ha detto il leader dell’opposizione. Con il governo Rama, l’Albania ha vissuto una lunga fase di espansione economica e anche il 2018 si è chiuso con una crescita del Pil pari al 4% e il tasso di disoccupazione in calo al 13,5%, ma resta lontanissimo dagli standard europei di benessere. Il Paese fa parte della Nato dal 2009 e potrebbe avviare i colloqui di adesione con l’Unione europea a metà di quest’anno.
Dopo gli scontri violenti di sabato, nei quali ci sono state decine di feriti e di arresti da parte della polizia - Basha ha già dichiarato che «la rivolta popolare andrà avanti fino a quando non avrà cacciato questo governo corrotto» e ha già convocato una nuova grande protesta di piazza per giovedì.