Ipotesi giudice unico fino a 30mila euro
Nelle proposte di Lega e M5S addio a Ctp e Ctr Si punta a tribunali del fisco
La maggioranza pentaleghista non si sottrae, così come i governi e i partiti che li hanno preceduti, alla tentazione di voler riformare la giustizia tributaria. In nome di un equo processo, e una macchina del contenzioso trasparente ed efficiente, con due proposte di legge presentate alla Camera dalla cinque stelle Vita Martinciglio (AC 1521) e dai leghisti Giulio Centemero e Alberto Gusmeroli (AC 1526)la maggioranza punta in primo luogo a voler garantire la massima autonomia e professionalità dei giudici tributari. Obiettivi che, secondo le due anime della maggioranza, potranno essere centrati prima di tutto sottraendo al ministero dell’Economia la gestione e l’organizzazione delle commissioni tributarie affidando il tutto a un organismo terzo come la Presidenza del Consiglio dei ministri. Ecco allora che le due proposte di riforma fanno rotta entrambe sull’istituzione di una cosiddetta “quinta magistratura” con gestione organizzativa del tutto autonoma e indipendente dall’amministrazione finanziaria, per altro parte in causa delle liti tributarie. Le Commissioni tributarie dovrebbero così lasciare il posto ai nuovi Tribunali tributari alle Corte d’appello tributarie e a una sezione speciale tributaria della Cassazione.
Tra le principali novità proposte è il reclutamento dei giudici tributari che avverrà con specifici concorsi pubblici, per titoli ed esami, su base regionale. Inoltre, secondo la proposta Centemero-Gusmeroli entrare a far parte della giustizia tributaria renderà incompatibile con qualunque altro incarico o iscrizione ad albi professionali.
Sotto la voce “equo processo” rientrano anche i tempi dei contenziosi e per ridurli si punta a deflazionare le liti davanti ai giudici togati. E questo con l’istituzione del giudice monocratico che sarà chiamato a giudicare le liti fino a 30mila euro d’imposta e per tutti quei contenziosi già oggi oggetto di reclamo-mediazione.
Incarichi a tempo (non più di cinque anni e non rinnovabili) per i presidenti dei futuri tribunali e corti d’appello tributari dove ogni collegio, se non monocratico, è presieduto da presidente di sezione o dal suo vice e giudicherà con un numero invariabile di tre votanti.
A difendere i contribuenti in contenzioso, almeno secondo la proposta di legge presentata dalla Lega, potranno essere sia in caso di giudizio collegiale sia in caso monocratico gli avvocati iscritti all’ordine e i professionisti iscritti nella sezione A dell’albo dei commercialisti ed esperti contabili. Il nuovo esercito di giudici professionisti non potrà comunque superare le 800 unità.
La vera grande scommessa della nuova riforma, rilanciata anche ieri a Padova dal sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci, sono i tempi di realizzazione. Tribunali e Corti di appello si dovranno insediare dal 1° gennaio, i regolamenti per disciplinare, giudici, procedure e attività secondo le nuove regole dovrebbero arrivare entro il 30 giugno e la nomina degli 800 giudici selezioni con concorsi pubblici dovranno essere ultimate a fine novembre prossimo.