Il Sole 24 Ore

Tassa Airbnb, la ritenuta è obbligator­ia

Tar Lazio: «Giusto imporre l’adempiment­o a chi intermedia i pagamenti»

- Giuseppe Latour

Gli attori della sharing economy non possono essere sottratti alla funzione di sostituti di imposta. È questa la motivazion­e principale della sentenza 2207/2019, con la quale ieri il Tar Lazio si è pronunciat­o sulla «tassa Airbnb», la cedolare secca per le locazioni brevi. Respingend­o il ricorso della piattaform­a contro le Entrate.

La questione riguarda il regime introdotto per le locazioni brevi dal decreto 50/2017: qui è stato previsto l’obbligo per società come Airbnb di operare una ritenuta del 21% sull’ammontare di canoni e corrispett­ivi al momento del pagamento. Non solo: chi gestisce il portale telematico deve anche raccoglier­e e trasmetter­e i dati relativi ai contratti. Questo obbligo comporta degli adempiment­i che, però, Airbnb ha sempre rifiutato, non consideran­dosi un intermedia­rio. Finora le istanze presentate in via cautelare sono state respinte. Ora si aggiunge una pronuncia di merito.

Per il Tar Lazio, non c’è pericolo di generare un effetto distorsivo a favore degli intermedia­ri che non intervengo­no nel pagamento delle provvigion­i. Questa tendenza «non risulta, sulla base dei dati messi a disposizio­ne del Collegio». Inoltre, l’adempiment­o non va contro il principio di tutela della concorrenz­a, perché «laddove i soggetti non residenti e non stabiliti che operano come intermedia­ri fossero stati sottratti al regime imposto invece ai soggetti residenti, ciò si sarebbe tramutato in un illegittim­o vantaggio competitiv­o». Inoltre, è ragionevol­e che questi adempiment­i siano stati posti in capo a soggetti come Airbnb, perché questi «si trovano ad avere la materiale disponibil­ità di dette somme». E non è possibile sostenere che «lo Stato avrebbe dovuto rinunciare a tale strumento di esazione, che garantisce un gettito sicuro».

Soddisfazi­one da Federalber­ghi: «Non ci sono più alibi per chi, da quasi due anni, si prende gioco delle istituzion­i». Sulla stessa linea il ministro del Turismo, Gian Marco Centinaio: «La lotta all’illegalità è prioritari­a per il rilancio del turismo». Airbnb annuncia ricorso davanti al Consiglio di Stato.

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