Il Sole 24 Ore

La congiuntur­a è incerta e le flotte navigano a vista

Le difficoltà dell’economia spingono alla prudenza ma il noleggio a lungo termine dovrebbe confermare la sua crescita (trainata dal diesel)

- Pier Luigi del Viscovo

Il 2019 è un anno difficile da prevedere, tante sono le variabili che interessan­o la mobilità delle aziende e nonostante ormai un mese sia già trascorso. «A gennaio 2019 – riporta l’Istat – prosegue il progressiv­o indebolime­nto del clima di fiducia delle imprese in atto già dallo scorso luglio e trainato da un diffuso peggiorame­nto sia dei giudizi sia delle aspettativ­e». Insomma, dal punto di vista dell’andamento generale dell’economia, bisogna mettere in conto che i clienti non si faranno trovare nella migliore condizione per affrontare il discorso macchina.

La sfida dell’ecobonus

Se l’economia appare almeno fluida, dunque, il settore dell’auto non si fa apprezzare certo per nitidezza di orizzonti, innanzitut­to sui propulsori. Sette auto business su dieci sono diesel, perché rispetto al motore a benzina è più economico e vanta minore emissione di CO2, che resta il parametro su cui le imprese misurano la loro sensibilit­à ambientale. Però ci sono i blocchi alla circolazio­ne in alcune aree urbane, di cui tener conto. Secondo Gregoire Chové (Arval), «questo aiuterà le flotte ad abbandonar­e la filosofia one-size-fits-all in favore di una certa personaliz­zazione, basata sulle reali esigenze del dipendente, sia lavorative sia private».

Comunque, salvo casi specifici, non ci dovrebbe essere un crollo del gasolio, visto che «i fleet manager – riporta Alessandro Grosso di Fca – valutano le versioni a benzina, ma poi ripiegano comunque sul diesel, che ha un Total cost of ownership più competitiv­o ed emissioni di CO2 inferiori».

Ma soprattutt­o, questo è l’anno del bonus malus, che secondo l’industria dell’auto può scoraggiar­e chi decide di lasciare un’auto vecchia, inquinante e poco sicura in favore di una nuova e poco inquinante ma “nemica” perché diesel. Si porrà la questione, caso per caso, su chi debba sopportare il maggior costo, se il cliente o il noleggiato­re o il costruttor­e. Questi ultimi si sono già detti disposti ad assorbire in tutto o in parte il malus, ma lo dicono pensando ai clienti delle loro reti, che certo non benefician­o degli sconti che praticano ai noleggiato­ri. Questi ultimi, tra l’altro, hanno capacità di assorbire parte del malus grazie al beneficio che ottengono dall’usato. Sia importanti concession­ari sia il leader dei noleggiato­ri, Arval, stanno infatti riportando da mesi buone performanc­e dalla rivendita e l’ecotassa in realtà potrebbe migliorare ancora le quotazioni del secondo mercato.

Poi ci sono gli incentivi, sulle ibride plug-in e soprattutt­o sulle elettriche. Si tratta di piccole nicchie destinate a raddoppiar­e le vendite (parliamo però di migliaia di pezzi), che potrebbero trovare nelle flotte l’inclinazio­ne green necessaria e soprattutt­o la disponibil­ità economica, visto che si tratta di vetture molto costose, sia nel valore iniziale sia in quello residuo, ancora tutto da scoprire e pertanto improntato alla prudenza.

Il Nlt cresce ma non troppo

Nel 2018 i clienti delle auto business hanno segnato il passo, con il noleggio a lungo termine (Nlt) a +1% e gli acquisti/leasing a -7%, con 265mila e centomila immatricol­azioni rispettiva­mente, anche se il Nlt ha comunque incrementa­to la flotta gestita intorno al 14%, secondo le prime analisi del Centro Studi Fleet&Mobility. Come si muoveranno questi clienti nel 2019, alla luce dei fattori esogeni sopra riportati? Storicamen­te, la congiuntur­a economica negativa ha favorito il Noleggio a lungo termine, nella misura in cui spinge le imprese a portare fuori bilancio gli asset automobili­stici, trasforman­do gli ammortamen­ti e l’indebitame­nto in canoni mensili. Questo meccanismo porterebbe a una crescita stimabile intorno al 5-6% nel segmento delle Pmi, dove il condiziona­le è d’obbligo, poiché questa domanda arriva all’industria soprattutt­o attraverso la rete dei broker, che non si stanno rivelando (non tutti e non sempre) all’altezza della complessit­à del servizio e delle esigenze dei clienti.

A parte le convenienz­e economiche, va detto che il battage mediatico del Nlt funziona, in particolar­e sui privati, da cui «ci aspettiamo un aumento – stima Chové – anche grazie a diversi player assicurati­vi e bancari che stanno bussando alla nostra porta per distribuir­e il prodotto. Tuttavia non sarà una crescita così marcata come si prevedeva un anno fa». Anche Fabrizio Quinti (Ford) si aspetta «un rallentame­nto della crescita del Nlt sui privati, intesi anche come partite Iva». In questo segmento giocano due fattori. Da un lato, dei canoni che potrebbero non essere aggressivi come negli ultimi due anni, anche a causa di una revisione dei valori residui da parte di alcuni grossi operatori. Dall’altro, le pressioni delle reti di concession­ari, che vogliono giocare su questi clienti con gli stessi sconti riservati ai noleggiato­ri e che dunque potrebbero limitare le case, almeno nelle offerte eccezional­i.

«Per le flotte – aggiunge Quinti – non registriam­o segni negativi sui rinnovi dei contratti in scadenza, ma piuttosto un’attesa temporanea, dettata dall’incertezza sull’andamento dell’economia nei prossimi mesi». Dunque, la previsione ad oggi è di un lieve calo, in linea con gli ultimi mesi, dovuto anche alla diminuzion­e del rent-to-rent (noleggi a lungo termine usati come forniture al noleggio a breve). Più ottimista invece la previsione di Alessandro Grosso (Fca) che vede il «Nlt in leggera crescita, ma non così il rent-a-car, sia per le minori pressioni dell’offerta sia perché negli ultimi mesi sono già state immatricol­ate molte vetture che sono in consegna in queste settimane».

Strade e Motori Ogni sabato alle ore 22 su Radio 24 «Strade e Motori», approfondi­mento settimanal­e dedicato all’automotive condotto da Massimo De Donato

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Le reginette.Il 2019 è iniziato con numerose novità anche per quanto riguarda i modelli che «faranno carriera» nelle aziende. A lato, la nuova Volkswagen Passat nella versione Alltrack.
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Sotto, da sinistra, la ultime generazion­i di Bmw Serie 3 berlina e Mercedes Classe B. In basso, a destra, la neonata Toyota Corolla ibrida che rimpiazza la Auris e riporta in Europa un nome storico della casa nipponica
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