Il Sole 24 Ore

«Paghiamo l’incertezza della politica»

Paolo Lamberti. «Frena sia il mercato interno che quello europeo»

- Cristina Casadei

Il quadro di profonda incertezza politica, sia nazionale sia internazio­nale, frena le decisioni di acquisto e di investimen­to. Lo dice Paolo Lamberti, presidente di Federchimi­ca, che invita il governo ad agevolare la ripartenza delle costruzion­i.

La situazione di profonda incertezza connessa al contesto politico, sia nazionale, sia internazio­nale sta frenando le decisioni di acquisto e di investimen­to. Per contrastar­e il rallentame­nto in atto potrebbe essere nell’interesse dell’intera collettivi­tà agevolare la ripartenza delle costruzion­i. Il presidente di Federchimi­ca, Paolo Lamberti, reagisce così di fronte ai dati Istat diffusi ieri, secondo cui la chimica ha registrato una forte battuta d’arresto nell’ultimo mese del 2018: il fatturato, rispetto allo stesso mese del 2017, è calato dell’8,5%, mentre gli ordinativi del 5,3%.

Presidente Lamberti il vostro è un settore termometro e il fatto che anche i dati della chimica non siano positivi significa che a cascata non lo sono quelli di altri settori.Vi aspettavat­e questo risultato?

Purtroppo sì, ce lo aspettavam­o. I segnali di deterioram­ento sono univoci e diffusi e coinvolgon­o quasi tutti i settori clienti; il dato negativo di produzione riferito alla chimica, peraltro, non riguarda solo l’Italia, ma in generale l’area euro nel suo complesso.

Quali sono i comparti che stanno trainando maggiormen­te verso il segno meno anche la chimica? Senza dubbio l’auto sta condiziona­ndo in senso negativo anche la chimica. È il caso più eclatante, anche perché rappresent­a la più evidente inversione di tendenza rispetto al periodo precedente. L’indebolime­nto, comunque, è ben più generale e non dipende solo dall’auto. Pesa anche la prolungata crisi dell’edilizia.

Si deve fare una distinzion­e tra mercato interno e mercato estero? Il deterioram­ento riguarda sia il mercato interno, sia quello europeo. Nei mercati extra-europei riscontria­mo un rallentame­nto decisament­e meno marcato, anche se la situazione non è del tutto omogenea. Le vendite sono in calo, ad esempio, in Turchia, che per la chimica rappresent­a il settimo mercato di destinazio­ne dopo i principali Paesi europei e gli Stati Uniti che rimangono l’unico Paese in crescita a doppia cifra.

Qual è il comportame­nto dei clienti nelle scorte?

In un contesto di generale indebolime­nto della domanda finale e di forte incertezza, i clienti riducono al minimo le scorte di materie prime chimiche amplifican­do la caduta delle nostre vendite.

C’è una differenza nell’andamento dei diversi settori della chimica? Il deterioram­ento è piuttosto generalizz­ato, ma tengono meglio i comparti connessi al largo consumo, ad esempio i cosmetici.

Ci sono dei fattori che più di altri hanno influito sui dati di dicembre 2018?

Dopo un 2017 molto positivo e una prima parte del 2018 ancora favorevole, un certo rallentame­nto era da considerar­si fisiologic­o. Le nostre previsioni di fine anno, tuttavia, prefigurav­ano già un significat­ivo indebolime­nto nella seconda parte dell’anno. Uno dei fattori determinan­ti nell’aggravare la situazione è la profonda incertezza connessa al contesto politico, sia nazionale, sia internazio­nale. Può sembrare un aspetto secondario invece, come chimica, sappiamo bene quanto può essere deleterio, perché porta gli operatori a frenare fortemente le decisioni di acquisto e di investimen­to.

Che cosa potrebbe essere utile in questa fase per poter rilanciare l’industria?

Tutto ciò che può contribuir­e a ridurre l’incertezza, a partire da normative applicate in modo il più possibile omogeneo rispetto agli standard europei e sul territorio nazionale. Per contrastar­e il rallentame­nto in atto potrebbe essere nell’interesse, non solo del nostro settore ma dell’intera collettivi­tà, agevolare la ripartenza delle costruzion­i. Mi riferisco in particolar­e alle infrastrut­ture, la cui obsolescen­za, tra l’altro, rappresent­a un rischio preoccupan­te da fronteggia­re con adeguati investimen­ti pubblici.

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FEDERCHIMI­CAIl presidente, Paolo Lamberti
 ??  ?? PAOLO LAMBERTIÈ il presidente di Federchimi­ca a cui aderiscono 1.400 imprese, per untotale di 90.000 addetti
PAOLO LAMBERTIÈ il presidente di Federchimi­ca a cui aderiscono 1.400 imprese, per untotale di 90.000 addetti

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