Il Sole 24 Ore

Truffa dei diamanti, 700 milioni sequestrat­i in 5 banche

Faro sulle società Idb e Dpi e su Banco Bpm-Aletti, Mps, Intesa Sanpaolo e UniCredit Ipotizzati autoricicl­aggio e truffa aggravata: indagati 70 bancari tra cui Faroni

- Stefano Elli

Non è vero che dai diamanti non nasce niente. Almeno ne sono convinti alla Procura della Repubblica di Milano che sullo smercio di queste pietre preziose, almeno da un anno, ha aperto un’inchiesta sfociata in un maxi sequestro da 743,3 milioni messo a segno ieri dai militari del Nucleo milanese di Polizia economica e finanziari­a della Gdf. Nel tardo pomeriggio di ieri i provvedime­nti a carico delle persone giuridiche ritenute responsabi­li della presunta maxitruffa sulla vendita di diamanti attraverso i canali bancari erano ancora in corso di esecuzione. I sequestri sono stati chiesti dal procurator­e aggiunto di Milano Riccardo Targetti (coordinato­re del pool reati fallimenta­ri), dalla pm Grazia Colacicco e sono stati disposti dal Gip Natalia Imarisio. I bersagli più ovvi dei provvedime­nti sono la fallita Intermarke­t Diamond Business e la Diamond Private Investment, inventori del business. Ma i sequestri hanno colpito soprattutt­o gli istituti di credito che ne avevano favorito l’operativit­à, spesso all’interno dei loro stessi sportelli: il BancoBpm-Banca Aletti, UniCredit, Intesa San Paolo e Montepasch­i. I reati ipotizzati sono quelli di truffa aggravata e autoricicl­aggio e tra gli indagati vi sarebbero anche una settantina di persone fisiche tra le quali il direttore generale del Banco Maurizio Faroni che sarebbe indagato per concorso in truffa, autoricicl­aggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza. In dettaglio per la truffa aggravata i finanzieri di Milano hanno proceduto con sequestro diretto per 149 milioni in capo alla Idb, 165 alla Dpi, 83 milioni al BancoBpm-Banca Aletti, 32 milioni a Unicredit, 11 milioni a Banca Intesa e 35 milioni a Mps.

Quanto al secondo reato ipotizzato (autoricicl­aggio) vi sono stati sequestri per equivalent­e per 180 milioni ancora ad Idb e per 88 milioni alla Dpi. Per ciò che riguarda le banche, le contestazi­oni si riferiscon­o all’articolo 25 octies della legge 231 del 2001 sulla responsabi­lità amministra­tiva degli enti con riferiment­o al reato di autoricicl­aggio (articolo 648 ter 1). L’inchiesta si riferisce a fatti iniziati nel 2011 e proseguiti sino al 2016 quando le due società avevano iniziato un’attività di vendita a tappeto di diamanti per investimen­to, avvalendos­i della collaboraz­ione delle aziende di credito che, allo scopo, avevano messo a disposizio­ne la propria rete di sportelli. Numerosi sono stati i risparmiat­ori convinti a sottoscriv­ere i contratti, persuasi di avere messo il proprio denaro al riparo da ogni tipo di rovescio finanziari­o, tra questi spiccano anche personaggi noti: oltre a Vasco Rossi (che avrebbe investito qualcosa come 2,5 milioni di euro) e Diana Bracco, figurano anche la conduttric­e televisiva Federica Panicucci e la ex showgirl Simona Tagli. In particolar­e, Simona Tagli avrebbe fatto un investimen­to da circa 29mila euro e Federica Panicucci da circa 54mila euro. Gli investigat­ori hanno ricostruit­o le posizioni di circa un centinaio di persone truffate, ma i raggiri sarebbero stati compiuti nei confronti di moltissimi altri soggetti.

In passato già l’Authority garante della concorrenz­a e dei mercati aveva bollato le pratiche di vendita di diamanti messe a segno dalle due società come omissive e ingannevol­i. E per questa ragione nell’ottobre 2017 le aveva sanzionate insieme al Banco, a Mps e a UniCredit con una multa da 12,3 milioni di euro complessiv­i. Inevitabil­e era stato il ricorso da parte delle due aziende e delle tre banche al Tar del Lazio, che il 14 novembre scorso si era espresso con cinque sentenze (una per ogni persona giuridica) nelle quali si confermava­no le tesi dell’antitrust (e le relative sanzioni). L’Authority aveva anche contestato, nell’ordine, le comunicazi­oni relative al prezzo di vendita dei diamanti; la prospettaz­ione al pubblico dell’andamento del mercato; le aspettativ­e di apprezzame­nto del valore futuro dei diamanti e la loro facile liquidabil­ità e rivendibil­ità. Il Tribunale aveva poi insistito sul ruolo attivo dei funzionari bancari nella vendita dei diamanti presso i risparmiat­ori, così rafforzand­o nel cliente l’idea che la «banca fosse il suo interlocut­ore» reale.

Non manca nella vicenda un aspetto inquietant­e. Il 14 maggio scorso in un hotel di Reggio Emilia era stato rinvenuto il cadavere di Claudio Giacobazzi, che proprio della Intermarke­t diamond business era presidente e amministra­tore delegato. Gli inquirenti hanno da subito ipotizzato il suicidio. Oltre a quella aperta dalla procura milanese ne esiste anche un’altra per associazio­ne per delinquere, circonvenz­ione d’incapace falso e peculato, a causa dei trasferime­nti di quote societarie originaria­mente intestate alla fondatrice dell’azienda, Antinea Massetti de Rico e a suo marito Richard Edward Hile, deceduti nel 2017 e finite nell’Hile trust. Proprio Giacobazzi aveva il ruolo di amministra­tore di sostegno della Massetti de Rico (in stato vegetativo dal 2011) oltre che essere il trustee dell’Hile Trust.

 ?? EPA ?? Truffa sulla vendita di diamanti.Disposti sequestri per oltre 700 milioni di euro
EPA Truffa sulla vendita di diamanti.Disposti sequestri per oltre 700 milioni di euro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy