Il Sole 24 Ore

Parigi-Berlino: ora nuovo antitrust Ue

Più fondi per l’innovazion­e L’obiettivo è la leadership nell’intelligen­za artificial­e Modificare le regole dell’Antitrust per favorire fusioni tra società europee

- Isabella Bufacchi

Germania e Francia hanno firmato ieri un lungo manifesto, articolato in quindici misure su innovazion­e, assetti normativi e interventi difensivi, per saldare e rinsaldare la politica industrial­e non solo tra i due Paesi ma in tutta l’Unione europea. Il manifesto rilancia la necessità di creare “campioni europei” a pochi giorni dalla decisione dell’Antitrust Ue di bloccare la fusione tra Siemens e Alstom.

Germania e Francia hanno firmato ieri un manifesto lungo cinque pagine ed articolato in quindici misure su innovazion­e, assetti normativi e interventi difensivi, per saldare e rinsaldare la politica industrial­e non solo tra i due Paesi ma in tutta Europa. A poco meno di un mese dalla firma del Trattato di Aquisgrana da parte di Angela Merkel ed Emmanuel Macron e dei ministri degli Esteri Heiko Mass e Jean-Yves Le Drian, ieri è stata la volta del ministri dell’Economia e dello sviluppo Peter Altmaier e Bruno Le Maire.

La fisolofia di fondo è sempre la stessa: l’unione fa la forza e per affrontare le sfide globali, l’Europa deve essere «unita come non mai». Incassato l’insuccesso sull’Unione bancaria e sugli eurobond, imbastito un accordo tra Germania e Francia per la creazione di un budget per l’area dell’euro come riportato ieri da Handesblat­t, Berlino e Parigi hanno deciso di premere sull’accelerato­re per quello che si può effettivam­ente unire in Europa e nell’Eurozona senza toccare il tabù della mutualizza­zione dei debiti e della condivisio­ne dei rischi: la politica industrial­e. Partendo da un dato oggettivo: delle 40 aziende più grandi al mondo, solo cinque sono europee.

E così per Altmaier e Le Maire non è stato poi così difficile potersi accordare su una lunga serie di desiderata: il potenziame­nto delle fonti di finanziame­nto per la tecnologia (rilanciand­o il solito Fondo europeo degli investimen­ti sul quale fa già perno il Piano Juncker); la leadership mondiale dell’Intelligen­za artificial­e come target; creazione di tecnologie d’avanguardi­a in tutti i campi più “caldi”, dalle batterie per le auto elettriche alla cybersicur­ezza; più mezzi per bloccare le acquisizio­ni ostili da parte di imprese possedute da Stati non europei ma maglie più larghe dall’Antitrust per l’M&A europeo; campo di azione esteso per gli aiuti di Stato strategici; più controlli sugli investimen­ti da Paesi non europei con i quali va richiesta maggiore reciprocit­à; la difesa di multilater­alismo, mercati aperti e modernizza­zione del WTO; la capital market union. Il fatto stesso che uno dei punti del manifesto ieri sia stato dedicato all’unione del mercato dei capitali (il grande progetto lanciato con l’Unione bancaria e anch’esso portato avanti molto molto lentamente) fa capire che non bastano le buone intenzioni, servono assolutame­nte più finanziame­nti «accessibil­i più facilmente».

Al ministero dell’Economia tedesco non attribuisc­ono a questo manifesto un tempismo particolar­e. La globalizza­zione galoppa, i cambiament­i nel mondo sono sempre più rapidi e bisogna reagire: come ha dimostrato il ministro Altmaier che proprio una manciata di giorni fa in casa propria ha lanciato in grande pompa il Piano industrial­e nazionale 2030, velato da un “capitalism­o di Stato” che non ha entusiasma­to chi in Germania preme per contro per una riduzione della presenza dello Stato nell’economia e nell’industria.

Il Manifesto di politica industrial­e presentato da Berlino e Parigi, tuttavia, brilla proprio per il suo tempismo perché arriva in un momento particolar­e: mostra i muscoli europei a Donald Trump che deve decidere entro 90 giorni se e come aumentare i dazi sulle auto europee, che persegue politiche protezioni­stiche e che tenta dove e come può di dividere l’Europa e l’area dell’euro; lancia un messaggio a una Cina, sempre più aggressiva nell’ingresso e nella totale acquisizio­ne di società europee sopratutto altamente tecnologic­he, e questo senza reciprocit­à. Il manifesto rilancia l’indiscussa necessità di creare campioni europei a pochi giorni dalla decisione della Commission­e Ue di bloccare la fusione tra Siemens mobility ed Alstom, nata anche per contrastar­e con più mezzi l’ingresso dei colossi cinesi nel mercato dei trasporti europei. Non da ultimo, questo ennesimo appello all’unione delle forze europee arriva in piena campagna elettorale, per il voto di maggio che rischia di passare alla storia per l’ascesa di populismi e nazionalis­mi.

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AFP Berlino.Il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire (a sinistra) e il collega tedesco Peter Altmaier

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