Il Sole 24 Ore

NON SI PUÒ RIFONDARE LA POLITICA DEI TRASPORTI SU UN’ANALISI SBAGLIATA

- —Giulio Erberto Cantarella (Università di Salerno) Agostino Cappelli (Iuav Venezia) Ennio Cascetta (Federico II Napoli) Paolo Costa (Cà Foscari Venezia) Maurizio Crispino (Politecnic­o Milano) Alessandro Delpiano (Univ. Bologna) Angela Di Febbraro (Univ.

Pubblichia­mo un ampio stralcio del documento «Sulla validità delle analisi costi-benefici in corso per le infrastrut­ture ferroviari­e», firmato da 18 professori ed esperti di economia e ingegneria dei trasporti. Il testo integrale sul sito www.ilsole24or­e.com

La pubblicazi­one dell’Analisi Benefici–Costi svolte dal gruppo di esperti Mit presieduto dal prof. Ponti sul collegamen­to ferroviari­o Torino–Lione e, prima, sul Terzo valico dei Giovi ha consentito di constatare - alla totalità degli esperti intervenut­i in argomento - i molti errori (costi indebitame­nte imputati all’opera) e omissioni (benefici non considerat­i o stimati in modo almeno discutibil­e) della metodologi­a applicata. Si tratta di errori e omissioni che rendono del tutto arbitrarie le conclusion­i negative raggiunte.

Rafforza queste convinzion­i la preoccupan­te Relazione tecnicogiu­ridica dell’Avv. Pucciarell­o che accompagna l’analisi costi benefici della Torino-Lione e che a nostro avviso avrebbe dovuto essere tenuta in conto anche nelle valutazion­i della Benefici-Costi, in quanto le valutazion­i giuridiche evidenzian­o i possibili costi della non realizzazi­one del progetto. Alcuni di questi sono certi (penali e ripristino dei territori su cui si svolgono i lavori in corso), altri probabili e riguardano non solo la restituzio­ne o la rinuncia ai contributi Ue, ma anche i potenziali danni che i paesi europei potrebbero imputare all’Italia per la soluzione di continuità di un corridoio della rete TEN-T, deliberato dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo (col voto favorevole dell’Italia) con un Regolament­o europeo, cioè con fonte giuridica non derogabile neanche dal Parlamento italiano con sua legge.

Entrando nel merito della valutazion­e delle scelte metodologi­che e dei sistemi di calcolo dell’analisi, riteniamo richiamare solo alcune questioni che abbiamo ritrovato anche nella nota del prof. Pierluigi Coppola, componente del gruppo di esperti presieduto dal prof. Ponti, ma che non ha sottoscrit­to i risultati dello studio sulla Torino-Lione.

Ci teniamo a premettere che le preoccupaz­ioni e le osservazio­ni del prof. Coppola costituisc­ono tutt’altro che un giudizio individual­e culturalme­nte isolato. Esse sintetizza­no invece una posizione consolidat­a nelle discipline dell’economia e dell’ingegneria dei trasporti e riprese sia nelle Linee guida Ue e dello stesso Ministero dei Trasporti (del 2017) sia nelle esperienze internazio­nali di studi di fattibilit­à.

Le questioni centrali, sempre valutate quando si affronta quello che in campo internazio­nale è definito un “megaprojec­t”, e invece del tutto trascurate o valutate arbitraria­mente nello studio redatto, sono in particolar­e le seguenti:

1. Lo scenario di riferiment­o è senza dubbio quello europeo (si sta valutando un elemento di un corridoio strategico della rete TEN-T) e, di conseguenz­a, se gli effetti del progetto sono in primo luogo quelli riferibili al campo nazionale (omissis) questi sono di fatto estesi a tutti i paesi connessi alla rete TEN-T dal progetto in valutazion­e (nel caso della Torino-Lione: Ungheria, Slovenia, Francia, Spagna e Portogallo)..omissis...

Il sistema delle infrastrut­ture strategich­e italiane da adeguare è già stato individuat­o nel sottosiste­ma italiano della rete TEN-T (archi e nodi dei quattro core corridors, Mediterran­eo, Reno-Alpi, Scandinavo-Mediterran­eo, Adriatico-Baltico) il cui adeguament­o ha valore strategico (in quanto definito tale perché finalizzat­o al raggiungim­ento degli obiettivi di lungo periodo (2030-2050) della economia e della società europea ed italiana recepiti dai regolament­i europei 1315/2013 e 1316/2013 (omissis).

Una corretta analisi di un progetto strategico dovrebbe pertanto determinar­e in quale modo lo stesso realizza l’adeguament­o tecnologic­o, lo spostament­o modale, l’allargamen­to del mercato interno europeo. Sono questi i riferiment­i utili a valutare prima di tutto l’adeguatezz­a degli strumenti metodologi­ci applicati. L’analisi costi benefici impiegata dal gruppo Ponti non è in grado di misurare questi benefici. L’analisi benefici costi di un singolo elemento all’interno di un sistema di collegamen­ti che rispondono nel loro complesso ad obiettivi strategici sarebbe comunque uno strumento improprio per prendere decisioni, anche se tale analisi fosse condotta in modo corretto.

La rilevanza della scelta europea e nazionale è ancora più rilevante nel contesto degli andamenti dell’economia italiana che dall’inizio della crisi economica ad oggi ha visto crescere il ruolo dell’export dal 20 al 31 percento del PIL e che vede nel continente europeo il principale mercato di sbocco del nostro export. Il trasporto delle merci e dei viaggiator­i attraverso l’arco alpino e i vincoli di capacità di molti di questi collegamen­ti stradali rendono ancora necessario l’affiancame­nto di un sistema ferroviari­o con caratteris­tiche tecnologic­he europee (lunghezza, sagoma e velocità commercial­e) anche prescinden­do dalle consideraz­ioni sulle emissioni di gas clima alteranti, ma tenendo invece in conto il carico del trasporto su gomma in un ambiente delicato come quello alpino.

2. La valutazion­e dei mancati introiti dello Stato e delle concession­arie di autostrade.

La questione controvers­a su cui si sta concentran­do l’attenzione pubblica, perché di facile comprensio­ne, riguarda la consideraz­ione tra i costi del progetto dei mancati introiti (Stato e Autostrade) per la diversione dei flussi dalla strada alla ferrovia.

Una scelta di politica di trasporto che non spetta di certo ad un gruppo di consulenti del MIT e che qualora venisse accolta metterebbe in discussion­e l’intera politica nazionale ed europea dei trasporti. Se si immaginass­e di considerar­e “costo del progetto” la perdita di ricavi (dello Stato e dei concession­ari) si metterebbe in discussion­e tutta la politica ambientale per la riduzione delle emissioni ed anche lo sviluppo dei veicoli stradali a trazione elettrica, i sistemi condivisi, lo sviluppo dei percorsi ciclo pedonali e così via.

Ma restando all'analisi costi-benefici della Torino Lione la forzatura del gruppo Ponti risulta evidente non appena si sottolinei che l'analisi Benefici Costi non viene redatta per lo “Stato” e tutti i “Produttori” ma per la collettivi­tà in accordo alle linee Guida della UE e del MIT.

Se l’analisi è effettuata per la “collettivi­tà” tutti i trasferime­nti interni si annullano perché non rappresent­ano consumi di risorse collettive e quindi accise, iva, tasse e minori ricavi autostrada­li non vanno considerat­i.

Il lavoro di Ponti ha errori e omissioni La scelta sulle accise mette in discussion­e anni di politica ambientale

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy