Astaldi, l’accordo entro marzo
Il sigillo del Tribunale non arriverà prima della fine della primavera
La proposta di Salini Impregilo per il salvataggio di Astaldi è sul tavolo del Tribunale di Roma che si prenderà evidentemente tutto il tempo necessario per valutarne il profilo. Il dossier d’altra parte è corposo e secondo le previsioni più plausibili, stante anche la probabile richiesta da parte dei giudici di informazioni aggiuntive, il sigillo difficilmente arriverà prima della fine della primavera. Questo a patto che le condizioni previste dalla proposta del general contractor vengano soddisfatte. E in quest’ottica un tassello cruciale è naturalmente l’accordo con le banche creditrici. Salini Impregilo ha previsto come termine ultimo per trovare la quadra con gli istituti di credito la fine di marzo. Una scadenza che, se le trattative fossero comunque ben avviate, potrebbe slittare di qualche settimana ma che rappresenta senza ombra di dubbio un elemento cruciale per dar seguito al salvataggio.
Nei giorni scorsi il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, si era espresso così in proposito all’operazione Astaldi-Salini: «Tutti noi siamo interessati a che il settore delle infrastrutture in Italia venga rinvigorito ed è una cosa importante per il paese». Alla ristrutturazione del debito, ha poi aggiunto «stanno lavorando le strutture». Un lavoro a valle del quale si inserisce anche un delicato tema governance.
La priorità, in proposito, è definire la figura del chief restructuring officer che dovrà vigilare sul buon esito del piano di rilancio. Nomina che spetta a Salini Impregilo, che sembra invece avere meno urgenza di avviare il necessario rimpasto del cda. Il futuro consiglio dovrà certamente tener conto dei nuovi equilibri e delle nuove sfide che attendono la società prima della probabile integrazione nel general contractor.