La sfida di 16 stati americani a Trump: ricorso sul Muro
«Portiamo il presidente in tribunale per bloccare il suo abuso di potere» Contenziosi potrebbero rallentare i piani per costruire la barriera
Dal nostro corrispondente Nel Presidents' Day un gruppo di 16 stati americani, guidato dalla California, ha avviato una causa contro Donald Trump per l’emergenza nazionale dichiarata per realizzare il muro al confine con il Messico, aggirando i poteri del Congresso. «Nel giorno in cui si festeggiano i presidenti americani noi portiamo Trump davanti a un tribunale per bloccare il suo abuso di potere», scrive il procuratore generale della California, Xavier Becerra. Nell’atto di citazione di 56 pagine depositato nel tribunale federale di San Francisco (causa California versus Trump, fascicolo 3:19-cv-00872) i ricorrenti sostengono che il presidente ha violato in modo evidente la Costituzione e usato come pretesto una crisi inventata per dichiarare l’emergenza quando i dati della polizia doganale mostrano che le entrate di immigranti irregolari sono ai minimi da 45 anni.
La procedura di emergenza nazionale - utilizzata una sessantina di volte dal 1976, ad esempio da George W. Bush dopo gli attentati dell’11/9 - permette di bypassare il Congresso e di avere accesso diretto ai fondi del Pentagono. Per i 321 km della barriera in acciaio verranno usati 8 miliardi del genio militare. Subito dopo la firma dell’atto Trump, intervistato da una tv, ha detto che «forse non c’era bisogno dell’emergenza nazionale, ma Sedici stati americani guidati dalla California hanno fatto ricorso contro la decisione di Donald Trump di utilizzare i fondi destinati alle emergenze nazionali per costruire il muro al confine con il Messico
NEW YORK
HAWAII
NEVADA
CALIFORNIA
così si costruisce più in fretta il muro», come ricordato dai querelanti: «Per ammissione dello stesso presidente, la dichiarazione di emergenza non era necessaria».
Oltre alla California la causa contro il governo federale è sostenuta da Colorado, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Maine, Maryland, Michigan, Minnesota, Nevada, New Jersey, New Mexico, New York, Oregon e Virginia. Tutti stati a guida democratica, ad eccezione del Maryland che ha un governatore repubblicano, Larry Hogan. Ma ha un procuratore democratico che ha firmato la querela.
Il dipartimento di Giustizia non ha commentato la citazione in giudizio. Lo ha fatto direttamente il presidente Trump su Twitter: «Sedici stati guidati da democratici che vogliono i confini aperti e dalla sinistra radicale, hanno lanciato una causa legale ovviamente nel nono distretto in California. Stato dove in passato altre iniziative del presidente sono state bloccate».
Altre due cause contro l’emergenza nazionale per il muro sono state avviate da tre proprietari terrieri in Texas, contea di El Paso, assistiti da Public Citizen, che lamentano una violazione del diritto di proprietà privata, e dall’ associazione ambientalista Center for biological diversity, defenders of wildlife. Altre due querele già annunciate dall’American civil liberties union e da Protect democracy verranno depositate nei prossimi giorni. Nel fine settimana proteste contro il muro sono avvenute in diverse città di confine e davanti alla Casa Bianca. I contenziosi già avviati, oltre a quelli che arriveranno nelle prossime settimane, compreso quello della Camera a guida democratica preannunciato da Alexandria OcasioCortèz, potrebbero rallentare il tabellino di marcia di Trump per costruire subito il muro. Tutti i procedimenti finiranno per confluire davanti alla Corte suprema che ha una maggioranza repubblicana.