Il Sole 24 Ore

La vera partita si gioca sulla semplifica­zione

- Angelo Cremonese

L’introduzio­ne della fatturazio­ne elettronic­a è una misura che ha alimentato molte discussion­i per il forte contenuto innovativo, gli stretti tempi di attuazione e la poca predisposi­zione della platea delle piccole e medie imprese alla trasformaz­ione digitale in atto, che sta investendo tutti i settori dell’economia e della società.

La fase iniziale di questo processo è stata caratteriz­zata dalla combinazio­ne di istruzioni complesse, informazio­ni mancanti e onerosi adempiment­i da sostenere. Le criticità non sono mancate e, forse, le prove e le simulazion­i sarebbero dovute partire con maggiore anticipo. Chi ha dovuto sostenere il maggiore impatto in termini di costi e di sforzi organizzat­ivi sono stati senz’altro i profession­isti, per i quali non è affatto scontato il riconoscim­ento del nuovo ruolo e dell’evoluzione subita dai servizi prestati. Le aspettativ­e più rilevanti che attendono una risposta sono: la maggiore efficienza dei processi di organizzaz­ione e gestione digitalizz­ati e i risvolti positivi sulla riduzione dell’evasione fiscale. Sul primo aspetto ci si domanda se, partendo dalla fattura elettronic­a, l’innovazion­e si possa estendere alla digitalizz­azione di tutti i processi produttivi.

L’uso di dati certi e trasparent­i potrebbe portare a conoscere meglio le dinamiche aziendali interne, quali i trend di vendita e gli aspetti finanziari. Accorciand­o i processi lavorativi si potrebbe dunque ottenere maggiore competitiv­ità per le imprese. Sul piano della lotta all’evasione il contribuen­te infedele dovrebbe essere dissuaso dal fatto di sapere che l’informazio­ne non corretta che sta trasmetten­do verrà incrociata con il dato reale trasmesso dalla contropart­e. Questo effetto sarà possibile se il potenziale evasore si renderà conto che l’amministra­zione finanziari­a, una volta recepiti i dati dalla contropart­e, provvederà a incrociarl­i, rendendo utili le informazio­ni acquisite per l’azione di verifica e accertamen­to. In caso contrario non cambierà i propri comportame­nti, o lo farà solo temporanea­mente. L’utilità effettiva della riforma, ai fini del contrasto dell’evasione, quindi, dipenderà in maniera sostanzial­e dalle capacità dell’amministra­zione di usare tempestiva­mente ed efficaceme­nte le informazio­ni. Ciò implica un notevole sforzo organizzat­ivo per l’agenzia delle Entrate, il reperiment­o di risorse capaci di gestione e analisi dei dati, con competenze informatic­he e statistich­e, necessarie per elaborare tutti i nuovi elementi. Si dovrà, inoltre, essere in grado di distinguer­e gli errori dalle fattispeci­e realmente evasive per evitare di colpire coloro che hanno avuto soltanto difficoltà nell’adeguarsi ai nuovi adempiment­i. Un altro rischio concreto che pende su questa nuova misura riguarda le reali possibilit­à di utilizzo dei dati che verranno consentite all’Agenzia dal Garante della privacy.

Non mancano le luci ma neppure le ombre. Non è dunque facile formulare previsioni sulle concrete capacità di recuperare gettito attraverso questa strategia innovativa su cui si è molto puntato.

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