In carcere il vertice di Cassa infermieri Accusa di tangenti
Arrestati il presidente e il direttore generale «Grave corruzione»
Mario Schiavon, presidente dell’Enpapi, è stato arrestato ieri con l’accusa di corruzione, insieme al direttore generale dell’ente Marco Bernardini. Secondo il Gip, Elvira Tamburelli, dietro tangenti mascherate da consulenze per 1 milione di euro, restauri di un appartamento, fatturazioni fittizie e biglietti aerei per assistere a Berlino alla finale di Champion’s League 2015 (Barcellona-Juventus), Schiavon stava «svendendo» il patrimonio dell’ente. La misura cautelare, secondo il giudice che l’ha firmata, si è resa necessaria date «le condotte corruttive sin qui emerse alle indagini, il totale disinteresse di Schiavon e Bernardini rispetto all’ente e al suo patrimonio, anche a danno di migliaia di lavoratori iscritti all’istituto previdenziale, l’avidità mostrata da Schiavon al pari dei privati corruttori».
Con i vertici Enpapi finiscono in manette anche l’imprenditore Egidio Giovanni Conte, l’avvocato Piergiorgio Galli e il commercialista Enrico Di Florio. Stando alle ipotesi della Procura di Roma, che ha coordinato il Nucleo valutario della Guardia di finanza, Schiavon e Bernardini «hanno agito venendo meno all’obbligo di fedeltà e imparzialità» liquidando il patrimonio dell’ente previdenziale attraverso investimenti con operazioni ritenute illecite. «Indici sintomatici di tali violazioni» sono riassunti in parte nei rilievi mossi dalla Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) e inviati ai ministeri del Lavoro e dell’Economia l’11 maggio 2017. L’indagine penale, invece, ha ricostruito una serie di operazioni «opache». È il caso della delibera consiliare del 13 novembre 2015, con la quale l’Enpapi «determinava - si legge negli atti - di acquistare fondi di investimento immobiliare e di private equity sino a 180 milioni di euro». Un’operazione che Schiavon compie con la Tendercapital Ltd con sede a Londra ma direttamente riconducibile a Conte. O ancora, l’acquisto, tra il 2012 e il 2017, di fondi di investimento per 360 milioni di euro, che consentivano a Galli e Di Florio di realizzare 46 milioni di euro di guadagni. Infine c’è la «svendita» di una Rsa (Residenza sanitaria per anziani) in provincia di Potenza, ceduta per oltre 3 milioni alla società Phare srl di Conte, che la rivende, appena due mesi più tardi, a quasi 6 milioni di euro. Ieri la polizia giudiziaria ha eseguito inoltre sequestri per 350mila euro, secondo il Pm l’equivalente dei fatti corruttivi fino ad ora accertati.
Schiavon, alla guida dell’ente dal 2003, già nel 2015 era entrato nel mirino della Gdf che aveva acquisito documenti relativi all’acquisto delle sede di via Farnese 3 a Roma, comprata nel 2009 per 20 milioni e che pochi giorni prima era passata di mano per soli 16 milioni (a sottolineare l’anomalia fu un articolo del Sole 24 Ore del 20 ottobre 2010). Enpapi, attraverso la vicepresidente Giovanna Bergoglio dice di attendere « con fiducia che la magistratura faccia il suo corso, auspicando che l’esito del lavoro di indagine possa accertare l’estraneità dei fatti oggi contestati ai vertici dell'Ente». Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri (Fnopi) Barbara Mangiacavalli si augura che questa inchiesta «non incida sulla gestione previdenziale degli oltre 60mila infermieri iscritti».