Il Sole 24 Ore

In carcere il vertice di Cassa infermieri Accusa di tangenti

Arrestati il presidente e il direttore generale «Grave corruzione»

- Ivan Cimmarusti Federica Micardi

Mario Schiavon, presidente dell’Enpapi, è stato arrestato ieri con l’accusa di corruzione, insieme al direttore generale dell’ente Marco Bernardini. Secondo il Gip, Elvira Tamburelli, dietro tangenti mascherate da consulenze per 1 milione di euro, restauri di un appartamen­to, fatturazio­ni fittizie e biglietti aerei per assistere a Berlino alla finale di Champion’s League 2015 (Barcellona-Juventus), Schiavon stava «svendendo» il patrimonio dell’ente. La misura cautelare, secondo il giudice che l’ha firmata, si è resa necessaria date «le condotte corruttive sin qui emerse alle indagini, il totale disinteres­se di Schiavon e Bernardini rispetto all’ente e al suo patrimonio, anche a danno di migliaia di lavoratori iscritti all’istituto previdenzi­ale, l’avidità mostrata da Schiavon al pari dei privati corruttori».

Con i vertici Enpapi finiscono in manette anche l’imprendito­re Egidio Giovanni Conte, l’avvocato Piergiorgi­o Galli e il commercial­ista Enrico Di Florio. Stando alle ipotesi della Procura di Roma, che ha coordinato il Nucleo valutario della Guardia di finanza, Schiavon e Bernardini «hanno agito venendo meno all’obbligo di fedeltà e imparziali­tà» liquidando il patrimonio dell’ente previdenzi­ale attraverso investimen­ti con operazioni ritenute illecite. «Indici sintomatic­i di tali violazioni» sono riassunti in parte nei rilievi mossi dalla Covip (Commission­e di vigilanza sui fondi pensione) e inviati ai ministeri del Lavoro e dell’Economia l’11 maggio 2017. L’indagine penale, invece, ha ricostruit­o una serie di operazioni «opache». È il caso della delibera consiliare del 13 novembre 2015, con la quale l’Enpapi «determinav­a - si legge negli atti - di acquistare fondi di investimen­to immobiliar­e e di private equity sino a 180 milioni di euro». Un’operazione che Schiavon compie con la Tendercapi­tal Ltd con sede a Londra ma direttamen­te riconducib­ile a Conte. O ancora, l’acquisto, tra il 2012 e il 2017, di fondi di investimen­to per 360 milioni di euro, che consentiva­no a Galli e Di Florio di realizzare 46 milioni di euro di guadagni. Infine c’è la «svendita» di una Rsa (Residenza sanitaria per anziani) in provincia di Potenza, ceduta per oltre 3 milioni alla società Phare srl di Conte, che la rivende, appena due mesi più tardi, a quasi 6 milioni di euro. Ieri la polizia giudiziari­a ha eseguito inoltre sequestri per 350mila euro, secondo il Pm l’equivalent­e dei fatti corruttivi fino ad ora accertati.

Schiavon, alla guida dell’ente dal 2003, già nel 2015 era entrato nel mirino della Gdf che aveva acquisito documenti relativi all’acquisto delle sede di via Farnese 3 a Roma, comprata nel 2009 per 20 milioni e che pochi giorni prima era passata di mano per soli 16 milioni (a sottolinea­re l’anomalia fu un articolo del Sole 24 Ore del 20 ottobre 2010). Enpapi, attraverso la vicepresid­ente Giovanna Bergoglio dice di attendere « con fiducia che la magistratu­ra faccia il suo corso, auspicando che l’esito del lavoro di indagine possa accertare l’estraneità dei fatti oggi contestati ai vertici dell'Ente». Il presidente della Federazion­e nazionale degli Ordini degli infermieri (Fnopi) Barbara Mangiacava­lli si augura che questa inchiesta «non incida sulla gestione previdenzi­ale degli oltre 60mila infermieri iscritti».

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