Il Sole 24 Ore

Nel private banking sfida su costi e qualità

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Un recente studio dell’Esma, l’autorità di vigilanza Ue, ha puntato l’indice sulla corsa dei costi nel risparmio gestito italiano. Poi è arrivata Mediobanca, che è giunta alle stesse conclusion­i in uno studio sul Private banking italiano: anche qui i prezzi sono mediamente troppo alti, con costi sulle gestioni che oscillano intorno al 3%, e sono i più elevati del mercato europeo. Nonostante questo, la barca va: la ricchezza finanziari­a degli italiani, nonostante la crisi, continua a crescere, ed è tornata oggi a quota 4.000 miliardi. In particolar­e, il tasso di risparmio è risalito al 9,7% dal 7% del 2012, complice l'incertezza politica ed economica . È ovvio quindi che il settore del Private banking resta attraente anche per i player esteri, mentre l’attrattivi­tà delle banche tradiziona­li italiane continua a soffrire. Lo sa bene EFG, gruppo internazio­nale svizzero quotato a Zurigo , che con 150 miliardi in gestione è tra i più importanti operatori «puri» del Private banking a livello mondiale: la banca elvetica è sbarcata sul mercato italiano focalizzan­dosi sulla fascia più alta della clientela. E con grandi obiettivi: soprattutt­o ora che la Mifid 2 permetterà agli investitor­i di capire cosa pagano. C’è aria di cambiament­o nel Private banking. (R.Fi.)

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