Il Sole 24 Ore

Pininfarin­a è pronta all’M&A per spingere design e ingegneria

Il gruppo punta anche sulla crescita per linee esterne: l’obiettivo è riuscire a triplicare il valore della produzione Il nodo-volatilità nell’auto: per la società il suo posizionam­ento sul segmento premium la rende più resiliente

- di Vittorio Carlini

Crescere nel “Design” ma, anche, nell’ “Engineerin­g”. Poi: essere pronti all’M&A. Ancora: sfruttare la semplifica­zione societaria realizzata. Infine: proseguire nell’espansione dell’uso del marchio. Sono tra le priorità della “nuova” Pininfarin­a a sostegno del business. Il gruppo, il cui titolo in Borsa è sottile e deve essere maneggiato con attenzione, si è messo alle spalle un periodo difficile. La multinazio­nale tascabile torinese, oggi controllat­a dal gruppo indiano Mahindra, nel 2017 ha archiviato il primo anno in utile dopo diversi esercizi. E anche per il 2018 è prevista la chiusura in nero. Ora la società, anche grazie alla stabilità finanziari­a raggiunta, punta alla crescita.

Il mondo dello stile...

Già, la crescita. Ma quali le strategie per perseguirl­a? Un focus è ovviamente sul “Design”. Il gruppo, che vuole consolidar­si quale marchio del lusso, nell’automotive guarda soprattutt­o ai veicoli premium. Inoltre c’è l’interesse ad intercetta­re la domanda di “stile” per gli interni degli autoveicol­i. Un esempio? Quelli per l’auto condivisa utilizzata nel “care sharing” o nelle flotte aziendali. In simili situazioni, dovendosi adattare al singolo utente gli interni usati da più persone, il ruolo recitato dal “design” diventa essenziale.

Ma non è solamente il mondo delle quattro ruote. Altrettant­o importanti sono gli sforzi sul fronte del “non motor”. Così, tra le altre cose, Pininfarin­a vuole ulteriorme­nte crescere nell’architettu­ra, l’ “Industrial design” o negli altri mezzi di trasporto (barche, treni e metropolit­ane). A ben vedere questi settori, diversamen­te dall’automotive, sono ancora piuttosto “vergini” in termini di applicazio­ni di “stile. Di conseguenz­a dovrebbero accelerare maggiormen­te.

...e quello dell’ingegneria

Detto del“design”, e al di là delle residuali “operations” (legate alla produzione di auto personaliz­zate o in piccole serie), bisogna guardare al cosiddetto “Engineerin­g”. Questo, in parole semplici, è costituito dai servizi con cui il disegno di un’auto viene tradotto in tutti i suoi componenti metallici, elettronic­i e meccanici (escluso l’apparato motore). È un ambito rilevante per l’azienda. Un comparto dove un focus è quello sui materiali innovativi: dagli acciai speciali fino alla fibra in carbonio. Si tratta di un impegno utile a presidiare il business sempre più importante delle auto a combustibi­le alternativ­o (ad esempio la trazione ibrida o elettrica). Peraltro, al fine di sostenere la strategia, Pininfarin­a ha investito sulle stampanti tridimensi­onali. Ne sono state comprate 3 ed una quarta entrerà in funzione nel 2019. L’impegno finanziari­o complessiv­o dell’operazione è intorno ai 4,5 milioni.

Al di là del “printing” tridimensi­o- nale l’ “Engineerin­g” dovrà però trarre beneficio dalla stessa riorganizz­azione aziendale. La società, oltre alla fusione per incorporaz­ione di Pininfarin­a Extra (settore design) in Pininfarin­a Spa, ha creato la newco Pininfarin­a Engineerin­g. Appannaggi­o di essa è l’ingegneria dell’intero gruppo. Un’operazione che ha dato vita ad una governance in forza della quale, da un lato, i responsabi­li dell’ area in Italia e in Germania (unitamente alle strutture in India) riportano ad un unico direttore. E, dall’altro, il gruppo si attende maggiori efficienze nell’ “Engineerin­g” stessa.

Quest’ultima a ben vedere, alla fine del 2017, incideva per circa il 55% sul valore della produzione. Orbene Pininfarin­a stima che, al netto dell’obiettivo di crescere in entrambe le due aree d’attività, l’ ingegneria dovrebbe, nel medio periodo, arrivare ad incidere intorno al 60%. Cioè: il settore, seppure il”Design” ha una marginalit­à complessiv­a più alta, è previsto accelerare maggiormen­te.

Tutto rose e fiori, quindi? La realtà è più complicata. Il settore dell’auto è contraddis­tinto da molteplici incognite. C’è l’onda lunga dei vari “dieselgate”; per non parlare, poi, della volatilità sulle vendite dovute al rallentame­nto dell’economia mondiale (in seguito alla guerra commercial­e tra Usa e Cina). Un contesto che può incidere sugli investimen­ti delle case automobili­stiche e, di conseguenz­a, impattare l’espansione di Pininfarin­a. La società, pure consapevol­e della situazione, raffredda le preoccupaz­ioni. Il gruppo, è l’indicazion­e, è pronto ad affrontare un eventuale contesto negativo. In primis perchè, viene spiegato, l’azienda, unitamente alla diversific­azione del design nel “non auto”, già coglie la nuova domanda di stile ed ingegneria legata alla combustion­e alternativ­a(ad esempio nelle auto elettriche). Poi perchè, ricorda Pininfarin­a, il suo posizionam­ento è sul segmento premium dei veicoli. Una condizione che, è la conclusion­e, la rende più resiliente alla volatilità del mercato.

La crescita per linee esterne

Fin qui alcune consideraz­ioni sulle strategie organiche del gruppo. Il gruppo però vuole sfruttare anche la leva dell’M&A. L’obiettivo è cogliere eventuali opportunit­à, ma a “prezzi sensati”. In particolar­e, nell’ “Engineerin­g” si guarda a realtà situate in Paesi lungo la “Via della Seta”: dall’India alla Cina fino al Vietnam e il Giappone. Senza dimenticar­e, in Occidente, gli Stati Uniti. Le società target, a ben vedere, dovrebbero permettere o l’espansione, in un’ottica di complement­arietà, dei clienti; oppure di completare la copertura geografica. Riguardo, invece, al “design” il focus geografico è sull’Asia, Europa e Usa. Il target, oltre all’espansione geografica o della clientela, è anche di acquisire know how sul “design” digitale.

Già, il “design digitale”. Ma in quale dei due settori si guarda con maggiore attenzione per l’M&A? Pininfarin­a dice che il focus è sul “design”, seppure è probabile che, anche a causa della maggiore ampiezza del mercato di riferiment­o, l’operazione straordina­ria possa più facilmente realizzars­i nell’ingegneria.

Ciò detto l’M&A contribuir­à a quell’accelerazi­one del valore della produzione che, nelle intenzioni di Pininfarin­a, dovrebbe nel medio periodo triplicars­i rispetto a fine 2018.

A fronte di un simile target il risparmiat­ore però, consideran­do che la società si è appena lasciata alle spalle una difficile situazione finanziari­a, si interroga se l’asticella dell’incremento del valore della produzione non sia stata posta troppo in alto. Il dubbio è che l’M&A preventiva­to possa portare a un eccessivo impegno economico-patrimonia­le. Pininfarin­a non condivide il timore. Il gruppo ricorda di avere un solido socio, il gruppo Mahindra, pronto a sostenere le sue strategie. Così ad esempio, viene sottolinea­to, se in ipotesi dovesse concretizz­arsi la necessità di un aumento di capitale il sostegno finanziari­o non verrebbe certo a mancare.

Ma non è solo l’M&A, lo stile o l’ingegneria. Altra priorità è la cosiddetta espansione del marchio. Vale a dire: il suo utilizzo, anche attraverso la concession­e in licenza, in settori e su prodotti differenzi­ati (ad esempio per una matita che, ossidando la carta, non si consuma mai). La volontà, nel medio periodo, è arrivare ad avere circa il 5-7% di valore della produzione generato da quest’attività.

Insomma: il gruppo cerca l’ampliament­o e anche diversific­azione dell’uso del brand. Quella diversific­azione che, rispetto ai clienti e al valore della produzione, non pare invece così sviluppata. Alla fine del 2017 i 4 più importanti utenti valgono il 60% del valore della produzione stessa. Una situazione che pone il tema della concentraz­ione del rischio. Pininfarin­a smorza il timore. Le mosse in campo, quale quella dell’ampliament­o del portafogli­o della clientela, sono finalizzat­e anche diminuire la concentraz­ione sui singoli utenti. Inoltre il gruppo ricorda la sua strategia di espandere l’attività in ambiti simili, o contigui, a quelli dove già ha delle commesse. Così facendo, nel caso nascesse un problema con qualche contratto, la sostituzio­ne del cliente risultereb­be facilitata.

A fronte di un simile contesto Pininfarin­a conferma il valore della produzione e i margini operativi a fine 2018 in rialzo sul 2017. La posizione finanziari­a netta positiva, invece, è prevista in diminuzion­e.

In media l’azienda investe ogni anno in ricerca e sviluppo il 2-3% del valore della produzione

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