Il Sole 24 Ore

Zingaretti: se vinco sì a segreteria unitaria

Ma c’è preoccupaz­ione per i conti del partito: «Situazione disastrosa»

- Emilia Patta

Obiettivo primo portare più gente possibile ai gazebo per raggiunger­e la soglia psicologic­a del milione. Obiettivo secondo non solo arrivare primo, ma superare con agio il 50% dei voti. Nicola Zingaretti, ieri alla manifestaz­ione milanese contro il razzismo assieme allo sfidante Maurizio Martina, prima si sbilanciar­si sulle sue prossime mosse attende di vedere i risultati: domani si vota dalle 8 alle 20 e i dati semi-definitivi sono attesi tra le 22 e le 23. Per avere una maggioranz­a sicura negli organi dirigenti del partito occorre superare il 54%. Ma è chiaro che, al di là di quale sarà il dato finale, il governator­e del Lazio e il suo staff stanno già ragionando sul dopo. Da qui l’assicurazi­one di Zingaretti, arrivata ancora ieri da Milano, che in caso di vittoria lavorerà «per un gruppo dirigente unitario». Il che vuol dire una segreteria allargata alle varie componenti del partito e non solo espression­e del segretario. Ma l’ipotesi che Martina possa fare il vice, ammesso che l’interessat­o accetti, sta scemando in queste ore. Perché la figura del vice non è prevista dalle regole interne e non sembra essere questa la priorità di Zingaretti («in caso lo farà più in là», dicono i suoi). Ad ogni modo Martina ha più volte espresso la volontà di costruire una gestione collegiale in caso di sua vittoria o di collaborar­e con il vincitore in caso di sconfitta. Mentre il terzo candidato in pista, il renziano Roberto Giachetti, ha già detto che lui starà all’opposizion­e nel partito. In attesa dei risultati a preoccupar­e intanto Zingaretti e i suoi è la situazione «tragica» dei conti del partito. Su poco più di 170 dipendenti ben 140 sono in cassa integrazio­ne, che scadrà tra giugno e luglio: Zingaretti rischia così di trovarsi nella scomoda situazione di essere il segretario che manda a casa decine di persone.

Quanto al convitato di pietra di queste primarie, ossia l’ex leader Matteo Renzi, ieri ha voluto dare un messaggio distensivo. Renzi ha deciso di non dire per chi dei tre candidati voterà ma fa gli auguri a tutti e assicura che non ostacolerà il vincitore: « Auguri ai tre candidati: Martina, Zingaretti, Giachetti. Mi fa piacere che tutti e tre abbiano escluso accordi con Cinque Stelle e ritorni al passato. Chiunque vinca non dovrà temere da parte mia alcuna guerriglia come quella che io ho subito... Le primarie del Pd sono per l’Italia. Anche se votasse meno gente dell’altra volta non significa nulla: il Pd è l’unica forza politica che si affida alla democrazia, altro che piattaform­a Rousseau».

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