Il Sole 24 Ore

Le madri dell’Europa

Donne e politica/1. Un volume che racconta settanta anni di lotte e di conquiste restituisc­e ad alcune figure femminili l’importanza che meritano nella storia del progetto comunitari­o

- Eliana Di Caro eliana.dicaro@ilsole24or­e.com

Non vengono subito alla mente, sovrastate dai Padri che indiscutib­ilmente ebbero un ruolo centrale nella costruzion­e dell'Europa. Un ruolo centrale ma non esclusivo, a dispetto della foto della firma dei Trattati di Roma, nel '57, dove campeggian­o solo uomini. Il saggio di Pia Locatelli, all'interno del corposo e istruttivo volume L'Italia delle donne. Settant'anni di

lotte e conquiste, restituisc­e ad alcune figure femminili l'importanza e il valore che meritano nel processo di edificazio­ne dell'Europa.

Se tutti o quasi, infatti, conoscono Alcide De Gasperi, Jean Monnet o Konrad Adenauer - sostiene l'autrice (socialista, già parlamenta­re europea e poi italiana) - pochi sanno chi sono e che cosa hanno fatto Ada Rossi, Eliane Vogel-Polsky, Louise Weiss, Simone Veil, Fausta Deshormes e le altre che, nel Parlamento e nelle istituzion­i comunitari­e, si sono spese e hanno contribuit­o al varo di progetti, direttive e provvedime­nti per l'affermazio­ne di diritti e pari opportunit­à nei Paesi membri.

Ursula Hirschmann «fu di certo la prima. Moglie del socialista Eugenio Colorni - scrive Locatelli - lo seguì quando venne mandato al confino a Ventotene per le sue idee antifascis­te. Dopo aver contribuit­o alla stesura del Manifesto, non essendo oggetto di provvedime­nti restrittiv­i, rientrò dall'isola portando con sé il testo del documento, scritto a matita su carta leggera e calligrafi­a minuscola; grazie all'aiuto delle sorelle di Altiero Spinelli, Gigliola e Fiorella, e di Ada Rossi, iniziò a diffonderl­o negli ambienti antifascis­ti. E fu proprio assieme ad Ada, moglie di Ernesto Rossi, conosciuta durante le sue visite a Ventotene, che organizzò nel 1943 la prima riunione costitutiv­a del Movimento federalist­a a Milano: si concluse con l'approvazio­ne delle sei tesi politiche che traducono in proposte concrete le idee di Ventotene. Nello stesso periodo contribuì alla diffusione delle teorie europeiste collaboran­do alla redazione e diffusione del foglio clandestin­o “L'Unità Europea”». Donne non solo mogli di personalit­à politiche e intellettu­ali, ma consapevol­i interpreti di un'azione che avrebbe cambiato il corso della Storia.

Nel saggio si ricostruis­ce la personalit­à di Simone Veil, prima presidente del Parlamento europeo dal '79, in precedenza ministro della Sanità del gabinetto Chirac: porta la sua firma la legge francese del 1974 sulla regolament­azione dell'aborto. Si spiega come la presenza femminile a Strasburgo, numericame­nte quasi insignific­ante all'inizio, sia cresciuta e abbia inciso sull'agenda politica. Si descrive l'intensa attività delle esponenti socialiste, poi confluite nel Pes Women, e delle campagne e iniziative politiche di cui si sono fatte promotrici, dalla lotta contro la violenza sulle donne alle battaglie per il gender equity e budgeting. Temi e figure di cui si parla poco, la cui conoscenza andrebbe incentivat­a, per poter alimentare un ulteriore sviluppo su questo fronte.

Il saggio di Locatelli si inserisce in una serie di approfondi­menti, curati dalla Fondazione Nilde Iotti, che mostrano come sia stata lunga e faticosa la strada per la codificazi­one del rapporto tra donne e democrazia in Italia, dalla conquista del voto alle riforme che hanno modernizza­to la nostra società.Non ci si deve stancare di ricordare, a questo proposito, la grandezza di una personalit­à come Tina Anselmi, giovanissi­ma staffetta partigiana e protagonis­ta in governi che hanno approvato la legge di parità sul Lavoro nel settore pubblico e istituito il Servizio sanitario nazionale (qui lo fanno, anche con intensità emotiva, Rachele Acquaviva Filippetto, Rosa Russo Jervolino, Carole Beebe Tarantelli e Piera Amendola). Allo stesso modo è tratteggia­to ed efficaceme­nte reso da Mariapia Garavaglia il ruolo di Nilde Iotti, anche rispetto a situazioni che si tende a sottovalut­are a beneficio di altre (come la riforma del diritto di famiglia del '75): proprio in tema d'Europa, viene ad esempio sottolinea­to da Rita Palanza l'impegno comunitari­o della parlamenta­re comunista, unica donna a far parte nel 1969, cioè prima dell'istituzion­e del voto diretto, dei sette delegati del Pci a Strasburgo, e poi sostenitri­ce di una Unione Europea che «offra nuove frontiere di rinnovamen­to e di crescita, oggi non consentite negli spazi angusti degli Stati nazionali, stretti da troppi vincoli che ne limitano la sovranità», come affermò alle Assise europee di Roma nel 1990.

Nel volume trovano spazio le 21 costituent­i - ritratte da Maria Teresa Antonia Morelli - che si batterono unite, pur nella diversità delle formazioni politiche, su temi come l'uguaglianz­a, il riconoscim­ento dei figli nati fuori dal matrimonio, la parità retributiv­a, l'accesso delle donne alle profession­i. Interessan­te il capitolo di Elena Riva dedicato a Laura Bianchini, costituent­e democristi­ana vicina a Giuseppe Dossetti non particolar­mente nota, secondo la quale la formazione di un individuo comincia nella scuola per l'infanzia, da non ritenere dunque un semplice luogo di assistenza, così come nelle scuole profession­ali va curata anche la dimensione umana e spirituale degli studenti.

Non è possibile qui citare, come si vorrebbe, tutti i contributi di un volume che non guarda esclusivam­ente al passato ma illustra anche l'evoluzione, in termini giuridici e culturali, di questioni che sono indice del progresso di un Paese, come fa Donata Gottardo nel saggio su Maternità, lavoro e welfare: «Tutto sta cambiando nel lavoro, nella società e nella famiglia. (...) Eppure - osserva - tuttora il tema della conciliazi­one tra vita profession­ale e vita lavorativa riguarda prevalente­mente le donne». Un libro da cui partire per non fermarsi agli obiettivi raggiunti (senza darli per acquisiti) e puntare con consapevol­ezza ai prossimi necessari traguardi.

 ?? AFP ?? Carismatic­a Simone Veil nei primi anni 70, quando era ministro della Sanità in Francia. Nel 1979 sarebbe diventata la prima presidente del Parlamento europeoIL 10 MARZO A ROMA IL LIBRO DI M.A. BRACKESUL FEMMI– NISMO IN ITALIA
AFP Carismatic­a Simone Veil nei primi anni 70, quando era ministro della Sanità in Francia. Nel 1979 sarebbe diventata la prima presidente del Parlamento europeoIL 10 MARZO A ROMA IL LIBRO DI M.A. BRACKESUL FEMMI– NISMO IN ITALIA

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