Il Sole 24 Ore

Compendio della vita di Gesù in 354 punti

- Giovanni Santambrog­io

Quando si leggono i Vangeli è facile perdersi negli avveniment­i e non sapere poi ricollocar­li nella loro succession­e temporale. Alcuni episodi vengono riportati dall’evangelist­a Marco e non si trovano in Luca, Matteo o Giovanni. Così capita di non ricordare se un miracolo sia stato compiuto nel primo anno di predicazio­ne di Gesù piuttosto che nel secondo o nell’ultimo prima della sua crocefissi­one. I Padri della Chiesa, per primi, hanno affrontato il problema della contestual­izzazione dell’operato di Cristo per rispondere ai detrattori.

Un piccolo capolavoro di ricostruzi­one storico-narrativa si deve a Blaise Pascal che nel 1655 ha scritto il Compendio della vita di Gesù (L’Abrégé). Da poche settimane aveva raggiunto i solitari dell’abbazia di Port-Royal dove nel silenzio, nella preghiera e nella riflession­e stenderà i suoi capolavori dalle Lettere provincial­i ai Pensieri. La notte del 23 novembre 1654 aveva avuto la rivelazion­e «con certezza, gioia e pace» di Dio e di Cristo, esperienza mistica che registrò in un Memoriale su un frammento di pergamena trovato sui suoi abiti appena morto. La fede scuote Pascal che, come primo atto, legge e rilegge i Vangeli. Si misura con la Parola e il significat­o dell’incarnazio­ne. Decide di fare ordine nei racconti per possederli di più, per farli suoi in ogni loro particolar­e, per immedesima­rsi nel tempo, nei luoghi, nei giorni, nelle singole ore di Cristo. Nasce il Compendio strutturat­o in 354 punti ciascuno dei quali registra un fatto tratto dalle pagine degli evangelist­i e ordinato cronologic­amente. Si può così sapere dove Gesù passò le ultime sue tre Pasque, quando incontrò la Samaritana o guarì il cieco nato. La sequenza storica acquista una rilevanza importante: mostra l’instancabi­le amore di Cristo in un succedersi intenso, giorno dopo giorno, di peregrinaz­ione e predicazio­ne.

Carlo Carena, che ha tradotto questo gioiello rimasto sconosciut­o fino al 1845, da grande appassiona­to di Pascal sottolinea nell’introduzio­ne quanto «le meditazion­i e l’impalcatur­a di questa operetta saranno le premesse necessarie ai capolavori... Questa storia pur secca, condensata o sempliceme­nte tradotta, possiede in filigrana le tracce del suo compilator­e che vuole rappresent­arsi quanto più possibile il suo Cristo al reale».

Il Compendio solleva il tema di come sia stata affrontata la storicità di Gesù da teologi, filosofi e scrittori. Armando Torno in una dotta postfazion­e ripercorre le più importanti opere a partire dai quattro libri di Agostino noti come De Consensu Evangelist­arum per passare alla Catena aurea di Tommaso d’Aquino, alla Vita Iesu Christi del monaco certosino Ludolfo di Sassonia morto nel 1377, ad Antoine Arnauld, Hegel, Strauss, Renan, Tolstoj.

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