Il fantoccio non può essere tragico
Teatrino Giullare è una compagniache da anni conduce un’ ingegnosa ricerca non tanto sul teatro di figura quanto sugli ambigui confini tra animato e inanimato, fra gli attori incarne e ossa e le loro
propaggini artificiali, fantocci, masche
re, protesi. Peri suoi spettacoli, popolati da esse riviventi che sembrano manichini, manichini che sembrano esse riviventie inquietanti entità per metà umane, per metà di legno, hanno attinto a un impegnativo repertorio di autori contemporanei,da BeckettaPinter,d aB ern hard, aKoltès,dallaJe li neka un poemetto di Giuliano S cab i a. Mancava, finora, un incontro conl’ antichità, coi grandi miti classici. A colmare la lacuna provve
de ora un fulminante test odi Davide
Carnevali, esponente fra i più apprezzati della nuova drammaturgia italiana, che con Menelao ha fornito ai due interpreti animatori un materiale dilavo roche hanno potuto trattare alla loro maniera. Come definire Menelao? Una piè ce ironica, satirica, feroce che assume il fratello di Agamennone, l’unico personaggio che non abbia un proprio posto di rilievo nel ciclo degli Atri di, a emblema dell’ uomo occidentale di oggi con le sue nevrosi e le sue insoddisfazioni.
Da un certo punto di vista potrebbe sembrare una parodia della tragedia. Ma proprio nell’ impossibilità della tragedia, nella coscienza del protagonista di non essere, di non poter aspirare a essere un eroe tragico consiste la sua tragedia vera, crudele, spietata. Come certe creature bernhardiane, dilaniate dal non sapere se debbano far ridere o piangere, riesce ad amare la sua bella moglie solo quando è assente, lontana, vorrebbe lasciare ai posteri il ricordo di memorabili imprese, ma non ha mai fatto nulla nella vita, e se nesta aletto a inventarsi improbabili resoconti autobiografici. Più che il tema dell’ individuo intrappolato nella sua impotenza, è però soprattutto il tono della scrittura di Carnevali che credo abbia attratto il Teatrino Giullare. Quel misto di acre divertimento e sottile disperazione si adatta alla perfezione allo stile pungente,grotte scodelle mario netti ne, delle sculture, degli oggetti manovrati con alta sapienza tecnica da Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti, al sorprendente apparato scenografico in cui i due si muovono, una scrivania pronta a trasformarsi in improvvisata ribalta sotto la quale si svela una specie di teca che contiene la stanza da letto di Elena e Menelao. Lo spettacolo prodotto da Emilia Romagna Teatro all’Arena del Sole di Bologna è un fuoco di fil adi mirabolanti invenzioni, il testone di Zeus che partorisce una piccola Atenacon lancia e bilancia e una civ et tina chele vola sulla spalla, il ritratto di Agamennone che parla muovendo le labbra dalle pagine di un libro, l’ Aga men none burattino che esce dal libro con un’ ascia piantata nel cranio, i mostruosi fantocci-in cubiche tormentano i son nidi Menelao. E le citazioni dell’antica Grecia, finti busti marmorei, statue decapitatesi stagliano a creare un ideale sfondo all’azione.