Il modello emiliano mix vincente
Un modello della old economy che ambisce al salto nella digital age mettendo a frutto le eccellenze di un territorio come quello emiliano, su cui è stato investito oltre 1 miliardo dal 2014 al 2018.
È questa la fotografia di Philip Morris Italia, affiliata italiana del colosso statunitense del tabacco il cui obiettivo - spiega il presidente e amministratore delegato Eugenio Sidoli - «è passare da un prodotto a combustione che genera composti tossici ad uno riscaldato senza fumo e in cui una buona parte di queste tossine viene eliminata». Un cambiamento che per l’azienda comporta la necessità di ripensare completamente l’industria dal campo in cui il tabacco viene raccolto al momento della vendita al consumatore.
L’azienda si è insediata non a caso in provincia di Bologna: «Sapevamo - sottolinea Sidoli - che vi avremmo trovato competenze, una filiera eccellente attorno a noi, un’amministrazione sensibile e un patto sociale che rimette in discussione i paradigmi del lavoro dell’ultimo secolo per venire incontro alle esigenze delle imprese e intercettare le nuove opportunità che vengono da fuori». I 1.200 nuovi dipendenti hanno in gran parte profilo tecnico e ingegneristico e sono stati reclutati anche portandoli via ad altre imprese, «a conferma che la coperta resta corta e che il grande tema di questa rivoluzione tecnologica non sono le macchine ma gli uomini».
Le difficoltà sul fronte del reclutamento spiegano anche i cospicui investimenti effettuati da Philip Morris Italia a livello formativo. Oltre alla partnership con il consorzio Alma Laurea e i principali istituti tecnici del territorio, a tutto il personale tecnico, in particolare, viene fornita una formazione specifica nel Training Center di Zola Predosa.