Piazza e imprese ancora in pressing
Chiamparino: scelta da repubblica delle banane Gallina: seguiremo il dossier
Il pressing sulla Torino-Lione resta alto in Piemonte. Ieri è stata la giornata del Flash mob organizzato dal “Comitato Sì, Torino va avanti” e da Mino Giachino, mentre in mattinata sono state le 33 organizzazioni del mondo produttivo e sindacale a discutere di Tav con i deputati piemontesi. Ma a prendere chiaramente posizione sulla soluzione emersa in seno al Governo, che apre la procedura di gara per i lavori della Torino-Lione ma di fatto rimanda i bandi è Sergio Chiamparino che usa parole dure: «La scelta del Governo è come dire facciamo partire le manifestazioni di interesse per i lavori della Tav già sapendo che però non faremo la gara, beh, se non è un comportamento da Repubblica delle banane questo». La Lega, aggiunge Chiamparino, «con Salvini ha più responsabilità del Movimento 5 Stelle, perché loro sono sempre stati trasparenti e non hanno mai detto di volere la Tav. Chi invece ha fatto l’alleanza con i Cinquestelle ed è complice per questioni di poltrona è Salvini».
Non nasconde la sua soddisfazione invece la prima cittadina di Torino Chiara Appendino: «Sono felice che una situazione delicata come quella del Tav si stia risolvendo positivamente». I consiglieri Cinque Stelle della maggioranza in Consiglio comunale hanno sostenuto con forza in queste settimane la necessità di bloccare i bandi, minacciando di lasciare il Movimento se le gare per la Tav fossero andate avanti, con un pressing che ha pesato su Roma. È una mezza vittoria anche per loro. Allo stesso tempo, il fatto che la procedura di gara comunque si apra con il via libera alla fase di manifestazioni d’interesse è considerato un passo in avanti anche da chi la Tav la sostiene. Lo ammette Chiamparino e pure una parte degli esponenti del mondo produttivo che in questi mesi si sono mobilitati. Tante che lo stesso progetto di una consultazione popolare lanciata per il Piemonte potrebbe finire nel cassetto, così come anche la mobilitazione annunciata dalle organizzazioni datoriali. Nessuno però si fa illusioni, il futuro della Torino-Lione è incerto. «Non ci sono vinti o vincitori – sottolinea Dario Gallina presidente dell’Unione industriale – ma in questo frangente ci perde però l’Italia, seguiremo con attenzione il dossier affinché l’opera vada avanti». E le parole di Conte sul fatto che il Governo non si lascia «condizionare dalle pressioni opache di gruppi di potere o comitati di affari» hanno fatto irritare molti. A cominciare da Corrado Alberto dell’Api di Torino: «Sono disgustato dalla situazione e dal comportamento di un Governo che offende chi lavora seriamente e concretamente per dare una prospettiva di crescita al paese».