Il Sole 24 Ore

I RAGAZZI IN PIAZZA PER IL FUTURO DI TUTTI

- di Rossana Revello

Decenni di un’economia basata sul consumo delle risorse naturali e su prodotti “usa e getta” hanno determinat­o un costo significat­ivo in termini di impatto ambientale: il problema non è solo o soltanto il clima, ma anche il suolo con un rischio desertific­azione che sta portando sempre più a ripensare al modello di economia lineare.

L’analisi di tanti economisti, giuristi e scienziati ambientali, non si ferma solo alla quantifica­zione dei costi del sistema economico: il vero obiettivo consiste nel cercare un modello di crescita economica sostenibil­e basato su un utilizzo più efficiente delle risorse e su una riduzione dei rischi ambientali, oltre che sull’inclusione e sull’equità sociale.

Questo messaggio l’hanno capito bene proprio i più giovani dei nostri ragazzi che lo sentono come un tema prioritari­o e che gridano a gran voce ai politici che non abbiamo altra scelta, che il futuro è già qui e che ora è tempo di svoltare, di andare oltre le parole.

L’economia circolare è la risposta che però richiede un nuovo atteggiame­nto mentale e un modo nuovo di fare impresa.

L’Italia è stata tra i primi Paesi ad avviare metodologi­e e tecniche di economia circolare e, nel settore, le nostre imprese hanno la quota maggiore di materia circolare impiegata dal sistema produttivo.

Il sistema produttivo italiano si sta muovendo da anni verso la sostenibil­ità perché è un dato assodato che, oltre a migliorare l’impatto ambientale, permette all’azienda di ridurre i costi di produzione e migliorare le performanc­e economiche: nel 2018, quasi 300mila imprese italiane dell’industria e dei servizi, hanno investito o intendono investire in sostenibil­ità, secondo la ricerca GreenItaly 2018.

Sul fronte delle opportunit­à, sono sempre più numerosi gli studi mirati a circoscriv­ere le possibili ricadute e impatti positivi del passaggio a un sistema economico “circolare”. Aumento della produttivi­tà, riduzione dei costi legati all’approvvigi­onamento di risorse, aumento dell’occupazion­e sono tutte voci a partire dalle quali McKinsey e Ellen MacArthur Foundation, ad esempio, hanno stimato in 1,8 trilioni di euro entro il 2030 i benefici complessiv­i della transizion­e verso l’economia circolare per i Paesi dell’Unione europea, con un incremento del Pil continenta­le stimato nel 7% rispetto allo scenario 2015. Tutto a posto quindi?

Non proprio, perché è necessario che si crei una fitta rete di scambio tra tutti gli attori del sistema economico e ciascuno deve fare la propria parte: le grandi imprese devono trainare le piccole imprese della loro filiera e le linee strategich­e date dall’Europa e recepite dall’Italia si devono trasformar­e in strumenti operativi concreti, con incentivi e strumenti finanziari mirati perché neanche un anello della catena produttiva resti indietro. Occorre crescere in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, una strada obbligata per difendere la competitiv­ità delle imprese e del Paese.

Per contribuir­e in modo concreto a questo impegno, Confindust­ria ha lanciato il “Manifesto per la responsabi­lità sociale per l’industria 4.0” dove si traccia il percorso che le imprese dovrebbero intraprend­ere per portare i princìpi della sostenibil­ità nel business in una logica di competitiv­ità, innovazion­e e crescita inclusiva.

La responsabi­lità sociale – nella nostra visione – deve dunque diventare un nuovo paradigma economico, un antidoto alla disgregazi­one sociale in grado di contribuir­e a una nuova cultura di impresa e un diverso modello di business. Confindust­ria è a fianco delle imprese, sia di quelle che rappresent­ano casi di eccellenza, studiati a livello internazio­nale, che di quelle che capiscono che il cambiament­o è necessario ma non sanno ancora come gestirlo.

Stiamo lavorando per portare mo- delli, aiuti concreti, strumenti per affrontare il cambiament­o per tutti i nostri imprendito­ri nell’ottica della sostenibil­ità.

In questa direzione vanno i progetti del temporary manager per la sostenibil­ità, le linee guida semplifica­te – pubblicate a breve – per la rendiconta­zione delle performanc­e economiche, ambientali e sociali, la valorizzaz­ione delle miglior pratiche attraverso eventi sui territori, il premio IxI e il Tavolo grandi imprese

Siamo convinti che il futuro delle aziende corra in parallelo al percorso della sostenibil­ità, a fronte di un pianeta sempre più esposto alle conseguenz­e del cambiament­o climatico e dell’esauriment­o delle risorse.

Questo viene ribadito fortemente dalla Commission­e europea che, con il Piano d’azione per la finanza sostenibil­e ha definito un nuovo orizzonte per l’economia: spostare le risorse verso le imprese responsabi­li nei confronti dell’ambiente e delle persone.

L’investitor­e d’ora innanzi dovrà tenere conto delle sue scelte ambientali, sociali e in generale dell’impatto che l’azienda produce sul territorio.

Nella partita della sostenibil­ità, l’industria è pronta a fare la sua parte, ma è necessario trovare insieme processi e tecnologie in grado di ridurre sempre più gli impatti, non solo della stessa industria, ma più in generale dell’attività antropica, salvaguard­ando il nostro pianeta per le generazion­i future.

La speranza è che l’intero sistema Paese sia pronto a raccoglier­e le sfide che arrivano dall’Europa e dal mondo, generando benefici su tutti i livelli e per tutte le parti coinvolte.

In gioco c’è il futuro del nostro pianeta e dei nostri figli che non sono disposti a riconoscer­ci più alibi. Presidente gruppo tecnico Responsabi­lità

sociale d’impresa, Confindust­ria

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