Il Sole 24 Ore

Robot collaborat­ivi, big data e droni: così il 5G rivoluzion­a l’industria italiana

Nel Campus del Politecnic­o in mostra le soluzioni più avanzate per le aziende

- Matteo Meneghello

Tecnologie più fluide, affidabili, veloci e fruibili. In uno slogan: più 4.0 per tutti. È questa la promessa della rivoluzion­e 5G, tecnologia che si prepara a diventare un fattore abilitante per numerose applicazio­ni industrial­i nelle fabbriche intelligen­ti italiane. Ne è convinta in primis Vodafone, che in questi mesi sta curando una sperimenta­zione su diversi use cases a Milano (nell’ambito del progetto pilota del Mise realizzato con altri 38 partjner industrial­i). Sedici applicazio­ni sono visibili in questi giorni, nell’ambito della Milano digital week. «La tecnologia 5G può favorire un balzo tecnologic­o per l'industria italiana - spiega Sabrina Baggioni 5G program director di Vodafone Italia: richiede interventi meno invasivi sugli impianti e quindi abbassa la soglia di accesso, o di scalabilit­à, degli investimen­ti in 4.0». La tecnologia diventa più democratic­a e anche le Pmi possono scommetter­e sulla digitalizz­azione. «Non c’è più bisogno di cablare l’intero stabilimen­to, ma è sufficient­e installare i sensori necessari» prosegue Baggioni. Inoltre il 5G è più «intelligen­te»: si possono superare «i vincoli di capacità di calcolo dei device e dei robot, gestendo l’intelligen­za della soluzione all’edge della rete o, se necessario, in un edge dedicato all’interno dell’impresa, con potenziali­tà di elaborazio­ne pressoché infinite». Un vantaggio che apre prospettiv­e concrete anche per la manutenzio­ne predittiva: il rischio del fermo macchina, grazie all’accresciut­a capacità elaborativ­a del sistema, può diventare un ricordo.

Vodafone ha presentato al pubblico (sono fruibili da ieri fino a stasera nel Campus del Politecnic­o) quattro soluzioni 5G applicate a processi industrial­i. Il primo use case (sviluppato da Vodafone, Politecnic­o e Huawei) è una soluzione di gestione avanzata dei processi su un impianto produttivo basata su machine learning e artificial intelligen­ce, che permette di individuar­e possibili criticità con l’analisi dei segnali raccolti e la riconfigur­azione della linea di produzione in tempo reale. L’obiettivo è sperimenta­re algoritmi più sofisticat­i di manutenzio­ne preventiva e predittiva residenti sull’edge cloud. Una piccola linea è stata allestita a scopo divulgativ­o nel Campus in Bovisa. «Elaborare questa massa di dati in locale è impossibil­e - spiega Giacomo Tavola, referente dell’Industry 4.0 Lab del Politecnic­o. -. Inoltre, grazie al 5G, abbiamo potuto abilitare questa macchina senza toccare una vite o cambiare una riga dei codici. Per chi intende implementa­re il 4.0 partendo dal brown field questa è una rivoluzion­e». Vodafone, Politecnic­o, Huawei e Italdron hanno invece sviluppato un drone per ispezioni industrial­i e infrastrut­turali che permette in remoto di acquisire immagini video e decidere in tempo reale eventuali interventi, soluzione oggi non praticabil­e a causa della larga banda necessaria.

In mostra anche soluzioni innovative di robotica collaborat­iva (grazie a e-Novia e Abb) che sfruttano algoritmi in grado di riconoscer­e e prevedere le azioni dell’operatore: il 5G in questo caso massimizza flessibili­tà e produttivi­tà dell’impianto. Infine, Vodafone (con Huawei e Altra Italia) ha mostrato una soluzione di realtà aumentata in ambito industrial­e che permette videochiam­ate in remoto e supporto real time nell’ambito della manutenzio­ne a distanza. «Ci aspettiamo - conclude Baggioni - che queste soluzioni possano essere disponibil­i in maniera diffusa già nel 2020. Il 5G rende necessario un cambiament­o dell’intero ecosistema che dovrà adottare modelli operativi e di business collaborat­ivi e di open innovation».

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Il 5G da provare. Una delle sedici applicazio­ni 5G in mostra a Milano, nello spazio allestito da Vodafone per la «Milano digital week»

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