Robot collaborativi, big data e droni: così il 5G rivoluziona l’industria italiana
Nel Campus del Politecnico in mostra le soluzioni più avanzate per le aziende
Tecnologie più fluide, affidabili, veloci e fruibili. In uno slogan: più 4.0 per tutti. È questa la promessa della rivoluzione 5G, tecnologia che si prepara a diventare un fattore abilitante per numerose applicazioni industriali nelle fabbriche intelligenti italiane. Ne è convinta in primis Vodafone, che in questi mesi sta curando una sperimentazione su diversi use cases a Milano (nell’ambito del progetto pilota del Mise realizzato con altri 38 partjner industriali). Sedici applicazioni sono visibili in questi giorni, nell’ambito della Milano digital week. «La tecnologia 5G può favorire un balzo tecnologico per l'industria italiana - spiega Sabrina Baggioni 5G program director di Vodafone Italia: richiede interventi meno invasivi sugli impianti e quindi abbassa la soglia di accesso, o di scalabilità, degli investimenti in 4.0». La tecnologia diventa più democratica e anche le Pmi possono scommettere sulla digitalizzazione. «Non c’è più bisogno di cablare l’intero stabilimento, ma è sufficiente installare i sensori necessari» prosegue Baggioni. Inoltre il 5G è più «intelligente»: si possono superare «i vincoli di capacità di calcolo dei device e dei robot, gestendo l’intelligenza della soluzione all’edge della rete o, se necessario, in un edge dedicato all’interno dell’impresa, con potenzialità di elaborazione pressoché infinite». Un vantaggio che apre prospettive concrete anche per la manutenzione predittiva: il rischio del fermo macchina, grazie all’accresciuta capacità elaborativa del sistema, può diventare un ricordo.
Vodafone ha presentato al pubblico (sono fruibili da ieri fino a stasera nel Campus del Politecnico) quattro soluzioni 5G applicate a processi industriali. Il primo use case (sviluppato da Vodafone, Politecnico e Huawei) è una soluzione di gestione avanzata dei processi su un impianto produttivo basata su machine learning e artificial intelligence, che permette di individuare possibili criticità con l’analisi dei segnali raccolti e la riconfigurazione della linea di produzione in tempo reale. L’obiettivo è sperimentare algoritmi più sofisticati di manutenzione preventiva e predittiva residenti sull’edge cloud. Una piccola linea è stata allestita a scopo divulgativo nel Campus in Bovisa. «Elaborare questa massa di dati in locale è impossibile - spiega Giacomo Tavola, referente dell’Industry 4.0 Lab del Politecnico. -. Inoltre, grazie al 5G, abbiamo potuto abilitare questa macchina senza toccare una vite o cambiare una riga dei codici. Per chi intende implementare il 4.0 partendo dal brown field questa è una rivoluzione». Vodafone, Politecnico, Huawei e Italdron hanno invece sviluppato un drone per ispezioni industriali e infrastrutturali che permette in remoto di acquisire immagini video e decidere in tempo reale eventuali interventi, soluzione oggi non praticabile a causa della larga banda necessaria.
In mostra anche soluzioni innovative di robotica collaborativa (grazie a e-Novia e Abb) che sfruttano algoritmi in grado di riconoscere e prevedere le azioni dell’operatore: il 5G in questo caso massimizza flessibilità e produttività dell’impianto. Infine, Vodafone (con Huawei e Altra Italia) ha mostrato una soluzione di realtà aumentata in ambito industriale che permette videochiamate in remoto e supporto real time nell’ambito della manutenzione a distanza. «Ci aspettiamo - conclude Baggioni - che queste soluzioni possano essere disponibili in maniera diffusa già nel 2020. Il 5G rende necessario un cambiamento dell’intero ecosistema che dovrà adottare modelli operativi e di business collaborativi e di open innovation».