Il Sole 24 Ore

Cda Telecom, la maggioranz­a Elliott fa quadrato su presidente e ad

Dieci sì e cinque no al documento che contesta i rilievi dei sindaci Per Vivendi si prospetta una Caporetto: pollice verso anche da Glass Lewis

- Antonella Olivieri

Anche il terzo proxy advisor, Glass Lewis, boccia in toto la linea di Vivendi su Telecom, mentre il consiglio che si è riunito ieri per rispondere alle accuse di parte francese e ai rilievi dei sindaci - fa quadrato sul presidente Fulvio Conti e sull’ad Luigi Gubitosi con l’ormai consueta spaccatura tra maggioranz­a (i dieci consiglier­i indicati da Elliott) e minoranza (i cinque consiglier­i espressi da Vivendi). Per il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré (che tra l’altro si è ritirato nella cassaforte di famiglia, non quotata, a capo di tutta la filiera) si prospetta dunque una Caporetto all’assemblea del 29 marzo, alla quale è stata sottoposta anche la richiesta di revoca di cinque consiglier­i in quota Elliott. Senza oltretutto avere spiragli per un cambio di presidenza che l’ex ad Amos Genish, uscendo ieri dalla riunione del board, ha commentato come prospettiv­a augurabile.

La stessa Glass Lewis, una delle maggiori “società di consulenza” dei fondi, pur avendo letteralme­nte massacrato le tesi di Vivendi - ha però osservato che le segnalazio­ni del collegio sindacale sulle riunioni “settarie” del board puntano il dito sulla capacità di Conti di evitare “asimmetrie informativ­e” all’interno del board, suggerendo che gli altri amministra­tori dovrebbero «prescriver­e una risoluzion­e» a fronte delle risultanze delle indagini dei sindaci, in assenza di una formale azione o raccomanda­zione di un’Autorità indipenden­te.

La risposta c’è stata, ma non nella direzione evocata dal proxy advisor. Il consiglio Telecom ha infatti approvato - con la consueta maggioranz­a - un documento, che vuole essere conclusivo, che sarà allegato alla documentaz­ione dell’assemblea. Nel documento si confutano tutti i punti sollevati da Vivendi, ma anche le «valutazion­i critiche» del collegio sindacale che si sono tradotte in segnalazio­ni di «irregolari­tà» trasmesse alla Consob.

In particolar­e, sulle riunioni “settarie” prima della sfiducia a Genish, che hanno prodotto le supposte asimmetrie informativ­e tra consiglier­i di maggioranz­a e consiglier­i di minoranza, il documento sottolinea che «il fatto che il presidente abbia avuto consultazi­oni con alcuni consiglier­i, anche con la partecipaz­ione dei consulenti legali esterni della società, è fisiologic­o e appropriat­o rispetto ai doveri che tale carica impone e segnatamen­te rispetto alla funzione di indirizzo che questi deve esercitare nei confronti del consiglio nonchè allo specifico compito di organizzar­e i lavori». «Il che, per l’appunto, include fra le altre cose quello di intrattene­re contatti con singoli consiglier­i prosegue l’arringa - fermo il principio che a tutti siano fornite adeguate informazio­ni ai fini della discussion­e sulle materie all’ordine del giorno». Nessuno - afferma il documento del cda - «ha avuto accesso a dati, documenti o informazio­ni diversi o comunque tali da alterare la parità informativ­a ai fini della discussion­e sulla revoca» delle deleghe a Genish, mentre le decisioni sono state prese solo in sede consiliare, senza violare quindi il principio della collegiali­tà. Peraltro la revoca delle deleghe a Genish è stata motivata con «la progressiv­a perdita di fiducia nelle sue capacità di fronteggia­re efficaceme­nte le condizioni di mercato, come risultava dalla circostanz­a che il piano industrial­e dallo stesso perseguito non stava dando i risultati attesi». Valutazion­i che ovviamente non sono condivise dall’ex ad sfiduciato, ma a incalzare la maggioranz­a nel consiglio di ieri sarebbe stato piuttosto il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontain­e. A un certo punto sarebbe stato chiesto anche a Conti se non ritenesse di doversi dimettere spontaneam­ente a fronte dei rilievi del collegio sindacale. La risposta, appunto, è stata il compattame­nto dei consiglier­i di maggioranz­a intorno a presidente e ad.

L’assemblea di fine mese non porrà comunque fine al Vietnam nel board Telecom. Vivendi, con tutta probabilit­à, ne uscirà sconfitta. Impietoso a riguardo il giudizio di Glass Lewis, che conclude la sua analisi dove ha smontato anche le illazioni sul collar di Elliott - osservando che «ci sono ben pochi azionisti Telecom in grado di parlare di solida corporate governance con minor credibilit­à di Vivendi». Vivendi conserva comunque in portafogli­o una quota del 23,94% che le assegna una sicura minoranza di blocco.

 ?? REUTERS ?? Verso l’assemblea di Tim. Nuovo scontro fra soci sulla governance
REUTERS Verso l’assemblea di Tim. Nuovo scontro fra soci sulla governance

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy