Mondadori in rosso per le svalutazioni in Francia
Perdita per 177,1 milioni ma per il 2019 condizioni per il ritorno al dividendo
A questo punto,se i target del 2019 saranno raggiunti, il gruppo Mondadori si troverà «nelle condizioni per la possibile distribuzione futura di un dividendo. Ovviamente dipenderà dalle decisioni degli azionisti, ma la società è nelle condizioni di farlo senza compromettere il suo sviluppo futuro».
L’amministratore delegato di Mondadori, Ernesto Mauri, lo dice davanti ad analisti e giornalisti illustrando i risultati 2018 di una società «che è diventata più piccola, ma ha aumentato la redditività» e che ora è pronta anche a guardare a occasioni di mercato. Le quali, vista la decisione strategica di concentrarsi sui libri potranno arrivare da lì o «dai settori collegati». Poco probabile in Italia «visto che siamo limitati dalle norme antitrust (dopo l’acquisto di Rizzoli Libri, ndr.)». Invece «il discorso estero non è da escludere», anche se per un’eventuale acquisizione «bisogna guardare ai mercati più interessanti. E il più interessante è quello in lingua inglese».
Queste insomma le prime indicazioni di un 2019 per un gruppo che, come riportato nella nota sui conti 2018, «proseguirà il percorso di riposizionamento strategico e ulteriore focalizzazione sui core business più redditizi, in particolare consolidando la leadership nell’area libri, perfezionando la cessione di Mondadori France e individuando nuove aree di sviluppo». I ricavi sono previsti «in leggera contrazione» ma con «Ebitda adjusted in crescita single digit rispetto al 2018»; cash flow ordinario atteso intorno ai 45 milioni e «risultato netto delle attività in continuità nell’esercizio 2019 previsto in significativa crescita», nel range di 30-35 milioni. Questo dato è stato positivo per 20,3 milioni contro i 27,2 del 2017, ma con una perdita contabile di 177,1 milioni rispetto al dato positivo di 30 milioni del 2017 per effetto della svalutazione delle attività francesi in dismissione. I ricavi netti consolidati della attività in continuità per il 2018 sono attestati a 891 milioni: -8% rispetto al 2017 «in linea con le attese». I ricavi dei libri (450,4 milioniù) sono scesi del 6,7%, come i ricavi dei periodici Italia (287 milioni; -12% ma -9,1% a parità di perimetro viste le cessioni di Inthera e Panorama), afferma il gruppo di Segrate che con il 30,7% resta leader di mercato (come nei libri con il 27,4%). A margine l’ad ErnestoMauri ha anche parlato della partecipazione di minoranza (36%) ne Il Giornale: «È un’attività che perde soldi e stiamo lavorando con l’azionista di maggioranza, anzi soprattutto lui sta lavorando» , per «un piano di riduzione del costo del lavoro».