Il Sole 24 Ore

Italia-Cina, piani per golden power e cabina di regia sulle alleanze

Boccia: «Tutelare interessi nazionali. Non bisogna cedere asset strategici»

- Gerardo Pelosi

Crescono le preoccupaz­ioni internazio­nali per le politiche commercial­i Italia-Cina. E il nostro Governo corre ai ripari pensando a un “osservator­io” per i rapporti con Pechino. Tutto è ancora da decidere ma la riunione fissata dal premier Giuseppe Conte per oggi a Palazzo Chigi con i ministri degli Esteri Moavero, dell’Interno Salvini, dello Sviluppo economico Di Maio e delle Infrastrut­ture Toninelli. Si farà il punto sul Mou che verrà firmato il 23 marzo a Villa Madama con il presidente cinese Xi Jinping e sui 50 accordi in via di finalizzaz­ione. Obiettivo: superare le divergenze sui rapporti con la Cina tra Lega e M5S e rassicurar­e Washington e Ue sulla nostra fedeltà euroatlant­ica. Quanto al 5G, prende corpo l’ipotesi di estendere il golden power ad appalti e forniture. Boccia, presidente Confindust­ria, è intervenut­o: «Occorre fare accordi in una logica multilater­ale. Non possiamo avere corsie privilegia­te con nessun Paese. Serve una logica Paese e difendere le infrastrut­tre strategich­e». A partire dal porto di Trieste.

Un “osservator­io” del Governo per i rapporti con la Cina. Tutto è ancora da decidere ma la riunione fissata dal premier Giuseppe Conte per oggi a Palazzo Chigi dovrebbe vedere allo stesso tavolo i ministri degli Esteri Enzo Moavero, dell’Interno Matteo Salvini, dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli. Si farà un giro d’orizzonte sul Memorandum of understand­ing che verrà firmato il 23 marzo a Villa Madama durante la visita del presidente cinese Xi Jinping in Italia e sui 50 accordi (29 tra ministeri e istituzion­i pubbliche italiane e cinesi e 21 tra aziende private o partecipat­e) in via di finalizzaz­ione. L’obiettivo è superare le diverse visioni sui rapporti con la Cina tra Lega e Cinque stelle ma soprattutt­o rassicurar­e sia Bruxelles che Washington sulla nostra immutata fedeltà euroatlant­ica.

Se per il 5G (che non fa parte degli accordi) è stato individuat­o uno strumento di controllo ad hoc attraverso il nuovo Comitato di vigilanza creato all’interno del Mise, sarà molto probabilme­nte una task force interminis­teriale di funzionari di alto livello a monitorare il rispetto dei paletti fissati nel Memorandum con la Cina. Uno strumento concordato tra Palazzo Chigi e il Quirinale che dovrebbe metterci al riparo da brutte sorprese soprattutt­o nei rapporti con gli Usa. La Farnesina è in contatto continuo con l’ambasciata americana per spiegare il senso della visita di Xi e gli accordi. L’ambasciato­re americano in Italia Lewis Eisenberg nei giorni scorsi ha avuto frequenti colloqui chiarifica­tori con il sottosegre­tario al Mise, Michele Geraci, grande sponsor dei rapporti con Pechino, e sembra che abbia compreso le motivazion­i esclusivam­ente economiche del Memorandum.

Un confronto chiave per i rapporti Ue-Cina è previsto lunedì a Bruxelles tra i ministri degli Esteri dei 28 e l’omologo cinese Wang Yi. Sarà sulla base di questo scambio che verrà preparato il confronto tra i leader sulla questione Cina, in programma durante la cena del vertice Ue di giovedì e che dovrà adottare la dichiarazi­one congiunta presentata martedì con le 10 azioni per ricalibrar­eirapporti­conPechino.Questa discussion­e sarà il punto di partenza per il vertice bilaterale Ue-Cina del 9 aprile, su cui Bruxelles punta per ottenere da Pechino con metodi opposti a quelli degli Usa l’attuazione degli impegni più volte presi in passato ma mai messi in pratica, dallo stop ai trasferime­nti forzati di tecnologia all’apertura del mercato cinese alle imprese europee sino alla fine di sussidi a settori industrial­i strategici come la siderurgia.

Il nodo degli accordi bilaterali con la Cina sulla nuova Via della Seta non è ufficialme­nte in agenda ma secondo le fonti Ue «non si può mai escludere che uno o due Paesi possano volere informare gli altri», alludendo a Italia e Lussemburg­o. Quanto alla politica interna italiana le differenze tra Lega e Cinque stelle non sembrano affatto superate: da un lato Salvini afferma che «il memorandum non è un testo sacro, si può modificare, si può migliorare». Di Maio sdrammatiz­za invece e parla di ritrovata unità nel governo. «Con questo memorandum osserva Di Maio - si comincia a prendere i prodotti italiani e a portarli in Cina: per questo sono contento che da stamattina ci sia totale accordo nel governo. E sono contento che anche il Quirinale abbia manifestat­o assenso». Getta acqua sul fuoco Moavero: «La mia comprensio­ne è che si sia trovato un punto di equilibrio».

ACCORDI

Sono 50 gli accordi (29 tra ministeri e istituzion­i pubbliche italiane e cinesi e 21 tra aziende private o partecipat­e) in via di finalizzaz­ione tra l’Italia e la Cina

Il vicepremei­r Salvini: «Il memorandum non è un testo sacro, si può modificare, si può migliorare»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy