La Lega: grandi opere e commissario unico
Il piano Tria: da fisco e investimenti la manovra per la crescita
Il premier Conte anticipa che mercoledì il governo darà il via libera al decreto sblocca-cantieri. Ma è scontro Lega-M5S. «Non voglio un mini sblocca-cantieri. Vogliamo intervenire su tutte le opere» avverte Matteo Salvini. Chiaro il messaggio: il decreto passa solo se verranno recepite anche le richieste della Lega. Tra queste c’è l’inserimento del commissario unico nazionale per accelerare gli interventi. Intanto nel pacchetto crescita costruito in questi giorni al ministero dell’Economia entrano anche il Patent Box semplificato, l’ampliamento dei mini-bond per finanziare le Pmi, una Sabatiniquater in forma estesa e una nuova sezione del Fondo centrale di garanzia mirata alle medie imprese.
Giuseppe Conte ha anticipato che mercoledì il Governo darà il via libera al decreto sblocca cantieri. Ma a pochi giorni dal Consiglio dei ministri è scontro tra Lega e M5s. «Non voglio un mini sblocca-cantieri. Vogliamo intervenire su tutte le opere», ha tuonato ieri Matteo Salvini che ritiene insufficienti i contenuti del provvedimento di cui Di Maio si è assunto la paternità. Salvini vuole l’estensione delle misure anche all’edilizia privata e soprattutto un intervento assai più massiccio sulle opere da sbloccare e in particolare sulle «grandi opere», che hanno un effetto diretto sulla competitività dell’intero sistema produttivo. «Qui non si tratta di far partire qualche cantiere per soddisfare le necessità di singoli territori. L’obiettivo del decreto è di velocizzare soprattutto quegli interventi che hanno una ricaduta a livello nazionale», è il ragionamento che il vicepremier leghista ha fatto a chi ieri lo ha incontrato. Nella lista degli interventi al momento risultano solo opere marginali e per lo più nelle regioni del Sud. «Non ci siamo», è il commento lapidario dei leghisti . Anche perchè le proposte del Carroccio - come ha ricordato Salvini - sono state recapitate per tempo sia al M5s che al premier. Chiaro il messaggio: il decreto passa solo se verranno recepite anche le nostre richieste .
Tra queste c’è l’inserimento del «commissario unico nazionale» per accelerare la realizzazione degli interventi. «Indispensabile», conferma Armando Siri, sottosegretario alle infrastrutture vicinissimo a Salvini. Non la pensa così il premier e soprattutto Luigi Di Maio che ha bocciato il super commissario non tanto per ragioni “tecniche” ma politiche. Il timore del leader M5s è che un supercommissario di fatto depotenzierebbe il ruolo del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: «Sarebbe una duplicazione», ha confermato il vicepremier pentastellato, che ha dato il via libera invece all’introduzione di commissari ad hoc per singole opere. «Bene i commissari straordinari ma non basta», ha risposto Siri.
I due alleati si muovono da separati in casa. In ballo non c’è solo la questione del commissario unico. Come già detto, nel testo targato M5s la lista delle opere che beneficerebbero del «commissariamento» ad hoc (fatta eccezione per il Mose che peraltro è alle battute finali)è tutta incentrata su interventi di impatto limitato nelle regioni meridionali e su Roma capitale (si veda il Sole 24 Ore di ieri). Insomma, opere utili ma piccole e certamente insufficienti a rilanciare il comparto e a sostenere la crescita del sistema produttivo. Per la Lega così è «irricevibile» anche perchè era stato proprio Salvini a rilanciare per primo la necessità di un intervento urgente del governo per sbloccare i cantieri. Soprattutto quelli nelle regioni del Centro-Nord: dall’alta velocità Brescia-Padova alla Gronda di Genova, dall’autostrada Asti-Cuneo a quella Sassuolo-Campogalliano, solo per fare alcuni esempi. Di qui l’avvertimento ieri del leader del Carroccio sul «no» a un «mini sblocca-cantieri».
Ed è quello che vanno ripetendo anche gli altri big del Carroccio. A partire da Giancarlo Giorgetti: «Prima di entrare in Cdm, il provvedimento andrà discusso». Domani a Palazzo Chigi si terrà una riunione tecnica per tentare di arrivare a un testo condiviso. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sottolinea che in ballo non ci sono «solo opere pubbliche» ed auspica che «la risposta» del Governo «sia all’altezza». Lo stesso ripete Salvini. «Bisogna fare presto ma fare bene» ha detto il vicepremierche vuole estendere la portata del provvedimento: «Faremo di tutto perché ci sia anche l’edilizia privata».
Ma al di là delle dichiarazioni di facciata l’irritazione del Carroccio cresce. Per i leghisti le parole di Di Maio sulla paternità M5s del decreto esprime «la difficoltà» del leader pentastellato. «Dopo la posizione presa sulla Tav ha bisogno di recuperare l’immagine con chi si attende dal Governo risposte concrete e non solo dei no, ma se pensa di farlo alle nostre spalle sbaglia di grosso», sostengono ai piani alti del Carroccio.
Le misure del pacchetto sviluppo puntano anche a sostenere un Def che oggi appare complicato da chiudere