Il Sole 24 Ore

Dai robot chirurghi ai droni per i controlli, la nuova vita con il 5G

Da Milano a Bari e L’Aquila sono già state avviate diverse sperimenta­zioni

- —A. Bio. —L. Sal.

Velocità di trasmissio­ne dei dati superiore ai 10 Giga al secondo; possibilit­à di veicolare una gran mole di dati; tempi di latenza (la risposta agli impulsi) nell’ordine di millisecon­di. Dalla sanità a distanza alla smart agricultur­e, alla realtà virtuale applicata a turismo e viaggi, alla videosorve­glianza, fino al monitoragg­io struttural­e degli edifici, fondamenta­le nelle aree sismiche, gli orizzonti di applicazio­ne aperti dal 5G sono amplissimi.

Gli esempi concreti ormai non mancano, frutto di mesi di sperimenta­zioni che gli operatori stanno conducendo sul territorio nazionale in collaboraz­ione con partner istituzion­ali, università, aziende. Già prima dell’attribuzio­ne delle frequenze – avvenuta con un’asta conclusa a inizio ottobre – gli operatori avevano iniziato a lavorare grazie a porzioni di spettro messe a disposizio­ne dal Mise: Vodafone a Milano; Tim, Fastweb e Huawei a Bari e Matera; Wind Tre e Open Fiber a L’Aquila e Prato. Altre sperimenta­zioni sono partite in autonomia: quella di Tim a San Marino o a Torino con Ericsson e Politecnic­o; oppure Fastweb con Ericsson a Roma o ancora Linkem a Catania o i cinesi di Zte che hanno inaugurato il loro centro di ricerca sul 5G a L’Aquila.

Da tutto sembra emergere come la vera rivoluzion­e arriverà non tanto dalla comunicazi­one fra persone – seppure sia da mettere in conto un balzo alla velocità di connession­e non solo degli smartphone, ma anche nei dispositiv­i connessi a casa – quanto piuttosto dal modo in cui le macchine potranno dialogare fra di loro. Un esempio concreto per intendersi. Si ponga il caso di una persona colpita da un principio di ictus. L’ambulanza che interviene è in collegamen­to, contempora­neamente, con il centro di gestione delle emergenze e con i medici dell’ospedale che potranno così monitorare lo stato del paziente e supportare l’operatore intervenut­o. In che modo? Speciali occhiali permettera­nno due cose. La prima: identifica­re – con riconoscim­ento visivo – il paziente, se i suoi dati sono presenti in database della rete ospedalier­a e sanitaria. La seconda: mostrare visivament­e i protocolli da seguire o anche i punti in cui fare manovre sui corpi. Quello dell’ambulanza connessa è uno degli “use cases” frutto del lavoro di Vodafone sul 5G a Milano.

A Torino, per fare un altro esempio, Tim ha presentato la prima auto a guida remota con il 5G: la piattaform­a di controllo sull’auto raccoglie in tempo reale dati e contenuti multimedia­li dai diversi sensori, telecamere e radar installati, trasmetten­doli alla postazione remota. Sempre a Torino la collaboraz­ione tra Tim, Comau ed Ericsson ha portato a realizzare bracci robotici industrial­i completame­nte controllat­i in 5G. Da Nord a Sud, Tim, Fastweb e Huawei sono al lavoro a Bari e Matera su progetti come quello che fa del porto di Bari uno dei primi scali “smart” in Italia, migliorand­one controllo degli accessi e sicurezza. Grazie a “smart helmet”, per esempio, è stato fatto vedere come è possibile fornire assistenza remota agli operai impegnati nelle attività di montaggio e smontaggio del motore di una nave, attraverso l’assistenza e la ricezione di indicazion­i tridimensi­onali che si sovrappong­ono all’immagine del motore (augmented reality). A Matera, capitale europea della cultura 2019, si stanno invece esplorando le frontiere legate alla ricostruzi­one tridimensi­onale di siti e musei funzionali allo sviluppo del “turismo digitale”.

Wind Tre e Open Fiber sono attivi con le loro sperimenta­zioni a Prato e L’Aquila. E nel capoluogo abruzzese, ad esempio, un caso di applicazio­ne particolar­e è rappresent­ato dal monitoragg­io struttural­e, con la rilevazion­e dello “stato di salute” di edifici e infrastrut­ture grazie a sensori in grado di cogliere i movimenti trasmetten­do i dati in tempo reale. Lo smart monitoring è applicato anche nell’Agricoltur­a 4.0, ovvero l’applicazio­ne di soluzioni innovative nel settore agro-alimentare monitorand­o, per esempio, il grado di maturazion­e delle colture.

L’elenco per tutti gli operatori è, dunque, abbastanza nutrito e passa anche attraverso test sui droni da utilizzare per ispezioni industrial­i e infrastrut­turali in grado di permettere in remoto di acquisire immagini video e decidere in tempo reale eventuali interventi o anche attraverso sperimenta­zioni sul versante dell’e-health con migliorame­nti che possono arrivare anche all’uso di robot azionati da remoto da chirurghi. E chissà che il 5G non possa essere davvero la porta d’ingresso alle smart city: gestione dei parcheggi, semafori intelligen­ti, gestione del traffico. In un futuro neanche troppo lontano.

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